Art Sqool – Recensione della versione Nintendo Switch

Art Sqool, titolo artistico realizzato da Julian Glander e uscito su PC lo scorso anno, è da poco arrivato anche su Nintendo Switch.

Francesco Lancia
Di Francesco Lancia Recensioni Lettura da 5 minuti
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Art Sqool

Uscito lo scorso anno su PC, Art Sqool è un gioco indipendente nato dalla mente di Julian Glander, il quale ha voluto realizzare un titolo basato sull’arte e la creatività, un’opera che chiede al giocatore di sfruttare alcune indicazioni e i materiali che ha a disposizione per creare disegni che soddisfino le richieste. Essendo le pitture alla base del gameplay, il touch screen di Nintendo Switch avrebbe potuto essere un’ottima aggiunta, tuttavia il porting per la console ibrida di cui vi parleremo oggi non emerge granché in tal senso, anche se questo è sicuramente l’ultimo dei suoi problemi.

Esplorazione artistica

In Art Sqool impersoniamo Froshmin, un simpatico personaggio alle prese con una scuola d’arte alquanto particolare. Fin da subito lo strambo maestro ci darà dei compiti da svolgere, ovvero indicazioni più o meno vaghe su qualcosa da dipingere. A parte alcuni casi, tali richieste non sono troppo banali e cercano di spingere la creatività del giocatore, la quale è alimentata anche dal mondo di gioco che ci si ritrova ad esplorare.

Art Sqool

Proprio l’esplorazione, oltre ovviamente al disegno, è infatti uno dei punti principali dell’opera. All’interno del particolare mondo creato da Julian Glander sono disseminati vari “materiali”, come colori o stili di pittura. Più ne scoveremo, maggiori saranno le possibilità creative quando andremo a disegnare. Sono presenti, ad esempio, pennelli fini o spessi, ma anche effetti arcobaleno, adesivi e la possibilità di inserire parole in caratteri digitali. Per quanto i luoghi e le strutture, a seconda dei gusti del fruitore, possano comunque risultare originali e suggestive, è la ricerca in sé degli oggetti il vero problema. Se nei primi momenti potrebbe essere rilassante vagare in questa sorta di sandbox, anche per via di qualche accompagnamento sonoro, dopo poco tempo il tutto diventa estremamente noioso e poco interessante, anche per via dei tediosi controlli con cui muoveremo il nostro protagonista. Cercare i materiali diviene quindi parte di un’esplorazione purtroppo poco coinvolgente.

La perlustrazione del mondo non è però l’unico problema del titolo, che anche nella sua fase legata al disegno non brilla per svariati motivi. Uno di questi riguarda la comodità; dipingere su Switch, nonostante il touch screen, non è molto confortevole, e lo è ancora meno utilizzando lo stick destro della console. Anche l’interfaccia stessa è poco elegante e non riesce a mettere a proprio agio il giocatore. È presente anche un problema, che non sappiamo se coinvolga anche la versione PC del gioco, legato all’ingrandimento del foglio da disegno. Quest’ultimo si può infatti mettere a tutto schermo per una (teorica) maggiore accessibilità, tuttavia in questo caso disegnare risulta praticamente impossibile a causa di una grande imprecisione dei comandi.

Art Sqool

Un altro grande difetto del gioco sono le valutazioni dello strano professore incaricato di darci i compiti da svolgere. I voti da lui assegnati sono infatti completamente randomici. Non importa se disegniamo un capolavoro o se facciamo uno scarabocchio, se rispettiamo la sua richiesta o se raffiguriamo ciò che vogliamo, in ogni caso il grado che otterremo non dipenderà da tutto questo. Ne risulta quindi un’esperienza di gioco fine a sé stessa, che non riesce ad appassionare né nella sua componente principale né in quella esplorativa. Anche tecnicamente il titolo mostra delle lacune. Può infatti capitare che la telecamera si incastri mentre stiamo disegnando, costringendoci a passare in modalità esplorativa per sbloccarla. Altre volte potrebbe succedere che il personaggio stesso si incastri in qualche struttura, obbligandoci a riavviare la partita. Quest’ultimo fatto, anche considerata la scarsa longevità dell’opera, è comunque qualcosa di molto raro e di sicuro non un problema di cui tenere troppo conto.

L’idea di una scuola d’arte particolare e immaginifica, immersa in un mondo fantasioso e creativo, è di base buona. Luoghi bizzarri e colorati come quelli presenti in Art Sqool, magari ampliati ed evoluti maggiormente e accompagnati da un buon level design, possono potenzialmente essere perfetti per motivare il giocatore a realizzare disegni ingegnosi. È quindi un peccato che il titolo non abbia creato intorno al concept di base delle strutture e meccaniche di gameplay coinvolgenti, risultando al contrario in un’esperienza che, vista la sua incompletezza e i suoi difetti, non lascia nulla a chi ci si immerge.

Art Sqool
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Dopo aver passato la sua infanzia tra titoli PC tie-in basati su film d'animazione e Game Boy Color, i videogiochi sono diventati la sua principale fonte di divertimento. Ritiene la musica una delle componenti più rilevanti e non può fare a meno di ascoltare le OST dei suoi giochi preferiti a oltranza. Nonostante attenda sempre le uscite più importanti, negli ultimi anni ha sviluppato un desiderio incontrollabile per gli indie, tra cui ha trovato alcune tra le produzioni più coraggiose e interessanti.