Cyberpunk 2077 – Recensione, lo scotto di mirare al futuro

Eccoci anche noi con la nostra recensione sommaria di Cyberpunk 2077. Davvero il lato tecnico può distruggere un titolo di questo calibro?

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 10 minuti
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Cyberpunk 2077

Il primo gioco di ruolo di Cyberpunk (inteso cartaceo) risale al 1988, anno in cui l’autore Mike Pondsmith immaginava un futuro distante, anno 2013, dove il mondo avrebbe visto un vero e proprio “boom” tecnologico. Due anni dopo quell’asticella salì più in alto, fino al 2020, anno in cui adesso ci troviamo (e che non vediamo l’ora finisca). Ovviamente il GDR cartaceo è andato avanti per la sua strada, prima con un riadattamento 3.0 del 2008 e successivamente con la cosiddetta versione Red, ottimizzata e creata per posizionarsi proprio tra quel non troppo lontano (ormai) 2020 e il 2077, anno in cui è invece ambientato il videogioco di CD Projekt Red. Cyberpunk 2077 è uscito il 10 dicembre, circa 6 giorni fa, e diventa impossibile parlarne in modo razionale senza averci speso sopra le giuste ore. Ecco allora che veniamo da voi con questa recensione un po’ diversa: di solito infatti ci troviamo a recensire un titolo provandolo su una piattaforma, ma per questo caso abbiamo preferito fare una quadrupla prova per vedere le varie differenze, di solito non così abissali. Le nostre prove sono state fatte su PS5, PS4, PC e Google Stadia.

Sarà inutile anche parlare nel dettaglio delle meccaniche, così ampie e strane che vi consigliamo di vedervele giocandolo; al contrario, invece, possiamo parlarvi del feeling, delle vere problematiche tecniche, di ciò che dovete aspettarvi e di come questo gioco, essendo stato criticato per la sua qualità visiva, sia comunque uno spartiacque di come si vedevano i GDR una volta, e come dovrebbero essere adesso. Per essere il più sintetici possibili, Cyberpunk 2077 si divide in tre grandi aree, tre macroscopiche sezioni che dovrete percorrere per godervelo appieno: da un lato abbiamo la narrazione, decisamente libera e ben costruita (d’altronde prende ispirazione da un GDR cartaceo), dall’altro abbiamo il game design, strutturato non come semplice fine per poter vivere una storia, ma più come un mezzo per godersela appieno, e in mezzo troviamo questo lato tecnico talmente variabile da piattaforma a piattaforma che sarà difficile parlarne in modo univoco.

Cyberpunk 2077La Narrazione

Cyberpunk 2077 ci illude di avere libertà totale, e questo è qualcosa di fantastico. Nella storia del gioco, che ci farà partire a seconda di quali origini sceglieremo – tra Nomade, Street Kid o Corporativo -, sembra esserci dopo le prime 10 ore in-game una libertà estraniante, una modalità di gioco che ci recita in testa “fai quel che vuoi”. La seconda frase, ovvero “tanto alla fine farai quello che dico io” si cela dietro l’entusiasmo, ma alla fine va bene così. Cyberpunk 2077 propone talmente tante macro-missioni (grazie The Witcher 3) che sembrerà davvero di avere un libero arbitrio capace di cambiare le sorti del gioco. Ci sono dei finali alternativi, ma tutti legati alle scelte di una semplice missione, mentre le altre sono più delle strade diverse che portano alla fine. D’altro canto, riteniamo fosse oggettivamente impossibile dare la stessa libertà che ha un gioco di ruolo cartaceo, e quindi va benissimo così.

La libertà che ci viene offerta nella storia di V – che sarà più definibile come il vostro V in base a scelte, valori e quant’altro – è una boccata d’aria fresca da quei pochi giochi lineari rimasti, ma soprattutto da quegli open world che creano mappe tanto grandi quanto vuote. La Night City del gioco infatti è viva, respira con noi e lo fa in modo impressionante. Dove la narrazione parlata si ferma – e lo facciamo anche noi per non farvi spoiler – parte quella visiva, fatta di scorci che escludono distese e panorami naturali inserendo invece delle skyline terribilmente mozzafiato. Ogni palazzo ha i suoi dettagli, ogni luce le sue sfumature e vederle anche in lontananza fa un certo effetto.

