CRYMACHINA – Recensione, dagli Antenati con furore

Ecco la nostra recensione di CRYMACHINA, l'ultima creazione di FuRyu nonché seguito spirituale di Crystar. Come si comporta il gioco?

Livio Accarino
Di Livio Accarino Recensioni Lettura da 11 minuti
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CRYMACHINA

CRYMACHINA è l’ultima creazione di FuRyu, e si tratta di una sorta di seguito spirituale di Crystar, un dungeon crawler uscito 5 anni fa con combattimenti in tempo reale e personaggi super deformed. Questo presentava livelli molto brevi che una volta completati ci facevano ottenere delle lacrime in grado di risvegliavare poteri latenti. Probabilmente la formula adottata ai tempi da FuRyu non piacque particolarmente, o comunque aveva bisogno di essere rielaborata meglio ed evoluta, ed è per questo che CRYMACHINA cambia, e adesso leggerete la nostra recensione della versione PS5.

Con uno stile grafico in cel-shading richiamante gli anime (intervallato anche da veri e propri filmati, come quello di apertura), CRYMACHINA narra di una guerra avvenuta duemila anni prima, e della fine dell’intera razza umana sei anni dopo per la scarsezza di risorse sul pianeta. Ma in una struttura spaziale denominata Eden (praticamente la Terra rappresentata nello spazio profondo), degli scienziati crearono una specie di mostri dalle sembianze più disparate chiamati Dei Ex Machina, con lo scopo di ricostruire l’umanità attraverso l’ausilio e la raccolta di particolari dati informatici crittografati contenuti in essi.

Smarrito però Propator, cioè il primo Deus Ex Machina, si creò una rivolta tra i restanti, e così Enoa, l’ottava Deus Ex Machina, con il compito di ricostruire la psiche umana in un mondo virtuale per riprodurre l’animo umano sottoforma di dati informatici, (praticamente come nei film di The Matrix) creò E.V.E, ovvero organismi androidi dalle sembianze umane femminili creati attraverso la rianimazione di tre menti umane, decedute quando si estinse la razza umana a causa della guerra (da qui il titolo del gioco CRYMACHINA). Queste tre eroine sono Lebel Distel (Reben nella versione giapponese del gioco), Mikoto Sengiku e Ami Shido.

La struttura del gioco

A parte il tutorial iniziale, da vivere nei panni di Lebel e dove vi verranno insegnati i controlli di gioco e come combattere, potrete scegliere tutte e tre le vostre eroine, ma sempre seguendo la storia del gioco, che deciderà chi dovrete utilizzare in quel determinato mondo. Nella storia, composta da molteplici pianeti suddivisi in livelli della durata media di dieci minuti l’uno, potrete affrontare missioni libere analoghe dove potrete selezionare chi volete, ai fini di potenziarle a dovere. Questo aiuterà a proseguire con i pianeti della storia dove si tengono le missioni principali, e dove sarete obbligati ad usare chi di dovere. Ognuna di esse ha caratteristiche completamente diverse ed anche armi ed abilità specifiche. Per esempio Lebel potrà far affidamento maggiormente su lance, spade, un arco da distanza con proiettili esplosivi (che hanno anche le altre due), ma anche oggetti da lancio esplosivi; Mikoto potrà far affidamento sulle katane ma sarà meno portata per il combattimento da distanza, Ami Shido invece avrà un martellone enorme da utilizzare a due mani dalla forza incredibile, in grado di sbaragliare decine di nemici senza troppi problemi usandolo come una trottola (qualcuno si ricorda la falce a Ninja Gaiden 3 Razor’s Edge?).

Ognuna delle tre protagoniste, oltre ad essere equipaggiata con le armi descritte – che contraddistinguono la loro classe di competenza – hanno anche degli slot personalizzabili con skills, abilità specifiche da equipaggiare sia in quelli per le armi, sia nelle armor da trovare nei vari pianeti. All’inizio di ogni mondo, troverete anche Noel, un NPC che funge da venditore e che vi chiederà ogni volta se volete spendere 200 di Ego (una valuta in game che serve per potenziare le nostre tre protagoniste quando torneremo all’Eden, l’hub del gioco), per trovare oggetti più rari nel livello e per ottenere un codice da far decifrare a Enoa una volta tornati all’Eden, che vi darà ulteriori oggetti ed armature da equipaggiare migliorando le caratteristiche delle vostre eroine.

A parte gli oggetti da equipaggiare, le vostre eroine possiedono un livello di esperienza, che aumenta spendendo Ego una volta tornati all’Eden, e avrete la possibilità di migliorare anche singolarmente svariate statistiche come l’energia, l’attacco, la difesa, ma anche velocità di attacco, velocità di schivata, resistenza ai danni e tanto altro.

