Nelle ultime ore ha tenuto banco una notizia di cronaca decisamente poco piacevole riguardo al senato italiano e che indirettamente ha incluso anche i videogiochi. Parliamo del caso di vandalismo su Zoom che ha colpito la riunione di alcuni senatori del nostro parlamento, i quali sono stati interrotti da una serie di video hentai di Final Fantasy VII su Tifa Lockhart e altri personaggi, a causa di un attacco hacker.
L’evento pubblico di riunione fra i senatori ha certamente destato lo scandalo, essendo una riunione ufficiale di membri dello Stato Italiano, e purtroppo ha fatto il giro del mondo arrivando anche alle orecchie dei nostri colleghi anglofoni che come era prevedibile hanno ripreso la situazione con un certo interesse.
Per chi si fosse perso quest’ultima bravata di alcuni ignoti hacker informatici, parliamo di un fenomeno purtroppo abbastanza diffuso, e in generale si tratta dell’intrusione all’interno di chiamate o videochiamata sul noto portale Zoom o simili, da parte di malintenzionati che di solito inseriscono contenuti pornografici con lo scopo di disturbare e bloccare l’attività in corso.
Un non meglio specificato Alex Spence ha quindi fatto irruzione all’interno della chiamata fra i senatori e ha cominciato a riprodurre dei video proprio sul gioco di Final Fantasy VII che ritraevano il noto personaggio di Tifa Lockhart in azioni esplicite, grazie all’utilizzo della CG. Ovviamente tale irruzione ha provocato delle forti reazioni da parte dei presenti.
Il video è stato bloccato dagli addetti alla sicurezza, ma prima che potessero cacciare finalmente via il disturbatore (o meglio questo vandalo di Zoom) l’hacker è riuscito a far vedere un altro contenuto, questa volta però a tema Genshin Impact. La situazione, dopo diverse decine di secondi di panico e imbarazzo si è conclusa con l’espulsione del vandalo e con la ripresa delle attività.
Certamente tale evento ha causato una serie di risposte molto dure da parte dei politici interessati durante la chiamata, che hanno minacciato i responsabili parlando di forti ripercussioni legali. Purtroppo però, perseguire i perpetuatori di tali comportamenti non è affatto facile, visto che è possibile che si parli di attacchi informatici provenienti da utenti residenti anche in altri paesi.
Noi ovviamente critichiamo in toto tale avvenimento e ci auguriamo che i responsabili vengano individuati e puniti per quella che può sembrare una “bravata”, ma che in sostanza è un reato informatico.