Atelier Sophie 2, protagonista della recensione di oggi, è uno di quei videogiochi che potremmo definire “di nicchia”. Non esistono in generale giochi che piacciono proprio a tutti, ad esempio, chi ama solo il competitivo, da un Mario Odyssey non otterrebbe nulla. Diciamo però che alcuni generi di giochi incontrano i gusti di un numero tendenzialmente minore di persone.
La valutazione di Atelier Sophie 2 in questa recensione, quindi, terrà a mente il pubblico a cui il gioco si rivolge, e se a conti fatti, riesce a soddisfare i gusti di quella fetta d’utenza o se addirittura potrebbe intrigare anche chi non è avvezzo a queste esperienze di gioco. Partiamo.
Introduzione e storia
Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream (il nome completo del nuovo titolo della serie Atelier) è un JRPG per certi versi molto classico. Stile grafico e artistico che richiama quello degli anime giapponesi, tanta profondità a livello di armi, oggetti e potenziamenti, una storia magari non da oscar ma molto leggera e gradevole e, infine, un gameplay relativamente rilassante (pur se a tratti impegnativo) con tanto buon grinding alla base della progressione. Insomma, se apprezzate il genere, questo è un gioco le cui fondamenta sono ideali per voi. Atelier Sophie 2 come JRPG è solido, convincente e presenta delle peculiarità che non si trovano in altre produzioni, perlomeno non in questa forma.
Parlando di gimmick, ossia le sopracitate peculiarità, impossibile non partire da quella principale che caratterizza la serie: l’alchimia. La storia ha infatti come protagonista Sophie, una giovane alchimista che ha imparato quest’attività sia dallo studio, sia dalla sua nonna ormai defunta, dalla quale ha anche ereditato un atelier dove poter portare avanti i suoi esperimenti. Come suggerisce il titolo, gli eventi partono da poco dopo il primo Atelier Sophie, il cui riassunto è disponibile direttamente dal menu principale di questo secondo capitolo. Essendo il primo Sophie invecchiato non benissimo, potete tranquillamente partire dal 2 e sapere quello che vi occorre con il riassunto apposito (tra l’altro con scene filmate, e non con riassunto testuale, un po’ come succedeva su Kingdom Hearts 3).
Per dare un minimo di contesto, nel primo capitolo Sophie fece la conoscenza di Plachta, un’alchimista il cui spirito era rinchiuso in un libro di alchimia. Durante l’avventura riuscì a spostare Plachta dentro una sorta di bambola per darle un corpo temporaneo in attesa di riportarla nel suo, ed è con Plachta e Sophie che inizia questa nuova storia. L’incipit si basa su Plachta e Sophie che vengono risucchiate in un portale nei pressi di un misterioso albero con un cristallo, con Sophie che si ritrova in un nuovo mondo senza però ritrovare Plachta con lei. Viene soccorsa da due ragazze del luogo, che le spiegano di come si tratti di un mondo creato dai sogni delle persone, e che ogni abitante è la persona che ci si è trasferita, ma con il corpo e l’età di un particolare momento della propria vita. Non diciamo altro per motivi di spoiler, però in soldoni l’incipit è quello di un Isekai vero e proprio, con Sophie alla ricerca di Plachta in questo mondo sconosciuto.
La storia è giudicabile senza infamia e senza lode, con dialoghi abbastanza standard per produzioni di questo tipo. Una cosa da segnalare è come riducano al minimo le frasi inconsistenti, mettendo più a fuoco le informazioni che contano davvero, o il necessario per inquadrare i caratteri dei personaggi. Si cade un po’ nel macchiettistico, anzi un po’ tanto spesso e volentieri, però è perfettamente in linea con i videogiochi di questo tipo, e anzi con una piccola marcia in più.
