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Child of Light: le origini e il destino di un’opera d’arte

Era l’aprile del 2014 quando lo studio di sviluppo canadese, Ubisoft Montreal, stupì con il trailer di Child of Light, un vero e proprio esperimento videoludico, un platform RPG a turni con l’obiettivo di catturare l’essenza dei più tradizionali giochi dello stesso genere. Sfruttando il motore grafico UbiArt Framework, utilizzato inizialmente per la serie Rayman, Ubisoft presentava tutte le carte in tavola per offrire un’esperienza semplice quanto innovativa: difatti, la sua direzione artistica in pieno stile acquerello, la musica malinconica e la scrittura poetica composta in rima, promettevano un videogioco che sarebbe stato in grado di entrare nel cuore di molti.

Anche se la premessa era di tutto rispetto, qualcosa non convinceva, un dubbio che non riguardava la narrazione di Child of Light, bensì parte della sua identità. Esaminando lo storico lotto sviluppato da Ubisoft fino a quel momento, tra action adventure del calibro di Assassin’s Creed ed FPS come Far Cry, era inevitabile chiedersi se la casa di sviluppo francese fosse all’altezza dei più illustri JRPG come Final Fantasy o Chrono Trigger, vere e proprie pietre miliari che hanno scritto la storia del genere.

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Fu una grande sorpresa realizzare che Child of Light non solo era in grado di soddisfare tutti i criteri che si era riproposto, ma grazie alle sue peculiarità, insieme al suo cast avvincente e al suo mondo fiabesco, divenne immediatamente un innegabile successo in grado di stare in piedi da solo, spingendo i fan di tutto il mondo a chiedere a gran voce un sequel.

Purtroppo però, pur concludendosi in un ricavo economico al punto tale da poter finanziare un seguito, la scelta spettava alla grande compagnia francese, che recentemente abbiamo scoperto non aver mai voluto dare via a quello che poteva diventare un franchise. Patrick Plourde, direttore creativo di Child of Light, si è da sempre mostrato affezionato all’IP e ha più volte dichiarato di aver già scritto un sequel, sperando un giorno di poterlo realizzare.

Eppure, come per ogni fiaba ci si aspetta un lieto fine, pare che Ubisoft sia finalmente intenzionata a dare nuova vita al progetto, accontentando i fan e mostrandosi pronta a sfruttare nuovamente l’IP. Dopo aver annunciato un adattamento serie TV live action di cui si sa ancora ben poco, Patrick Plourde, orgoglioso, avverte in maniera ufficiosa sul suo twitter che Aurora ed Igniculus stanno per tornare. L’allegro ed iconico duo di Child of Light sarà protagonista di una nuova avventura crossover che, pur non essendo un sequel diretto, promette che riuscirà a portare avanti la storia del videogioco.

La “sparizione” di Aurora

Nel 2018 Ubisoft annunciava le vincitrici del “Women’s Film and Television Fellowship“, un programma mirato esclusivamente a promuovere le voci femminili nel settore cinematografico, il cui premio comprendeva l’adattamento di alcune delle molteplici IP della compagnia. La scelta di Tasha Huo, sceneggiatrice di film e serie TV, ricadde su Child of Light con l’intento di adattarlo a serie TV live action. Sebbene la notizia venne accolta con entusiasmo, alcuni fan non potevano evitare di chiedersi se una serie live action potesse essere in grado di rendere giustizia all’IP, in quanto, vista la direzione artistica del videogioco, una visione animata sarebbe stata plausibilmente la decisione più ovvia.

“In quanto sceneggiatrice e giocatrice vuoi fare in modo di rispettare anche il sistema di gioco e cercare in qualche modo di adattarlo il più fedelmente possibile” afferma Tasha Huo nella videointervista, quasi rispondendo in anticipo alle domande che sarebbero arrivate conseguenti l’annuncio, “Quindi per me era come una sfida, riuscire a fare un qualcosa che avrei da sempre voluto fare”. Danielle Kreinik, direttrice dello sviluppo delle serie TV di Ubisoft, non ha fatto che confermare la stima e la passione che la vincitrice nutre nei confronti dell’IP scelta. “[…] Tasha si è presentata con una visione che rispetta il videogioco, e l’adattamento che ha proposto si mescola così facilmente con il prodotto originale che non c’era alcun motivo di intervenire”.

La volontà di rispettare il materiale originale, pur proponendo una narrazione innovativa per l’IP, fa ben sperare. Tasha Huo è del tutto intenzionata a celebrare ciò che ha reso Child of Light un successo, raccontando il viaggio di Aurora alla scoperta di sé stessa, enfatizzando l’importanza della crescita, da bambina a donna, in un mondo pieno di insidie ma altrettante magnificenze. Purtroppo però, tutte le notizie riguardo questo adattamento sono circoscritte all’annuncio, in quanto non sono state rilasciate altre informazioni da allora.

