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Dark Envoy – Recensione, ecco come NON creare un RPG

Originariamente annunciato nel 2019, poi ritardato per via dell’emergenza COVID-19, Dark Envoy creato da Event Horizon è un RPG isometrico che si avvale una sorta di combattimento action, unito a un sistema a “turni” (tra virgolette, perché in realtà il tempo d’attesa tra un attacco e l’altro è il cooldown delle skill di riferimento) ma procediamo per gradi, perché questo ed altri sono argomenti che affronteremo in questa recensione di Dark Envoy.

 

Due eroi, un solo mondo

Malakai e Kaela sono i protagonisti di questa avventura. I due eroi vivono in un mondo distopico, fatto di tecnologia all’avanguardia e una profonda magia. Questa è presente tanto nelle persone quanto nella mondo che li circonda. Tutto sembra andare per il meglio, fin quando non avviene uno scisma tra le due realtà: da un lato si crea una fazione che parteggia per la tecnologia e tutti i vantaggi che quest’ultima ha da offrire, mentre dall’altro lato troviamo quelli che percepiscono la tecnologia come il male puro che inquina questo mondo, e puntano a risolvere ogni problema con la magia.

Dopo secoli di guerra, il mondo di Jaan si sveglia, con umani e non umani in preda allo sconforto, e pronti a ricostruire una civiltà da zero, o grossomodo da un punto di partenza sufficientemente basso. Malakai e Kaela sono convinti che le risposte per un futuro radioso siano nel passato, ed è qui che inizia la loro avventura come cacciatori di reliquie, tra dungeon sotterranei e misteriosi luoghi incantati.

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La storia pretestuale di Dark Envoy non ha molto da offrire eccetto la sua linearità intrinseca: c’è un luogo dimenticato nel tempo, i nostri protagonisti lo identificano, lo esplorano e ne ricavano risorse che portano alla base per poi produrre nuovi artefatti o conoscenze scientifiche.

Combattere ancora e ancora

Nel gioco avrete la possibilità di scegliere quale ruolo far interpretare ai due protagonisti: la flessibilità è immensa, la scelta è solo vostra considerando che ci sono quattro macro classi (che ricalcano le solite quattro di ogni RPG) e poi si risolvono in venti sottoclassi. Le macro classi sono:

  • Adepto: un esperto di magia elementale con poca resistenza.
  • Engineer: come dal nome, incentrata sul controllo delle macchine e simili.
  • Guerriero: danno medio ma con alta resistenza.
  • Ranger: danno altissimo e resistenza a metà tra un Adepto e un Guerriero.

Il combattimento è inusuale: all’inizio del fight il giocatore noterà che il gioco si fermerà, e a quel punto dovrà scegliere come muovere ogni singolo personaggio e predeterminare le mosse avversarie. Non sarà una scelta semplice, né tanto meno un incontro facile: ogni scontro va deciso prima del combattimento, e una volta mossi i personaggi, non sarà possibile spostarli mentre combattono.

Sul campo potrete scegliere in tempo reale, cose che aggiunge quel pizzico di realismo al gioco, ma purtroppo non basta: Dark Envoy permette al giocatore di lanciare le singole abilità di ogni personaggio, sebbene il modo in cui vengono lanciate e l’effetto che se ne trae è banale e non realistico. Di base manca un vero feedback a colpo eseguito, e questo rende il tutto molto piatto.

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Abbassare la testa

Dark Envoy non convince sotto quasi nessun punto di vista: un plot abbastanza scialbo, una grafica datata (certo, si tratta di un titolo indie, ma c’è una tremenda discrepanza tra i bozzetti fatti dagli artisti e quello che poi appare in grafica di gioco), e un combattimento che non soddisfa in alcun modo nella resa pratica.

I personaggi sono molti, è vero: oltre ai due primari di cui sopra, Dark Envoy vi affiancherà altri sei protagonisti tra cui scegliere. Tuttavia  anche loro saranno appena accennati, con una base predeterminata e con la possibilità di mettere ogni eroe al vostro servizio in base alle esigenze specifiche. Potrete portare con voi due di quei sei eroi aggiuntivi, e di volta in volta scegliere quale specializzazione vi farà più comodo.

Sostanzialmente Dark Envoy è di una noia mortale: ripetitivo all’inverosimile, con un combat system che non soddisfa minimamente il giocatore, neppure mentre tenta di spettacolarizzare il gioco con elementi magici o tecnologici, con esplosioni o fulmini che passano da una parte all’altra.

Il gioco poteva certamente dare di più, ma sembra che si siano dimenticati di ultimare quella che al momento è una bella demo e poco più. Non che sia un difetto, ma all’effettivo manca anche una traduzione in italiano il che rende, probabilmente, l’approccio alla massa ancora più ristretto.

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Dark Envoy

4.5

Dark Envoy è un RPG che tenta di intrattenere il videogiocatore con scarso successo: la storia banale, tanto che fare peggio è difficile, l'estetica di livello basso e il gameplay di combattimento annoia e non coinvolge, nonostante faccia di tutto per provarci. Dark Envoy va giocato solo ed esclusivamente se avete davvero una crisi d'astinenza per i giochi isometrici con un sistema di combattimento alternativo.

PRO
  • Sistema di personalizzazione ampio
CONTRO
  • Grafica datata
  • Sistema di combattimento da rivedere
  • Tendente alla noia in breve tempo
Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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