Il gameplay di Atelier Sophie 2
Ok, ora mettiamoci comodi perché abbiamo diverse cose da dire sul gameplay. Non siamo ai livelli di Disgaea 6 (qui la nostra recensione), però Atelier Sophie 2 in quanto a profondità di gioco non scherza di certo. Partiamo riprendendo l’argomento iniziale, ossia la gimmick dell’alchimia. Non è solo un tratto delle protagoniste, svolge anzi un ruolo di assoluta centralità nel gameplay e nell’avanzamento nella storia. In Atelier Sophie 2 diventiamo alchimisti di nome e di fatto, dato che possiamo creare oggetti partendo da altri oggetti/materiali. Ognuno di questi “ingredienti” può avere delle peculiarità e/o essere legato a un elemento (vento, fuoco, ghiaccio e così via). In base al tipo di oggetto che dobbiamo creare, ci verranno richiesti un numero X di tratti elementali per sbloccare effetti attivi o passivi extra, la cui efficacia viene decisa in base alla qualità (variabile) dei materiali che utilizziamo come ingredienti.
Per comprendere come si deve il prossimo passo, fai riferimento all’immagine in basso. La creazione di un oggetto in Atelier Sophie 2 è una sorta di puzzle game, dove abbiamo vari “pezzi alla Tetris” che corrispondono ai tratti elementali che abbiamo menzionato prima. Per esempio quindi, un fiore può avere due tratti fuoco, di cui uno con 3 caselle in linea, e un altro con 2 caselle in diagonale. Ogni tratto, una volta portato nella tabella principale, può essere girato in tutte le direzioni per aiutarci ad incastrarlo come si deve. Sovrapporre un tratto con uno già inserito, o anche solo con una casella, rimuoverà quello precedente per intero.
Non abbiate paura però, si può tornare indietro con le azioni con il tasto Cerchio/B a seconda del pad che state usando. Ogni linea completata aumenterà la percentuale di buona riuscita, aumentando quindi la qualità dell’oggetto finale, così come il piazzare le caselle luminose sopra ai riquadri dello stesso elemento, oppure ancora mettendole in linea. Ci sono ancora molte cose che dovreste sapere, ma Atelier Sophie 2 ha dei tutorial visivi molto semplici per capire tutto al meglio.
Abbiamo trovato questo puzzle game veramente interessante, una colonna portante sin dal primo Atelier Sophie che continua a funzionare. In un mondo videoludico dove ogni crafting si effettua raccogliendo i materiali e premendo un tasto, onestamente, il fatto che quest’azione venga resa un gameplay vero e proprio, non solo annoia meno (dovendola ripetere molto spesso), ma la rende più interattiva e aggiunge profondità, per il discorso dei potenziamenti extra, ottenibili solo completando buoni puzzle e non facendoli a caso. Se poi aggiungiamo che è molto più difficile a dirsi che a farsi, non possiamo che promuovere la feature su tutta la linea.
Creare delle ricette porterà ad aumentare il proprio livello da alchimista, che ci permetterà di poterne creare di più avanzate. Sarà invece possibile sbloccarle combattendo ed esplorando, e trovando di conseguenza nuovi materiali che daranno a Sophie idee per ricette nuove. Si possono consultare quelle disponibili allo sblocco nel menù “Recipes ideas”, che visivamente è simile a uno di skill tree. Per poter andare avanti nella main quest, è necessario avanzare anche nel “Recipes tree“, raccogliendo i materiali richiesti per sbloccare le ricette.
I combattimenti e l’esplorazione sono promossi a loro volta a pieni voti! Il mondo di gioco di Atelier Sophie 2 fa passi da gigante rispetto a quello del primo, con tante migliorie grafiche ma anche di level design. Le aree sono più vaste, di ampio respiro, e la densità di materiali e nemici è davvero ottima. Impossibile guardarsi attorno e non avere almeno 4 spunti di interazione a portata di mano, siano essi oggetti da raccogliere o nemici da sconfiggere. Parlando del combattimento, è il classico sistema a turni di ogni JRPG, con la possibilità di effettuare attacchi base, difendersi entrando in posizione di parata, castare magie o mosse speciali usando i Mana Points, usare oggetti di vario tipo o fuggire se non volessimo affrontare la battaglia.
Per combattere con i nemici in overworld basta entrare in contatto con loro, oppure – e ve lo consigliamo – dare un colpo di bastone con Quadrato/X (sempre a seconda del pad) per avere un vantaggio nei turni. Il tutto con in più un sistema di Twin Moves, ossia il poter utilizzare a costo di Mana ridotto le mosse di due personaggi, uno nel party principale, e l’altro nelle retrovie. Un personaggio nelle retrovie può anche sostituire uno di quelli in campo poco prima di una mossa avversaria che lo bersaglia, entrando in posizione di difesa e diventando il bersaglio del colpo al posto suo.
