Nella storia della console war è impossibile non evidenziare alcuni punti fissi, dinamiche impossibili da contraddire che necessariamente hanno definito la storia del videogioco dalle sue origini ad oggi. Tra queste troviamo la guerra tra Super Mario e Sonic, l’avvento del 3D, l’esplosione del videogioco con PlayStation 1 e tanto altro ancora.
Tra le cose che sicuramente non possiamo contraddire, però, è che, nonostante Crash Bandicoot abbia avuto il suo successo in passato, totalizzando l’attenzione dei giocatori PlayStation, al brand Sony è sempre mancato quel platform 3D capace di staccare la testa, di proporre qualche sfida interessante, ma soprattutto di dare quell’esperienza ludica che molto spesso i videogiocatori finiscono per cercare nelle console Nintendo. Questo, almeno, fino ad oggi, con l’arrivo di Astro Bot, l’avventura che i fan di PlayStation stavano aspettando.
Gameplay innovativo e omaggi alle IP Sony
In Astro Bot vestiremo i panni di questo robottino che si troverà alle prese con una ricerca tra vari pianeti dei suoi compagni perduti a causa dell’avvento di un alieno bullo. Se questo personaggio non vi è nuovo, è perché lo avete già visto in un videogioco VR per PlayStation 4 (da cui trae ispirazione) e lo avete riconosciuto poi dentro la Playroom di PlayStation 5, pensata per far scoprire il DualSense.
Stavolta, però, l’avventura è completamente dedicata a lui, e non solo: un comparto generale non limitato dalla periferica VR, e senza alcun blocco dovuto alla nascita del prodotto stesso e dal suo utilizzo.
Potremo quindi viaggiare tra le varie galassie e completare questi mondi di gioco raccogliendo altri AstroBot che troveremo in giro e pezzi di puzzle che saranno utili nel pianeta hub. Come vuole il genere, ci saranno mondi nascosti da sbloccare (con portali da trovare in alcuni pianeti o asteroidi da distruggere per avere delle sfide aggiuntive) e segreti da svelare per poter completare il gioco al 100%.
Nel corso dei vari mondi incontreremo poi alcuni potenziamenti che ci permetteranno di utilizzare dinamiche di gioco dedicate a quel livello specifico, dimostrando una qualità di level design davvero elevata, e proponendo temi interessanti da scoprire e riadattare di volta in volta per completare i vari platform sparsi nel gioco. Tutto questo creerà un’avventura che sfida l’intelligenza e l’astuzia, con un design dei livelli che vi sorprenderà
I mondi saranno sparsi in 5 galassie, e in ognuna di esse ce ne saranno non più di sei, per un totale di circa una trentina di livelli. In alcune galassie, poi, troveremo dei livelli speciali “one-shot”, con delle sfide molto difficili da superare, ma di numero estremamente inferiore rispetto agli extra e ai segreti che invece abbiamo trovato nel corso del tempo nei vari Super Mario.
Durata e sfide del gioco
Tutto questo porta a una durata di circa 15 ore, che forse diventano 25 per i mondi segreti e circa 35 per completarlo al 100%. Nonostante questo, il modo in cui è confezionato Astro Bot e il modo in cui si sviluppa nei vari livelli lo rendono un grandissimo passo in avanti per il genere su PlayStation, soprattutto per come incastra le varie IP di Sony e non, proponendo addirittura variazioni di gameplay di tanto in tanto inaspettate e perfettamente elaborate.
Ogni galassia vi proporrà, a un certo punto, un boss da sconfiggere, con il classico schema dei tre colpi da infliggere utilizzando intelligenza e astuzia. A seguire, ci sarà sempre un livello a tema dedicato a una delle IP Sony, come ad esempio uno interamente pensato per God of War, dove dovremo farci strada a colpi di ascia, con la tanto amata meccanica del poterla richiamare e lanciare a piacimento.
Un omaggio intelligente alla storia di PlayStation
Se abbiamo parlato di God of War, è perché è solo una delle tantissime IP presenti nel gioco. Tra i vari AstroBot che salveremo, infatti, troveremo alcuni di essi con dettagli che richiamano personaggi del passato e del presente di PlayStation: Solid Snake, Kratos, Aloy, Kazuya, Leon e Claire di Resident Evil, Kakeru di Ape Escape e molti altri ancora.
Ma in Astro Bot non ci limiteremo soltanto a salvarli: daremo loro uno spazio nel pianeta hub, dove, con i pezzi di puzzle collezionabili trovati nei vari mondi di gioco, sbloccheremo la possibilità di personalizzare il DualSense astronave, che ci porterà di mondo in mondo, personalizzare il nostro Astro Bot, e infine vincere da una macchinetta gacha i vari oggetti tipici di questi personaggi, che, una volta ottenuti, verranno usati nel mondo che fungerà da hub.
Nel caso non siate avvezzi alla ricerca dei segreti nei platform 3D, non disperate: una volta completato un livello, potrete rigiocarlo spendendo 200 monete d’oro, la valuta che sbloccherete in gioco, così da avere un uccellino che vi indirizzerà verso ogni singolo segreto una volta vicino.
Ma l’omaggio non si ferma qui, soltanto che non ve ne parleremo per non spoilerarvi alcune fasi molto interessanti ed emozionanti del gioco. Se c’è però una cosa che possiamo dire, è che Astro Bot non usa la storia di PlayStation in modo superficiale, ma lo fa con intelligenza e rispetto.
Parliamo comunque di Astro Bot: come in Playroom, avremo tutti gli effetti che abbiamo già conosciuto nel nostro DualSense, all’ennesima potenza, potendo di fatto sentire sulle nostre mani ogni singolo passo che il nostro robottino compirà. Ben strutturato l’utilizzo, poi, delle varie funzioni di questo pad, dal soffio al giroscopio, con le giuste impostazioni di accessibilità per poterle disattivare quando vogliamo.