Se c’è una cosa che piano piano sta prendendo piede all’interno della realtà virtuale Sony sono i videogiochi: perché non possiamo definire tali delle esperienze di gioco brevi e quasi dimostrative, spesso viste nei primi anni di vita di questa tecnologia. Dopo aver visto giochi come Superhot VR e Firewall: Zero Hour, ora è il turno dei platform. Vi starete domandando: com’è possibile offrire un’esperienza VR con un platform? Se volete scoprirlo, continuate la lettura, con la consapevolezza che Astro Bot: Rescue Mission è uno dei giochi che i possessori di PlayStation VR non dovranno farsi scappare.
I canoni del genere
Il gioco parte da una premessa molto blanda, che ci vedrà in prima persona ad aiutare il piccolo robot verso la salvezza (sua e dei suoi compagni). Come in Playroom VR, visore e pad diventano interattivi, e serviranno al loro scopo per procedere del gioco. Il titolo si compone di 26 livelli, 6 boss fight e una difficoltà tendente al facile: questo non sarà assolutamente un problema poiché la vera novità del gioco è l’interazione tra VR e platform, qualcosa che difficilmente trova una soluzione pratica nella nostra testa, ma che effettivamente in Astro Bot: Rescue Mission funziona dannatamente bene.
Alcuni degli obiettivi di gioco, tra cui trovare gli altri robottini sparsi nel gioco (8 per ogni livello) richiederà dimestichezza con le tre dimensioni, e spesso impegnerà la vostra vista e il vostro cervello per qualche minuto, facendovi girare la testa in lungo e in largo alla loro ricerca. Se quindi la vostra visuale diventerà vitale per l’avanzare del gioco, il DualShock 4 acquisirà delle funzioni aggiuntive a seconda del gadget attaccatogli sopra: da getti d’acqua con svariati utilizzi a cavi di metallo da sfruttare per unire piattaforme, dovrete interagire non solo con il robot, ma anche con il vostro pad e con la telecamera. Il tutto mentre muoverete questo Astro Bot.
Il gioco vi porterà a viaggiare per 5 mondi diversi, e livello dopo livello vi troverete nelle 6 ore più divertenti di sempre con addosso quel casco, grazie al sorriso che scapperà dalla vostra bocca ogni volta noterete le geniali idee sfruttate per il level design e per l’interazione giocatore-gioco.
Nascosto in bella vista
Se a prima vista Astro Bot: Rescue Mission potrebbe sembrare un gioco nella norma, la sfida presa da Japan Studio e il Team ASOBII! è stata quella di prendere uno dei generi più famosi di sempre e adattarlo ad una tecnologia diametralmente opposta. È facile portare un FPS o uno strategico dentro la realtà virtuale, ma come potete rendere divertente un platform, quando l’interazione con la telecamera spesso conta nulla? Astro Bot: Rescue Mission ve lo spiega senza lasciar dubbi, in un turbinio di salti, risate e boss fight ben strutturare (nonostante la facilità).
Per godersi al massimo il titolo, sicuramente dovrete aprire completamente le vostre valvole dello stupore, ma una volta entrati in quel mondo colorato e ben definito, difficilmente avrete voglia di uscirne.
Un piccolo passo per i platform, un grande passo per la VR
Diciamocelo: se fosse un platform qualunque, Astro Bot: Rescue Mission sarebbe un titolo nella media. Sfide nella norma, durata ridotta di circa 6 ore – che con le sfide si allunga di circa un altro paio d’ore – e una storia banale. Però la VR, come per magia, aggiunge delle sfumature mai viste nel genere ed eleva esponenzialmente il titolo, plasmandolo come uno dei migliori mai visti per la realtà virtuale. PlayStation VR vanta molte produzioni di alto livello, ma lì dove tutte quante usavano “il trucco” di incentrare il gioco dal punto di vista del giocatore, questo invece osa e partorisce un connubio inaspettato ma funzionante.
Il prezzo budget giustifica la durata, ma finito il gioco vi troverete a volerne altro (e speriamo che i ragazzi che lo hanno creato ci accontentino). Parliamo comunque di gioco: basta esperienze interattive, minidimostrativi o altro. È giunto il momento di rischiare, di innovare e mischiare le carte in tavola: se vi domandate come, allora giocate Astro Bot: Rescue Mission.