Servono punti appositi, visibili in una barra semisferica in basso a sinistra, per attivare queste azioni. Il tutto con una difficoltà mai troppo elevata e mai troppo bassa, i nemici di basso livello sono una passeggiata, e quelli di alto livello sono ossi molto duri e richiedono tattica, come è giusto che sia. La cadenza delle battaglie è poi molto serrata, e tornare invece all’Atelier dona una sensazione di meritato relax, per creare cose nuove con i frutti della nostra esplorazione.
Infine ci sono quest secondarie (come uccidere un numero X di nemici o consegnare un numero Y di oggetti con ricompense al completamento) e obiettivi del party, che forniscono Punti Abilità per potenziare i propri personaggi. Riguardo le quest secondarie, gli obiettivi sono visibili sulla mini mappa sotto forma di icone pergamena, con il simbolo della mano per i materiali e il simbolo di due spade incrociate per i mostri da battere. Usciamo quindi un secondo dall’imparzialità della nostra analisi per ringraziere di cuore Gust: Dio solo sa quanto tempo ci siamo risparmiati grazie a queste accortezze!
Una profondità di gioco notevole ma non realmente eccessiva, un combat system classico ma pulito e molto funzionale e, infine, un sistema di progressione e un gameplay loop chiarissimi. Esplora, ottieni materiali/completa incarichi/vai avanti nella storia (tra l’altro queste attività possono essere svolte in contemporanea, quando si esplora per la missione principale), torna all’Atelier per craftare e potenziarti, ripeti. Tre soli step solidissimi e funzionali, oltre che ben bilanciati sia a livello parametrico e sia a livello di sensazioni, con esplorazione e combattimenti dai ritmi molto alti e il relax del crafting. Infine si aggiunge la feature del tempo, con ogni azione dell’Atelier e ogni cambio di mappa che consumano un’ora della giornata (in game ovviamente). Nel primo Sophie il passare del tempo stancava i personaggi, rendendoli molto meno performanti in primis nelle lotte. In Atelier Sophie 2 la fatica non esiste più, rendendo il tutto molto meno tedioso, e il tempo ora serve solo per il cambio delle scorte giornaliere nei negozi, per incontrare certi NPC e per ricaricare gli HP e MP del party dormendo (oltre che per alcune attività/creature diurne o notturne). Il gameplay e in generale il game design di Atelier Sophie 2 sono semplicemente perfetti in ogni loro sfumatura.
Il comparto tecnico
Atelier Sophie 2 ha un comparto tecnico e grafico estremamente piacevole da vedere, con l’art style tipico della serie Atelier. Colori sempre vivi e accesi, modelli nitidi e mappe esteticamente molto belle. C’è anche un filino di verticalità nel level design, andando a sfruttare la possibilità di saltare. Siamo ovviamente ben lontani dalla verticalità di un Elden Ring, ci mancherebbe, però non è questo lo scopo del gioco, e avrebbe funzionato lo stesso persino con mappe completamente piatte. La pecca sta in parte nella fisica, dove ad esempio spesso capelli e abiti non si muovono granché, ma parliamo letteralmente di trovare il pelo nell’uovo. Menzione d’onore anche per le OST, sono tutte meravigliose dalla prima all’ultima e rispecchiano perfettamente il mood del gioco. Alcune potreste volerle in playlist, così come è successo con noi.
La recensione di Atelier Sophie 2 è estremamente positiva, e la valutazione è sulla base di quello che il gioco vuole essere, e su quello che soprattutto riesce ad essere. Un JRPG che ha tanta profondità, un JRPG che non ha sbavature tecniche, di risoluzione, bug o glitch di nessun tipo. Un JRPG che punta forte, e palesemente, sul gameplay ma ha anche una buona storia semplice da seguire, tarata in modo tale da non essere centrale e farci concentrare sulla parte ludica e, come detto, in questo è praticamente perfetto. Atelier Sophie 2 è un grido d’orgoglio dei JRPG vecchia scuola (come lo è stato Dragon Quest XI, qui la recensione) che dimostra che con i giusti svecchiamenti, e le giuste meccaniche, è ancora un gran genere, e quindi si merita un gran voto!