Crysis 101: tutti i dettagli sul gioco

Pronti a (r)indossare la Nanotuta? Le isole Lingshan ci aspettano in una versione rimessa a lucido.

Valeria Girardi
Di Valeria Girardi GL Originals Lettura da 8 minuti

Come probabilmente saprete, il 17 aprile scorso la software house tedesca Crytek ha deciso di mostrare il primo teaser trailer della versione remastered di Crysis, uno dei capisaldi del genere FPS che innumerevoli giocatori conoscono molto bene. Il brevissimo filmato non ha mostrato nessuna fase di gameplay, in verità, però ha lasciato intravedere lo storico protagonista con indosso l’iconica Nanotuta.

In totale, il franchise conta finora quattro importanti capitoli. La serie principale è composta da Crysis, Crysis 2 e Crysis 3, ma si ricorda anche Crysis Warhead per via della sua trama laterale rispetto all’originale. Al momento soltanto il primissimo capitolo è stato eletto per una versione remastered, della quale tra l’altro non è stata ancora rivelata una data ufficiale di rilascio. Ciò che sappiamo, però, è che giungerà su PC (stavolta, si spera, senza troppi problemi), PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, grazie a una fruttuosa collaborazione tra Crytek e lo studio Saber Interactive. Ma perché giocare ancora a Crysis nonostante i suoi tredici anni d’età? Vale ancora la pena (ri)mettere le mani su un titolo del genere?

Il primo capitolo, il debutto della Nanotuta

Il primissimo Crysis ha preso ufficialmente vita nel 2007, sotto l’ala preziosa e possente della Crytek. Nel titolo capostipite della saga siamo chiamati a impersonare i panni di un soldato americano di nome Nomad, equipaggiato con l’iconica e versatile Nanotuta. Un ultimo ritrovato tecnologico, questo, in grado di svolgere quattro funzioni principali, quali Corazza, Forza, Velocità e Occultamento, che possiamo sfruttare per creare tattiche vincenti contro i Ceph, alieni insettoidi che minacciano di distruggere l’umanità e di invadere la Terra. Una vera e propria crisi mondiale, questa, che siamo dunque chiamati a scongiurare approcciandoci a uno stile che ci offre una grande personalizzazione di gioco.

Perché ciò che inizia come una semplice missione di salvataggio nelle isole Lingshan diventa il campo di battaglia di una nuova guerra mondiale, da combattere con astuzia, forza, ingegno e rapidità, creando soluzioni creative per ogni tipo di combattimento e sfruttando un enorme arsenale di armi modulari. La personalizzazione, infatti, non conta soltanto della combinazione delle varie abilità della Nanotuta, ma anche del ricco comparto armi, con la possibilità di modificare i propri supporti allo scontro aggiungendo o rimuovendo accessori di vario genere, tra silenziatori, ottiche, proiettili e altro ancora; il tutto in un ambiente in continua evoluzione, che richiederà l’adattamento e (l’adottamento) di tattiche ed equipaggiamento mirato a dominare i nemici, i quali si muoveranno in un enorme mondo sandbox.

crysis - nanotuta

Ma ci gira Crysis?

La vera “crisi”, però, era quella affrontata dai PC di vecchia generazione che tentavano di far girare il gioco. Il primo capitolo – ancor più dei suoi successori – sfruttava infatti la più recente tecnologia grafica dell’epoca, e torturatore per eccellenza era proprio il CryENGINE, il motore grafico sviluppato da Crytek e che rendeva possibile raggiungere un livello di “realismo” veramente impressionante per quegli anni. Al momento del suo rilascio, Crysis godeva quindi di un motore incredibilmente complesso che richiedeva potenza di elaborazione che la maggior parte dei computer non era in grado di sostenere. Per questo si è diffusa ironicamente – ma nemmeno tanto – la ben nota battuta “ma ci gira Crysis?” quando, tra amici, si parlava della propria postazione più o meno all’avanguardia. La reputazione di titolo “critico” deriva da tutta una serie di meravigliosi effetti che il gioco era in grado di sfoggiare e che a quei tempi forse nessun altro titolo era capace di eguagliare.

Crysis era – ed è – in grado di eseguire un ciclo completo di illuminazione di 24 ore, offrire un rendering dell’oceano iper-realistico, una simulazione di scattering atmosferico, con i raggi crepuscolari del sole, l’illuminazione posteriore degli alberi e le incredibili distanze visive riempite fino all’orlo di creature NPC e AI. Una complessità e una ricchezza visive, quelle di Crysis, rintracciabili fin nei minimi dettagli, fin nella vegetazione dell’isola che si muoveva al ritmo dei nostri passi. Senza poi dimenticare la character technology a quei tempi così tanto avanzata, e di impronta molto più “realistica” rispetto ai competitor dell’epoca; osservare gli occhi e i capelli dei personaggi era infatti una gioia per le pupille dei videogiocatori. Ma si parla anche di distruttibilità e dinamicità del mondo di gioco, con gli elementi ambientali che se colpiti dal fuoco delle nostre armi si danneggiano (o crollano, travolgendo ciò che vi è sotto, nel caso degli edifici), e che se presi in mano possono essere lanciati e sfruttati per colpire i nemici. Alla luce di ciò, nonostante i tredici anni passati, quella di Crysis è una serie che ancora oggi riesce a gettare le basi e a improntare notevoli influenze per i titoli contemporanei. Influente quindi, ma anche innovativo e divertente. Non rimane difficile capire, allora, la scelta di una sua riproposizione ai giocatori contemporanei. Ne sentivamo sicuramente il bisogno, anche ora che il settore sembra puntare tutto alla corsa degli open-world.

crysis - ambiente

Remastered, non remake

Sono anni che si vociferava e si attendeva con una certa trepidazione una nuova uscita a tema Crysis. Di una sua possibile remastered se ne parlava già e anzi, a parlarne era stato anche Rok Erjavec, il direttore tecnico della casa di sviluppo tedesca. Alla fine dei conti sono passati ben quattro anni dalle sue ultime dichiarazioni, ma l’annuncio è finalmente arrivato. Si tratterà di una remastered molto estesa, ma non di un remake. Secondo quanto spiegato proprio dal comunicato ufficiale, infatti, Crysis Remastered includerà la campagna giocatore singolo offrendo al contempo un insieme di texture di alta qualità, un pacchetto di texture HD, risorse artistiche migliorate, anti-aliasing temporale, SSDO, SVOGI, campi di profondità all’avanguardia, nuove impostazioni di illuminazione e motion blur.

Ma non solo, perché ulteriori aggiunte, poi, riguardano anche la nebbia volumetrica e i fasci di luce, il ray tracing basato su software e screen space reflections che, in combo, offrono un importante aggiornamento visivo a questa classica esperienza FPS. Nonostante i difetti del tempo – si parla più che altro di una serie di problemi di ottimizzazione, di una AI dai comportamenti poco convincenti, e di alcuni inghippi riscontrabili in alcune sequenze di gioco – nel 2020 si torna finalmente a giocare Crysis, con una remastered forse meno preferita rispetto a un remake, ma che farà sicuramente la gioia di tutti gli appassionati (e non solo) della serie.

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Amante della musica, della scrittura e della lettura, ha una gatta nera che le fa compagnia. Tra i suoi hobby, videogames e fumetti, con i quali evade dal mondo sintetico e monotono della quotidianità.