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ARK: Survival Evolved – Recensione

Se c’è un genere videoludico che potrebbe essere tra i più rappresentativi dell’ultimo biennio, quello è sicuramente il “survival“: in questa categoria rientrano tutti quei giochi (molto popolari su PC ma, come vedremo con questa recensione, sempre più diffusi anche su console) in cui inizialmente nudo, debole, affamato e assetato, il nostro personaggio si dovrà affidare all’ingegno e all’abilità del giocatore per sopravvivere, dominare e prosperare in un ambiente di gioco ostile. In un panorama così vasto (composto prevalentemente da goffi accessi anticipati realizzati da studi indipendenti) svetta ARK: Survival Evolved, titolo sviluppato da Studio Wildcard che, nelle intenzioni, si propone di affossare la concorrenza… riuscendoci in molti aspetti, ma fallendo in altrettanti.

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Un’avventura iniziata 65 milioni di anni fa

Le primissime ore di ARK sono quanto meno dispersive: dopo aver impostato tutti i necessari settings con un’interfaccia si completa e profonda, ma anche fastidiosa da gestire con un controller (primo segno di un porting da PC approssimativo) e bizzarramente tradotta in italiano solo per metà, il nostro personaggio si risveglia solo in un’enorme isola tropicale con un misterioso artefatto impiantato nel polso sinistro: esso è “il menù olografico” da cui potremo gestire tutti gli aspetti del crafting, delle risorse e delle statistiche. Già dopo pochi minuti dovremo fare i conti con i diversi valori da tenere sotto controllo per assicurarsi una lunga vita: fame, sete, temperatura, fatica, salute e via discorrendo saranno la croce e delizia di ogni giocatore; ma questa non sarà l’unica minaccia per ogni giocatore. L’isola difatti non è deserta, bensì popolata da decine di specie diverse di animali preistorici, dai dinosauri agli insetti giganti (più qualche piccola sorpresa nei DLC) e da altri giocatori, sebbene rari, che potrebbero rivelarsi ottimi alleati o feroci nemici!

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La difficoltà del titolo è piuttosto alta, sebbene non eccessivamente punitiva (la morte è sì una sgradevole punizione, ma almeno il personaggio conserva il livello di esperienza e le ricette per il crafting imparate): le giuste scelte e la corretta esecuzione delle diverse azioni possono fare da subito la differenza tra un ottimo inizio e la morte prematura. Fame, sete e freddo si fanno sentire molto presto e la raccolta delle risorse basilari (legname, fibre, selce e rocce, insieme alla carne ottenibile cacciando altri animali più deboli) dev’essere celere e abbondante; diventa quindi chiaro come la costruzione dei vari attrezzi finalizzati ad una raccolta delle risorse migliore diventi da subito un passaggio obbligato. Dopo essersi assicurati una sufficiente base produttiva, sarà possibile far avanzare di livello il nostro personaggio così da permettergli una sopportazione e una resistenza migliori, oltre che la possibilità di imparare le suddette nuove ricette, chiamate “engrammi”, per costruire strumenti ed oggetti più avanzati. Arriverà però il momento in cui vorremo esplorare l’isola, anche per indagare sui diversi giganteschi oggetti luminosi fluttuanti che tanto ricordano nel design l’artefatto nel nostro polso… e questa è purtroppo l’unica traccia di trama per buona parte della partita dal momento che l’avanzamento in tal senso sarà molto lento e faticoso, rendendo l’indagine sul “mistero dell’isola” un mero pretesto esplorativo.

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“Dio ci scampi! Siamo nelle mani degli ingegneri…”

Sebbene il titolo riesca a risultare divertente e profondo (basti pensare al sistema di addomesticamento o la possibilità di riunirsi in vere e proprie comunità con altri giocatori), il titolo stenta, e di parecchio, sul lato tecnico del porting su console: sebbene il gioco sfrutti un eccellente motore grafico come l’Unreal Engine 4, sono diversi i compromessi dietro ad un impatto generale solo sufficiente, a partire da una risoluzione bassa (sia globale che delle texture), passando da un frame-rate molto instabile, fino ad arrivare ad un vistoso e diffuso aliasing accompagnato da un fastidioso pop up continuo di rocce e alberi. Giocando la situazione migliora, anche grazie ad effetti di luminosità comunque notevoli, ma solo perché l’occhio umano riesce, fortunatamente, ad adattarsi. Tuttavia non mancano i problemi a cui purtroppo riesce impossibile abituarsi: le animazioni sono legnose e sovente i vari dinosauri finiscono con il compenetrarsi con la vegetazione, un grande neo in un gioco che dovrebbe fare dell’immersione e dell’ambientazione i principali punti di forza. Migliora la situazione sul fronte sonoro, con musiche orecchiabili ed effetti facilmente distinguibili ed inquadrabili grazie ad un buon audio posizionale, soprattutto se si fa uso di cuffie.

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“Gli oggetti negli specchi sono più vicini di quel che sembra”

Recensire ARK non è esattamente facile: dietro ad un titolo tecnicamente molto zoppicante si nasconde però la volontà di creare un universo vivo e pulsante, ricco di cose da fare, luoghi da esplorare e, perché no? Anche qualcosa da insegnare grazie al suo ecosistema completo, dotato persino di una catena alimentare che detti l’importanza di ciascun animale. È necessario segnalare che molte delle difficoltà grafiche evidenziate non sono presenti su PC performanti, piattaforme per la quale il gioco è stato chiaramente pensato, rendendo l’acquisto di questo porting un scelta sensata solo per chi non possiede un tale PC e si trova dunque costretto a ripiegare su Xbox One o PlayStation 4. Con l’augurio che future patch e update vadano a migliorare l’ottimizzazione di ARK su console, vi lasciamo al trailer di lancio della versione PS4 recensita e al relativo voto!

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, dopo aver passato diverse ore giocando sia in solitaria, sia con altre persone (online).

ARK: Survival Evolved

7.4

ARK: Survival Evolved spicca sulla concorrenza in fatto di profondità sul fronte survival, e riesce facilmente ad affascinare il giocatore con la sua ambientazione esotica e misteriosa (soprattutto se siete grandi fan di Jurassic Park e avete già colto le citazioni nella recensione, ARK vi piacerà sicuramente). Il castello di carte però crolla però sul versante tecnico, segno di una cattiva ottimizzazione per un porting dedicato a console che, chiaramente, non possono restituire il medesimo impatto su PC di fascia alta. Godibile da soli, estremamente divertente se giocato online con amici.

Alessio "AxelJaeger-XIII" Raffaelli
Sin da quando sono venuto a contatto la prima volta con il glorioso Sega Mega Drive di mio padre sono sempre stato fermamente convinto dell'enorme potenziale del media videogioco, convizione rafforzata e consolidata negl'anni con il passaggio al mondo PlayStation e PC. Nato con gli RTS della Westwood, cresciuto con gli FPS di Guerrilla e maturato con gli RPG di Bethesda e Square-Enix, amo il retrogaming come anche il vasto mercato moderno.

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