Aquaman E Il Regno Perduto – Recensione, l’amara conclusione dello Snyderverse

Aquaman E Il Regno Perduto è la conclusione dell'universo cinematografico DC: ecco la recensione, tra potenziale sprecato e amaro in bocca.

Giorgio Maria Aloi
Di Giorgio Maria Aloi - Contributor Recensioni Lettura da 8 minuti
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Aquaman E Il Regno Perduto

Aquaman E Il Regno Perduto (Aquaman And The Lost Kingdom in lingua originale) è un film del 2023 diretto da James Wan (sceneggiatore e regista di franchise horror come Saw o The Conjuring). Si tratta del sequel di Aquaman, diretto dallo stesso regista, ed è basato sull’omonimo supereroe DC Comics creato da Mort Weisinger e Paul Norris. Questa pellicola è la quindicesima – ed ultima – appartenente al DC Extended Universe (DCEU), iniziato nel 2013 con L’Uomo D’Acciaio diretto da Zack Snyder.

 

Un tuffo in avanti

Sono passati quattro anni da quando Arthur Curry (Jason Momoa), alias Aquaman, ha sconfitto il fratellastro Ocean Master (Patrick Wilson) ed ha ottenuto il trono di Re di Atlantide. Da allora, cerca di far coincidere i suoi doveri di Re (impresa che non gli sta venendo semplice) con quelli di padre del bimbo avuto con Mera (Amber Heard). Il Re di Atlantide cerca di stabilire un’alleanza tra il popolo subacqueo con quello degli uomini, ma senza risultato. Purtroppo, questo mancato accordo sta portando a delle conseguenze catastrofiche, come il riscaldamento globale. Il responsabile di questi disastri è il temibile Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II). Quest’ultimo, spinto dalla vendetta che precede la determinazione, ha trovato il Tridente Nero e vuole usarlo per distruggere Aquaman e tutte le persone a lui care. Aquaman decide di rivolgersi ad un inaspettato alleato: il fratellastro Orm (Ocean Master). I due fratellastri riusciranno a collaborare? Lo scoprirete nella pellicola.

 

Lo sfortunato “Snyderverse”

Negli ultimi anni, la DC non se l’è passata benissimo al cinema, salvo in rari casi come The Batman. Le ragioni possono essere tante: pregiudizio, qualche prodotto poco riuscito, la fretta di inseguire i Marvel Studios, e di recente, anche la “stanchezza” per l’eccessiva quantità di cinecomics e le dichiarazioni un po’ strambe di James Gunn, nuovo CEO dei DC Studios. Quest’ultimo, dicendo quasi chiaramente che gli ultimi prodotti di questo universo “gestito male” sarebbero serviti solo a recuperare i soldi dei vari budget per poter iniziare  successivamente quello nuovo (nel 2025, con Superman Legacy), ha portato gran parte del pubblico ad interessarsi poco a questi film.

Insomma, una serie di ragioni che hanno contribuito a questo fallimento, e non c’è stato verso di poter salvare il tutto. È facile dare la colpa a chi ci ha lavorato, ma in realtà sarebbe da guardare ancora più in alto, esattamente ai vertici della Warner Bros Discovery, alla quale si può accostare una scarsa gestione dell’universo e la mancata carta bianca a molti attori e registi.

Attenzione, questo non significa che ogni prodotto sia stato da buttare: ad esempio Zack Snyder, che è stato capace di dividere le opinioni pubbliche, nel bene e nel male aveva comunque un piano, e c’era una direzione da prendere. Il potenziale c’era, la direzione narrativa tutto sommato anche, e c’erano pure dei buoni attori per i ruoli scelti. Nel momento in cui Zack Snyder si è allontanato dalla Warner per problemi personali, ma anche per il trattamento non buonissimo, il suo arco narrativo è stato stravolto (che era la colonna portante). Quindi questo universo è andato avanti senza una coerenza e senza una direzione precisa. Questo ritmo è continuato fino alla fine, ed Aquaman E Il Regno Perduto non ha contribuito a dare un finale dignitoso.

 

Film sbagliato o pregiudizio su Amber Heard?

Più che nota è la lunga diatriba legale che ha coinvolto Amber Heard e Johnny Depp. L’accoglienza tiepida del film è stata a causa sia per un marketing poco evidente, sia per il sostenimento pro-Depp. Ma dopo la visione del film, si può affermare senza ombra di dubbio che Amber Heard non è affatto il problema del film.

 

Questo sequel non si presenta al livello del predecessore, nonostante anche quello non sia stato esente da difetti. Se il primo aveva dei buoni effetti speciali, ma fin troppo esagerati in alcune scene, il secondo invece ha una CGI piuttosto altalenante. Infatti, le inquadrature migliori sono state quando la trama stava proseguendo sulla terraferma. Anche la regia ne ha risentito un po’, e questo è un peccato, visto che James Wan ha più volte dimostrato di sapere quello che fa.

Il film è un “buddy movie”, in cui due fratelli provano a mettere da parte le loro divergenze per portare a termine lo stesso obiettivo. In un certo senso, Wan ripropone la stessa formula adottata nel primo film, solo che stavolta Aquaman non è affiancato dalla sua compagna (ruolo ridimensionato per i motivi citati), ma dal suo fratellastro/nemico. Questo rapporto tra i due è una cosa vista e rivista, ed è un elemento importante per la storia raccontata, incentrata sulla famiglia e sulla redenzione. Il loro rapporto a tratti diverte, ma non è sufficiente per mettere una pezza sui diversi errori, piuttosto evidenti.

Il rapporto tra Aquaman e Orm ricorda molto quello tra Thor e Loki, ma questi ultimi funzionano meglio rispetto ai protagonisti di Aquaman, che è anche un miscuglio di altri film, realizzato neanche nel migliore dei modi (si possono cogliere riferimenti a Harry Potter, Star Wars, Il Signore Degli Anelli, King Kong, ecc.). È chiaro che Wan volesse fare degli omaggi, ma questi hanno un po’ risentito sulla trama, che è tutt’altro che originale.

Anche dagli attori presenti non si percepisce chissà quale impegno, a partire dal protagonista. Jason Momoa ha conquistato il pubblico con la sua simpatia, ma stavolta non è sufficiente. Non sembra neanche che Momoa stia interpretando Aquaman, ma quanto più che sia Aquaman che interpreta Momoa. Amber Heard ha un ruolo importante, ma molto ridotto rispetto al prequel, e i sostenitori di Depp sbaglierebbero a non dare una possibilità al film, al di là della qualità, sia perché si dovrebbe separare la vita privata da quella professionale, sia per via della sua presenza non affatto ingombrante (seppur neanche lei abbia recitato benissimo). Il villain tutto sommato funziona e Patrick Wilson se la cava, ma il personaggio non ha lo stesso carisma di Loki (si cita lui, per via del paragone).

Aquaman E Il Regno Perduto
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Voto 5
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