Uscito nel 2016 per PC e dispositivi mobile, Crashlands, titolo sandbox di Butterscotch Shenanigans, l’8 novembre scorso è arrivato anche su Nintendo Switch. In linea di massima il gioco ha mantenuto le sue caratteristiche originali, aggiungendo qualche piccola novità dal punto di vista del gameplay che avremo modo di approfondire nella recensione che segue. Il titolo ci porta da subito nei panni di Flux Dabes, un “fattorino spaziale” che ha il compito di recapitare degli importanti pacchi per conto di una ditta di spedizioni intergalattica. Tuttavia durante il viaggio per consegnare la merce Flux viene attaccato da uno strano alieno megalomane di nome Hewgodooko. L’attacco dell’alieno ha come unico scopo quello di prendere alcuni pezzi della nave spaziale del protagonista, così facendo però quest’ultima viene distrutta e il povero fattorino, assieme al suo amico robot JuiceBox, è costretto ad un atterraggio di fortuna nelle pericolose lande del pianeta Woanope, dove il duo sarà costretto a sopravvivere fin quando non riusciranno ad inviare un messaggio dell’accaduto alla ditta di spedizioni.
Follow the Flux
All’interno del titolo, oltre alla classica modalità storia, ci sono altre due modalità di gioco, le quali però necessiteranno di alcuni requisiti per essere sbloccate. La prima modalità potrà essere giocata solamente dopo aver raggiunto il secondo bioma all’interno della modalità storia (per chi non fosse avvezzo di terminologia, i biomi sono vaste aree che presentano determinate caratteristiche in ambito di flora e fauna). Per quanto riguarda invece la terza modalità di gioco, questa può essere sbloccata solamente dopo aver giocato alle due modalità precedenti. In buona sostanza però si tratta sempre di due modalità storia con delle caratteristiche leggermente differenti rispetto a quella classica di cui sopra. Tuttavia Butterscotch Shenanigans non ha di certo fatto mancare le novità in questa versione del titolo per Nintendo Switch, infatti sull’ibrida della grande N è possibile vivere straordinarie avventure su Woanope in compagnia di un amico giocando in Co-Op e collaborando per sopravvivere all’ostico ambiente del pianeta.
A livello tecnico Crashlands si presenta come un titolo sandbox con componenti RPG e visuale dall’alto che ha tanto da vendere in fatto di originalità e giocabilità. Infatti il gioco può essere affiancato a titoli del calibro di Don’t Starve o, più comunemente, Minecraft (grazie alle sue studiate meccaniche di crafting). Il gioco però non si ferma ad offrire un’esperienza praticamente infinita, come del resto fa la maggior parte dei titoli del genere, ma va oltre regalando ore e ore di risate grazie a dialoghi a tratti demenziali ma che riescono bene nel loro intento di far ridere e di mostrare la disperata situazione del povero Flux e del suo robot JuiceBox sotto una luce ancora più ironica.
Animalize
Tratto particolare del titolo è l’attenzione messa, da parte degli sviluppatori, per le varie specie animali aliene ostili, le quali sono ben pensate e variegate per i vari biomi di cui è composta l’enorme mappa di gioco, completamente esplorabile fin dalle prime fasi. Un ulteriore punto a favore del titolo è la possibilità di avere un “animaletto domestico”: è possibile ottenere uova che possono essere covate (attraverso dei nidi craftabili) e dalle quali nasceranno cuccioli di varie specie. Questi animali potranno essere sfruttati in diversi modi, dalla possibilità di tenerli come animali da compagnia, fino a quella di usarli come “fabbriche” di sostanze nutritive o simili, passando per l’opportunità di portarli con se all’avventura e vederli combattere al proprio fianco contro le più feroci creature ostili.
Tuttavia Crashlands non è esente da pecche, infatti se da un lato il gioco ha degli ottimi pregi in fatto di giocabilità e originalità – godendo inoltre di un sistema di combattimento molto semplice e intuitivo – non si può dire lo stesso per i comandi e per il menù, che risultano poco ottimizzati. In particolare il menù dell’equipaggiamento risulta essere davvero poco intuitivo e richiede diverso tempo prima di poter essere sfruttato al meglio delle sue possibilità, permettendo quindi di ottimizzare l’armamento e l’armatura del proprio personaggio al meglio. In più una piccola nota va posta nei confronti della colonna sonora la quale, seppure ben si presta al tipo di gioco di cui fa parte, risulta essere davvero poco memorabile e completamente trascurabile se non ridondante e alla lunga fastidiosa e fin troppo ripetitiva.
Tirando le somme possiamo dire che questo titolo sviluppato da Butterscotch Shenanigans si presenta bene nel suo stile sandbox, RPG. Riesce a unire elementi di gioco classici e riconoscibili ad una serie di componenti innovative e ad un ambientazione colorata, mai scontata e che rispecchia appieno la natura scherzosa e ironica di cui la storia si permea per gran parte della sua quest line principale e anche secondaria. Tuttavia però sebbene ci siano molti aspetti del gioco che sono stati realizzati minuziosamente, il titolo zoppica dal punto di vista della navigazione tra i menù durante il gameplay, e in più presenta una colonna sonora che avrebbe davvero bisogno di qualche traccia audio in più.