Cyberpunk 2077Il Design

In termini pratici Cyberpunk 2077 è la miglior raffigurazione di un prodotto nato su carta come GDR e arrivato su console. Nonostante tutto, ci sono libertà elevate e la capacità di CD Projekt RED di portare su schermo ogni singolo dettaglio dell’originale è strabiliante. Il gioco lascia spazio a delle build personalizzate (in futuro vi parleremo anche di quali, secondo noi, sono le migliori) e permette davvero di avanzare nel gioco come meglio credete. Per esempio, potrete scegliere di parlare con un NPC necessario, o ucciderlo per prendere informazioni, libertà che fino ad ora si era vista di rado in modo cosi preminente.

La possibilità di scegliere quali armi e vestiti indossare, come personalizzare il personaggio, ma anche quali azioni compiere (potenziandovi con dei talenti che premieranno il frequente uso di determinate armi e soluzioni) e quali valori potenziare sono il cuore di questo GDR. Una volta presa la mano, sarà facile diventare il miglior Netrunner della zona o il miglior Solitario di Night City. Interessante anche come in realtà potrete essere Netrunner d’azione o furtivi, Solitari d’assalto o basati sulla resistenza. Insomma, se vi aspettavate un gioco libero (nelle possibilità che un videogioco può avere) e capace di farvi vivere in una città che respira, Cyberpunk 2077 è il titolo che fa al caso vostro.

Cyberpunk 2077La Tecnica

E qui arriva il tasto dolente: il gioco lo abbiamo provato a fondo su PS4, PS5, Google Stadia e PC (con varie configurazioni, da una semplice 1070Ti fino alla 2080Ti), e l’esperienza è risultata molto differente tra le varie piattaforme. Dividiamo subito il tutto in tre macro-categorie:

  • PlayStation 4 (Fat e Slim), Xbox One (Fat e S): il gioco gira male, cala sotto i 30 FPS, crasha spesso e ha caricamenti devastanti.
  • PlayStation 4 Pro, Xbox One X, PlayStation 5, Xbox Series S/X: il gioco gira, spesso sopra i 30 FPS, ogni tanto crasha e funziona molto più velocemente su SSD
  • PC, Google Stadia, GeForce Now: il gioco va liscio che è un piacere

Avendo provato almeno una piattaforma per categoria, partiamo dalle cose positive: il mondo di gioco è dettagliato all’inverosimile, ogni riflesso e ogni luce è viva e pulsante, ogni scorcio mostra una potenza tecnica inverosimile. Girare per Night City e per le Badlands a piedi o in auto permette di vedere qualcosa di raro, una cura nei dettagli che non ricade nell’uso frequente di texture simili, ma che mostrano uno studio per ogni singolo angolo della mappa. Questo tipo di cura spesso si vede nei single player lineari, e quindi riesce a far restare di stucco. I bug ovviamente rimangono, ma sappiamo già che quelli verranno risolti nel breve periodo.

Purtroppo un PC medio riesce a far girare bene il gioco, ma una PlayStation 5 porterà a diffusi crash: spesso la cosa succede quando si visita una parte della città distante da dove si è partiti, come a mostrare una falla nel caricamento generale (ricordiamo che il gioco non prevede caricamenti tra un distretto e l’altro). Preparatevi quindi ad almeno un crash durante la sessione, qualche calo di frame nelle fasi più concitate e i soliti bug, perché per il resto il gioco va abbastanza discretamente. Su Stadia il titolo è fantastico (specialmente se avete un’ottima connessione e un abbonamento Pro), ed è la seconda versione migliore del gioco.

Sulle vecchie console invece il problema è grave; la produzione presenta problemi frequenti, è ingiocabile nelle fasi concitate e non è il Cyberpunk 2077 che ci aspettavamo. Certo, tutto il resto sta lì, dalla libertà narrativa alla genialità del design, ma queste indubbie qualità sono bloccate dal collo di bottiglia dato dalla poca potenza delle piattaforme. Purtroppo questo inficia nella valutazione generale del titolo, motivo per cui qui sotto vi metteremo 3 giudizi: uno dedicato alla versione PC, uno a quella old-gen, e infine una media delle due, valore che saremo contenti di cambiare nei prossimi mesi con l’arrivo delle patch.

Cyberpunk 2077
8
Voto 8
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.