Che gli zombie siano un evergreen è da anni un dato di fatto, e tutti coloro che avevano scommesso contro definendoli una passeggera “moda del momento” hanno dovuto chinare la testa ed accettare la realtà. I morti viventi alla gente piacciono, dannatamente. Che siano i classici lentoni mangiacervelli, o creature più sviluppate che hanno saputo evolversi nella loro putrida magnificenza, sono stati proposti in tutte le salse nei vari media, e chiaramente il ricco parterre videoludico non si è esentato dall’equazione. Ed è dopo l’epico successo ottenuto col binomio Left 4 Dead – e l’altrettanto fragoroso scivolone di Evolve – che Turtle Rock Studios torna in pompa magna con un nuovo titolo dedicato ai cari vecchi non morti: Back 4 Blood, che abbiamo provato in anteprima durante il suo periodo di Closed Beta.
La nuova avventura, pubblicata da Warner Bros. Interactive Entertainment, per moltissimi fattori si ispira molto a quello che abbiamo già visto con Left 4 Dead, e come possiamo appunto intuire dal nome, Back 4 Blood si pone come seguito spirituale dei vecchi titoli.
“Sotto le scale spappolo cervelli”
Come già saprete, Back 4 Blood è un titolo di stampo FPS cooperativo fino a 4 giocatori, nel quale neanche a dirlo vi ritroverete a sterminare orde e orde di famelici non morti. E proprio la parola “sterminare” va a definire coloro che impersoneremo: gli Sterminatori. Come tali, l’obiettivo principale è portare in alto la bandiera dell’umanità, e fare in modo che essa possa riprendersi ciò che è suo di diritto. Fort Hope è un campo sicuro che fungerà da HUB, dove i giocatori potranno allenarsi con le armi, gestire i propri rifornimenti, preparare le carte dei propri deck, e chiaramente creare le varie partite, che siano parte della campagna o battaglie contro altri giocatori. Queste due modalità sono ben distinte, e ognuna presenta i suoi punti di forza, anche se entrambe potrebbero essere migliorate in determinati dettagli.
La parte di campagna che abbiamo potuto provare in anteprima con la Closed Beta di Back 4 Blood consiste in 2 atti, divisi in 4 capitoli l’uno. Queste missioni sono sostanzialmente brevi, dove la durata è variabile sia in base alla missione stessa, sia all’approccio della squadra di sopravvissuti. In determinate missioni dovremo semplicemente raggiungere il punto di destinazione, ma man mano che si avanza nella storia i compiti da svolgere saranno sempre più complicati, e richiederanno una sinergia di squadra impeccabile. Sono presenti anche alcune attività secondarie uniche, obiettivi con countdown attivo, sezioni in cui la nostra sopravvivenza dipenderà da quanto riusciremo a resistere barricati in una stanza, e così via. Questa costruzione – almeno fino a dove era possibile provarla – rende la campagna molto lineare e scorrevole, soddisfacente sia nel feeling, sia nei contenuti. Non è presente una modalità versus nella campagna come in L4D, quindi questa specifica modalità sarà – almeno per ora – dedicata esclusivamente al PvE con i vostri compagni di ventura.
La modalità versus invece ci contrapporrà ad altri 4 giocatori in partite a round, dove le due squadre si alterneranno e guideranno a turno gli Sterminatori o gli Zombie. Le partite si compongono di diverse fasi dove i sopravvissuti si prepareranno all’assalto degli zombie, ovvero orde di mangiacervelli semplici… e i 4 giocatori, che sceglieranno tra diversi tipi di non morti molto più evoluti e pericolosi, che addirittura possono essere potenziati per diventare ancora più letali. La sfida sta nella resistenza: in ogni round, lo scopo dei sopravvissuti sarà rimanere in vita più tempo della squadra avversaria, e vincerà il team che riuscirà ad aggiudicarsi 2 round su 3. Questa modalità soffre ancora di qualche falla, soprattutto nella struttura, e di qualche piccolo bug legato all’abbandono dei giocatori. Chiaramente stiamo parlando solo della Closed Beta, e siamo sicuri che queste piccolezze saranno limate nella versione finale, con data d’uscita fissata per il 12 ottobre 2021.
Ti faccio il mazzo!
Tra le note più interessanti che abbiamo potuto notare nell’anteprima di Back 4 Blood c’è senza dubbio la sua identità, ma anche la sua personalizzazione. Partiamo dal fatto che per entrambe le modalità, i giocatori avranno a disposizione dei mazzi da costruire in base al proprio stile di gioco, che garantiranno bonus selezionabili in determinati intervalli tra una missione e l’altra o un round e l’altro. Chiaramente i giocatori potranno anche farsi carico di un “ruolo” all’interno del team, abbastanza importante ma non vincolante. Questi mazzi possono conferire bonus decisivi in partita, dalla resistenza, alla ricarica, alle munizioni, fino ad arrivare a vite extra e chi più ne ha più ne metta. Per ora non è chiaro al 100% come il fattore deck potrà essere gestito in futuro, ma la sensazione palpabile è che questa meccanica in particolare abbia ancora molto da raccontare.
Per finire, possiamo parlare del lato tecnico di Back 4 Blood. Abbiamo testato la Closed Beta con diverse piattaforme, passando da PC a PS5 con tanto di prova sul cross-platform, e i risultati sono stati molto incoraggianti: nonostante alcuni piccoli intoppi tra un match e l’altro con abbandono improvviso di parte dei membri (e con la necessità di invitarli di nuovo in squadra), sembra che la macchina sia ben rodata e i server – almeno in questa piccola prima ondata – abbiano retto egregiamente. Il gioco è localizzato bene in italiano, ricco di dialoghi simpatici, una comicità intrinseca che crea interazione tra personaggi, e la loro stessa caratterizzazione. Non sarà raro ad esempio sentirli fare commenti quando rimarranno lontani dal resto del gruppo, o quando si colpiranno a vicenda col fuoco amico; niente di trascendentale, ma di sicuro apprezzato.
Questo primo test quindi ci ha piacevolmente sorpresi, anche se all’effettivo qualche piccola sbavatura può essere corretta. Se c’è un titolo che può ambire a raccogliere lo scettro e a sedere sul posto vacante lasciato da Left 4 Dead, quel titolo sembra proprio Back 4 Blood.