Armored Core VI Fires of Rubicon sarà la nuova fatica di FromSoftware che si prende una pausa dai Souls, dopo aver comunque vinto il premio Game of the Year con Elden Ring, facendoci riscoprire (o per molti scoprire da zero) la loro passione per i mech di alto livello, costruiti ed armati per la battaglia. Il ritorno di una saga interrotta ben due generazioni fa, quando internet e il gaming online vivevano i loro primi momenti, è un bene e vi spieghiamo il perché.
Armato e pericoloso
Armored Core è da sempre stata una nicchia nella nicchia: una sorta di gioco dedicato ai più folli smanettoni che conoscevi un tempo, stiamo parlando di un’epoca che oggi suonerà strana e certamente anacronistica, un’epoca dove internet di fatto non esisteva (o era appannaggio di pochi eletti), un’epoca dove si attendevano le riviste in edicola per scoprire i segreti di un gioco o i codici per il “cheating” di un titolo. Armored Core esulava da tutto questo, se ne parlava poco di fatto, i giornali lo accennavano e basta, e di base era un prodotto per pochissime persone – potremmo dire “pazzi furiosi” per citare Marco Montemagno oggi – ovvero persone che si incaponivano a tal punto da imparare, sperimentando, come giocare ad un gioco che il più delle volte arrivava solo in lingua inglese sugli scaffali italiani.
Questo era di base un ostacolo non da poco, basti pensare che la maggior parte delle componenti di gioco ha a che vedere con il funzionamento di un motore e degli elementi che lo compongono. Oggi ci fa certamente sorridere tutto questo: i tempi sono cambiati, oggi abbiamo traduttori e guide online capaci di farci giocare in maniera fluida e snella anche i giochi più complessi e qualsiasi cosa facciamo, non importa quanto di nicchia sia, ci sarà certamente uno YouTuber che ne parla. Armored Core VI Fires of Rubicon sarà la vera sfida di questa generazione: la capacità di una serie di scavalcare una generazione e tornare in auge dopo essere stata a lungo addormentata, persa nella foresta del tempo quando molti dei giocatori moderni non erano ancora nati.
Fuochi del cielo
FromSoftware ha dichiarato, mediante Hidetaka Miyazaki, che i suoi giochi tendono ad esser cupi, distopici e sempre sull’orlo dell’apocalisse (o poco dopo il fatto): Armored Core VI Fires of Rubicon non fa certo eccezione, ponendo il giocatore nei panni di un tecnico e pilota di mech che verrà portato ad affrontare missioni specifiche in determinate aree, parteggiano per una o più fazioni. Cuore (o Core in inglese) del gioco sarà la mobilità e l’azione intrinseca di queste macchine, rendendo il gioco più simile ad un action che ad un gestionale, rispetto appunto ai dettami con cui partiva: i vecchi capitoli erano quasi un gioco di ragionamento, poco inclini all’azione, mentre qui i tempi cambiano, ed è un bene che un titolo sappia adattarsi al cambiamento mantenendo la sua anima intatta.
Sul pianeta Rubicon 3 è stata scoperta una sostanza misteriosa, a detta di alcuni simile alla materia oscura, fonte di potenziale benessere per l’umanità, ma invece di portare prosperità si è rivelata una piaga che ha distrutto il pianeta e le stelle circostanti, scatenando tempeste infuocate e di fatto creando un nuovo sistema solare del tutto infuocato. Nonostante tutto la sostanza è riemersa sulla superfice di Rubicon 3 ed ecco che le fazioni del mondo civilizzato lottano per il controllo della materia.
Un mech per la salvezza
Tornare a pilotare un mech, vestendo i panni di un mercenario in Armored Core VI Fires of Rubicon sarà per molti un’esperienza immersiva, un ritorno al passato per alcuni, ma per altri invece sarà una nuova scoperta: come dicevamo, la serie fu interrotta nel 2012 verso la fine della generazione PlayStation 3 e Xbox 360, e quindi chi nacque intorno a quegli anni non poté di certo vivere un titolo simile. È un bene che generazioni vecchie e nuove si incontrino (o scontrino) su un titolo simile, considerando anche una massiccia componente di gioco multiplayer online che caratterizzerà questo nuovo capitolo di Armored Core. Le basi per un prodotto vincente ci sono tutte: resta da vedere come avranno intenzione di esprimere al meglio il gioco, ma considerando lo studio di sviluppo che c’è dietro al titolo, non abbiamo dubbi circa la buona volontà e le capacità di consegnarci un prodotto innovativo e “nuovo” sotto tutti gli aspetti.