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Creatures of Ava, un’avventura che ribalta il concetto di monster taming

Uno dei più vividi ricordi che ho delle mie partite infantili a Sonic è il momento in cui, sconfitto il boss di turno, liberavo gli animaletti della foresta dalla capsula dove erano stati imprigionati dal perfido Dottor Robotnik. Questa azione così semplice mi forniva tutto l’appagamento di cui avevo bisogno per affrontare il gioco. Quei poveri animali andavano salvati, a qualsiasi costo. A distanza di tanti anni, è come se un team di sviluppo si fosse improvvisamente reso conto di quanto significativo possa essere il gesto di aiutare un’altra  creatura (persona o animale), e abbia deciso di farne la meccanica di gioco principale attorno alla quale costruire il proprio videogioco.

Annunciato nel corso della Summer Game Fest e più precisamente all’interno del Guerrilla Collective, Creatures of Ava è l’opera seconda dello spagnolo Inverge Studios, fattosi conoscere nel 2019 per il platform nostalgico Effie, e tornato ora con questa rilassante avventura a mondo aperto che rivolta come un calzino il genere monster taming.

Creatures of Ava incipit

Qua la mano… anzi, la zampa!

Il gioco si apre con una sequenza animata che vede la sfortunata astronauta Victoria Hamilton costretta a un atterraggio di fortuna sul misterioso pianeta Ava. Salvatasi per miracolo, alla giovane ricercatrice non resta che avventurarsi nella lussureggiante foresta aliena alla ricerca di un modo per ristabilire le comunicazioni con la collega Tabitha, e poter dare inizio alla missione di salvataggio. Non di sé stessa, ma del pianeta!

Ava infatti è piagato da una misteriosa malattia nota come “avvizzimento”, che colpisce senza apparente criterio potenzialmente qualsiasi creatura vivente, vegetale o animale. Esplorando delle antiche rovine entreremo ben presto in possesso del Nafitar, un antico manufatto di una civiltà misteriosa ormai scomparsa, dotato del potere di curare l’avvizzimento. Senza voler svelare altro della trama del gioco, basti dire che da quel momento in poi dovremo esplorare le lande del pianeta alla ricerca di creature da curare e salvare, intrecciando al contempo delle relazioni con i nativi, cosa che si preannuncia non semplice a causa della diffidenza con cui gli umani sono guardati.

In effetti è proprio questo il nucleo tematico del gioco, evidente già da queste primissime ore di gameplay: è possibile che l’umanità si auto-condanni allo sfruttamento delle risorse di un pianeta fino a consumarlo, nonostante questo comportamento finisca per minacciare la sua stessa sopravvivenza?

È possibile immaginare un altro modello di sviluppo, più in armonia con la natura e le creature viventi? L’afflato ecologista scorre potente in Creatures of Ava, e si sostanzia in un gameplay che ci vede impegnati a esplorare i quattro biomi del pianeta – nella demo affrontiamo il primo – per aiutare, guarire e catalogare la fauna locale.

In termini puramente ludici si tratta di un’avventura in terza persona a mondo aperto, con elementi platform e puzzle, nonché una meccanica che è di fatto l’esatto opposto del monster taming: invece che combattere e soggiogare creature dobbiamo studiarle e dar loro una mano, salvaguardando il loro habitat e imparando a convivere in armonia. Come detto la prova è stata piuttosto breve, ma sufficiente comunque a delineare tutte le meccaniche principali in cui si articola un gameplay che appare adatto a chiunque cerchi un’esperienza rilassante ma non per questo triviale.

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Tutti in posa

Oltre alla componente esplorativa che vi farà fare su e giù per le esotiche ambientazioni del mondo, gran parte del tempo lo passerete interagendo con la fauna selvatica. Le creature possono essere amichevoli, diffidenti o infette, ovvero piagate dall’avvizzimento. In ogni caso la prima cosa che dovrete fare una volta che vi imbattete in una nuova creatura è fotografarla, per sbloccare la relativa voce nel database digitale, che andrà a riempirsi man mano che approfondirete la conoscenza della specie in questione.

Creatures of Ava foto

Catalogare, estrarre informazioni, interagire con le creature: dinamiche che mi hanno richiamato alla mente Beyond Good & Evil, indimenticabile avventura targata Ubisoft e partorita dal genio creativo di Michel Ancel, tra i primi giochi ad aver concepito l’utilizzo di una macchina fotografica in-game come fondamentale meccanica di gioco. L’ispirazione è palese, ma non per questo Creatures of Ava manca di offerta ludica.

Tanto più che le interazioni con gli animali sono variegate e spesso divertenti: ogni creatura può essere addomesticata tramite un flauto con il quale potete replicare una melodia “cantata” dall’animale stesso. Se ci riuscirete, la creatura si legherà a voi e vi seguirà. Fatto questo potrete salvarla tramite portali di teletrasporto rapidi, oppure assumerne il controllo. A cosa serve? Ogni animale ha un’abilità unica, con la quale potrete aprirvi percorsi bloccati, accedere a zone precluse e racimolare oggetti extra interagendo con elementi specifici del mondo di gioco. In questo senso la cura degli animali diventa contemporaneamente sia il mezzo sia il fine dell’esperienza.

Creatures of Ava combattimento

Ho accennato prima alla presenza di creature infette: queste saranno ostili nei vostri confronti, e prima di aiutarle dovrete purificarle tramite il Nafitar, mantenendo la connessione con essere per un tempo prestabilito. La cosa non sarà semplicissima perché l’esemplare proverà ad attaccarvi, dunque dovrete prepararvi a schivare e tenere d’occhio la situazione attorno a voi, onde evitare di essere ingaggiati da altre creature ostili nei paraggi. In questi frangenti la telecamera mostra qualche problema, e l’assenza di un lock-on sulla creatura ingaggiata è un difetto che speriamo venga corretto in sede di lancio.

In conclusione, Creatures of Ava offre un gameplay ricco di attività e il suo basso livello di sfida lo rende adatto a chi cerca un’esperienza accomodante; ora come ora l’incognita principale è la sua tenuta e varietà sul lungo periodo. Le interazioni disponibili nella demo erano molto semplici, così come i puzzle e le fasi action (non li chiamiamo combattimenti perché in effetti dobbiamo schivare gli avversari e non colpirli), e se la sfida rimanesse troppo insignificante potrebbe far scemare l’interesse dopo poche ore. In ogni caso questa prova ci ha lasciato sensazioni positive, e chiunque sia in cerca di un’avventura rilassante e basata sulla non violenza dovrebbe farci un pensierino.

Creatures of Ava uscirà su PC e Xbox e sarà disponibile al day one anche su Game Pass.

Alessandro Giovannini
Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; al pomeriggio guardavo Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; di sera mi cimentavo nelle avventure grafiche di Lucas Arts sul glorioso PC con Windows 95. Poi sono venuti gli studi e la laurea in cinema oltre al lavoro come videomaker freelance. In tutto ciò non ho mai abbandonato il gaming, che ho combinato con la mia passione per la scrittura e il mio approccio analitico.

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