Come è ormai di consueto in ogni gioco d’azione, sotto la barra dei vostri HP (cioè i punti vita), ci sarà una barra della stamina (energia che serve per fare le mosse e schivare) mentre da entrambi i lati ci saranno le skills equipaggiate per le armi utilizzate, e in alto a sinistra gli oggetti che avrete deciso di portare nel livello.

Quanto ai nemici, i più deboli avranno una sola barra di energia, ma tutti gli altri avranno una vera e propria barriera che dovrà essere abbattuta con gli attacchi esplosivi a distanza o altri sistemi per eluderla. Il sistema di combo, che vi verrà spiegato durante il tutorial del gioco, consiste nel lanciare in aria l’avversario una volta che le sue difese saranno indebolite, per poi lanciargli un attacco speciale devastante una volta tornato a terra, che porrà fine alla sua esistenza. Ovviamente alla fine di quasi ogni livello, vi attenderà un boss che potrà essere più o meno impegnativo a seconda dei vostri riflessi, tra schivate perfette, contromosse, combo complesse e strategie difensive ed offensive.

End Game? Dipende

Se la storia, tranne in alcuni frangenti non ci è sembrata particolarmente impegnativa (si parla di una durata complessiva di quindici ore circa, ma che aumenta parecchio con gli extra), l’End Game e la sua struttura ci hanno fatto ricredere. Ciò che non vi abbiamo detto prima è che durante i dialoghi del gioco otterrete delle coordinate di numerosi pianeti dove potervi dirigere. A differenza dei pianeti dove si svolge la storia, se si tratta di un pianeta a voi ignoto, non conoscerete i livelli dei nemici di quel determinato pianeta, e potrebbe capitare che questi siano molto più alti del vostro (potrete sempre uscire dal livello quando e come vorrete), ma che se sconfitti vi faranno aumentare di livello a dismisura. L’esperienza raccolta con un personaggio sarà condivisibile anche con gli altri una volta tornati all’Eden, quindi se per esempio volete potenziare Leben non necessariamente dovrete usare lei, ma potreste usare anche altre eroine in vostro possesso.

Questo è sicuramente un bene, ma avremmo apprezzato tale libertà anche durante la storia del gioco, dove invece si è obbligati ad utilizzare il personaggio designato che non necessariamente rientra nelle nostre corde. L’unico problema che abbiamo notato nell’End Game è che i nemici sotto il vostro livello sarà come non averli mai affrontati perché non vi daranno assolutamente nulla in termini di punti esperienza (invece sarebbe stato opportuno che anche se un minimo ma sarebbe stato bene ottenerlo). Al contrario risulterà molto difficile battere quelli di almeno dieci o venti livelli superiori a voi, ma saranno necessari per potenziarsi a dovere (siamo stati polverizzati da dei nemici di livello 120 quando eravamo circa al 100), al fine di terminare i pianeti nei quali sono nascosti boss fortissimi, ma anche oggetti speciali. Tale difficoltà è data dal fatto che il diminuire del livello si traduce nel mancare del tutto il nemico, non mettendo a segno gli attacchi che effettuiamo, mentre saremo molto più vulnerabili a quelli ricevuti, che risulteranno per noi devastanti e deleteri e ci faranno fuori in men che non si dica.

Come tutti i giochi con un End Game basato sul farming, potrebbe venirvi a noia per il semplice motivo che si tratta solo di andare a giro ad esplorare i pianeti restanti alla ricerca di un grado di frustrazione allucinante – a nostro avviso – che solo i più temerari decideranno di affrontare. Oltretutto non tutti i pianeti prevedono dei nemici, ma alcuni solo un boss da affrontare, e altri anche solo oggetti da raccogliere.

Tecnicamente parlando

Dal punto di vista tecnico, il gioco risulta molto fluido nella versione da noi testata, complice probabilmente anche la grafica in cel-shading in stile anime, molto pulita e molto leggera dal punto di vista del motore grafico. Non abbiamo mai riscontrato cali di framerate, cosa molto importante in un gioco d’azione come questo, dove la velocità è tutto. Le musiche del gioco risultano sempre azzeccate, anche durante i numerosi dialoghi e scene di intermezzo che costituiscono l’intera storia. Ottimo il doppiaggio giapponese, nonché la traduzione in lingua inglese.

La telecamera invece purtroppo risulta parecchio ballerina, come già visto ai tempi di Ninja Gaiden ed in altre produzioni analoghe (anche se con la pressione del tasto R3 avrete a disposizione il Lock On sia sui boss, sia sui nemici singoli sparsi nei livelli), il che si tradurrà nel far risultare molto più impegnativi i combattimenti con determinati boss che già risultavano difficili di suo, andando a pressare sulla difficoltà del gioco non sempre equilibrata.

CRYMACHINA
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Voto 8
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Classe 1986, giocatore, collezionista, negoziante e beta tester !