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A suggerirne una possibile cancellazione, o quantomeno un ritardo, è la messa in onda del progetto gemello dello stesso programma. La vincitrice Mishna Wolff, incaricata di adattare Werewolf Within sottoforma di film, ha concluso il suo lavoro ed è attualmente disponibile per la visione, lasciando i fan di Child of Light che attendevano novità sulla serie con ben poche speranze.

Un crossover? Un inedito? E Child of Light 2?

Anche quando un videogioco riscontra un agognato successo, la decisione di “come” e “se” procedere con una IP non spetta al team di sviluppo, bensì all’azienda che ne fa capo. Patrick Plourde si è più volte divertito a stimolare la curiosità dei fan, preannunciando l’e-book sequel del videogioco, arrivato un mese dopo, che non ha poi avuto continuo; passando a fogli posizionati strategicamente per essere notati, che lasciavano ben poco all’immaginazione, senza farsi mancare veri e propri annunci ufficiosi, dove promette – stavolta per davvero – che qualcosa sta per arrivare.

“Fan di #ChildOfLight, vogliamo solo farvi sapere che @Take_Toch [direttore artistico, NdR] ha appena approvato quella che sarà la prossima grande avventura di Aurora ed Igniculus. Aspettatevi notizie per l’inizio del nuovo anno”.

inutile dire che con queste parole, twittate il Novembre del 2021, il primo pensiero è stato quello di un sequel diretto, ma non è passato troppo tempo prima che il direttore creativo tornasse sul social per mettere le cose in chiaro:

“[…] questa volta è reale. Però non è CoL 2. E noi non siamo gli sviluppatori. Aspettatevi un gioco crossover che continua la storia di Aurora dopo che ha attraversato lo specchio alla fine di CoL”.

Smorzato l’entusiasmo, sì, ma neanche troppo. L’ultima volta che Child of Light era in lista per ricevere un crossover si trattava di Bloodstained: Ritual of the Night, in quanto è possibile ascoltare il tema di Aurora nel trailer di lancio del gioco del 2019. Questa resta ancora l’ipotesi più accreditata, specialmente dopo l’anticipazione del prossimo aggiornamento del gioco annunciato da ArtPlay ad Ottobre del 2021:

“Il nostro prossimo aggiornamento introdurrà un nuovo personaggio giocabile. Questa è una modifica nella nostra tabella di marcia. Possiamo confermare che questo nuovo personaggio NON viene dal mondo di Bloodstained. Abbiamo lavorato a stretto contatto con un partner ben conosciuto per portare il loro personaggio (e un amico) nel gioco.”

Mettendo insieme le informazioni fornite da Patrick Plourde, la disposizione temporale di questi annunci, e il chiaro indizio che Child of Light doveva prendere parte al nuovo mondo del creatore di Castelvania, è impossibile non pensare che il personaggio a cui ci si riferisce sia Aurora, e che l’amico non sia altri che il piccolo Igniculus.

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Tra le tante ipotesi plausibili vi è anche l’utilizzo di un’altra IP attualmente dormiente, e chi se non una delle icone Ubisoft più conosciute nel campo videoludico, nonché beneficiario dello stesso motore grafico? Rayman è sicuramente un candidato possibile per questa nuova avventura, e non sarebbe così assurdo pensare che, attraversando lo specchio, Aurora ed Igniculus siano finiti in un mondo né umano né lemuriano, ma totalmente diverso da quelli che conoscono.

Le possibilità sono molteplici, e i rischi sono tanti, soprattutto considerando che il team originale non sembra essere direttamente coinvolto ma che abbia comunque supervisionato almeno le scelte narrative. Le dichiarazioni di Patrick Plourde suggeriscono anche un possibile videogioco totalmente inedito, portando a pensare che il crossover potrebbe presentare un sistema di gioco del tutto diverso, allontanandosi dalla struttura Platform RPG, e perché no, optare per una resa differente, permettendo magari di ammirare Aurora ed Igniculus con una grafica più realistica.

Se da una parte è giusto essere preoccupati, dall’altra è anche vero che questi crossover, in genere, non svalutano il prodotto originale, e che, per quanto canonici, possono essere presi come titoli a sé stanti, risultando spesso in avventure che gli stessi protagonisti non ricordano di aver mai vissuto.

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Mentre ancora si aspetta e si spera in un sequel diretto del videogioco, non resta che fidarsi delle parole di Patrick Plourde, che garantisce che il crossover sarà “divertentissimo, sorprendente e creato da sviluppatori che amano l’IP”.

Insomma, è evidente che Ubisoft pur riconoscendo il valore della sua IP, non ha ancora le idee chiare né sa in che direzione proseguire, ma siamo certi che tra crossover, serie TV, o un DLC, Child of Light è ben lontano dall’essere abbandonato, e chissà se avvicinandosi al suo decennale non lo rivedremo in vesti più ufficiali, con il suo meritato e atteso sequel.

Davide Longobardi
Invaghito dei videogiochi sin da piccolo, amante dei JRPG, Survival Horror e le avventure dinamiche, mi ritrovo a scrivere dell'amore che provo per questo mondo, in tutte le sue forme.

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