Ci siamo! C’è voluto un po’ per scrivere una recensione davvero completa di Animali fantastici: I segreti di Silente, ma stiamo parlando di uno dei film più attesi degli ultimi anni, per svariati motivi. In primis, il terzo capitolo della saga di Animali Fantastici, iniziata nel 2016 con il già storico “… e dove trovarli”, era atteso nel 2020, ma gli ostacoli dopo l’uscita del secondo capitolo sono stati moltissimi.
In primis I crimini di Grindewald non aveva convinto in pieno né la critica né i fan: la notevole complessità narrativa in cui si articolava aveva confuso le idee un po’ a tutti, e reso troppo poco fruibile una saga che era stata concepita per tutto il pubblico, una platea che andasse dai bambini agli anziani. Insomma, risultati al botteghino un po’ sotto le aspettative, che con 654,9 milioni di dollari lo avevano portato ad essere il film più “povero” di tutta la saga magica, Harry Potter compreso. Da qui, la decisione di affiancare a J.K. Rowling (qui unica sceneggiatrice) lo sceneggiatore storico della saga madre Steve Kloves, per fare un po’ d’ordine e chiarezza rispetto a tutte le questioni rimaste in sospeso o confusionarie.
Poi, il caso Johnny Depp. Attore che decisamente non ha bisogno di presentazioni, aveva interpretato brillantemente il temibile personaggio di Gellert Grindwald, il villain di questa saga, nel primo e secondo capitolo, ma la Warner Bros ha deciso di licenziarlo a riprese già avviate del terzo film, dopo l’accusa di aggressione da parte dell’ex moglie Amber Heard (licenziamento inutile, visto che è stato in seguito assolto). Ritardi vari con le riprese, poi il Covid, poi lo slittamento definitivo al luglio 2022 e infine la decisione di anticipare l’uscita ad aprile. Dopo tanta sofferenza, il film è ora al cinema.
Ripartiamo da dove eravamo rimasti…
Newt Scamander è un magizoologo sempre in giro per il mondo, e in Animali fantastici e dove trovarli lo abbiamo visto viaggiare per gli Stati Uniti ed imbattersi in un Obscurus, una creatura tanto misteriosa quanto inquietante che si rivelò essere nient’altro che un ragazzo, Credence, un orfano che viveva nella sofferenza. La vicenda di Credence e la conoscenza di Tina, auror del Ministero della Magia statunitense, della sorella Queenie e di Jacob (semplice babbano), lo aveva portato a smascherare proprio Gellert Grindewald, che si nascondeva nelle sembianze di Percival Graves, pezzo grosso del MACUSA. Tempo dopo, e siamo nel secondo film, Grindewald riusciva a fuggire dalla prigionia e a raggiungere i suoi seguaci, unendo parte del mondo magico nella lotta contro il mondo babbano. L’oscuro mago sosteneva che il mondo magico non dovesse nascondersi, ma che dovesse uscire finalmente allo scoperto, manifestandosi anche facendo la guerra al mondo non-magico, se necessario.
Albus Silente fa la sua prima apparizione e guida una squadra a contrastare Grindewald. Lui, l’unico in grado di mettere un punto al suo dominio, non poteva farlo. Con Grindewald, infatti, aveva stretto in gioventù un Voto Infrangibile, un incantesimo potentissimo che non gli consentiva di sfidarlo. Allo stesso modo, neanche Grindewald poteva sfidare Silente. Tra mille vicissitudini, come anticipato, anche un po’ confuse e tra personaggi della saga di Harry Potter ritrovati, Gellert Grindewald era stato contrastato a Parigi, ma aveva causato non poche perdite al mondo magico. Teseus Scamander, fratello di Newt, aveva infatti perso la promessa moglie Leeta Lestrange, mentre la stessa Queenie aveva abbandonato i suoi amici e l’amato Jacob, per unirsi a Grindewald. In Animali Fantastici: I Segreti di Silente la lotta continua, ma prima che la recensione ne parli, dobbiamo parlare di lui…
Gellert Grindewald: meglio Johnny Deep o Mads Mikkelsen?
Forse non è giusto parlare di “meglio o peggio”, ma di più o meno convincente a seconda delle situazioni. Il licenziamento di Johnny Depp dalla saga ha generato sconforto e rabbia dei fan, forse ingiustificato o comunque troppo prematuro. Il Gellert Grindewald di Johnny Deep era cattivo, spietato, ma con un’immagine artefatta dal trucco, forse non del tutto credibile. Il Grindewald di Mads Mikkelsen è più delicato, elegante, sempre spietato, ma assolutamente più profondo. Rimane molto difficile pensare alla prima scena di questo terzo film, quella con il Silente del sempre adatto Jude Law recitata da Johnny; al tempo stesso rimane difficile ripensare alla scena di apertura del secondo film, quella della fuga del Mago dalla carrozza volante, recitata dal nuovo attore. Comunque in questo terzo capitolo Mikkelsen dà uno spessore al personaggio ed arricchisce alcuni momenti, anche semplici inquadrature, come il suo predecessore forse non sarebbe riuscito a fare. Insomma, è un Grindewald diverso, che non ha voluto imitare il precedente, che ne abbandona qualche tratto che fu piacevole, ma ne acquisisce di nuovi che lo sono ancora di più. Mads Mikkelsen promosso, convincente.
Una trama più lineare
Come detto, mentre il primo capitolo della saga aveva convinto già solamente per i collegamenti con la saga madre (quella di Harry Potter), il secondo non aveva fatto altrettanto. Troppo confusionario, troppi personaggi e linee narrative che si incrociavano senza necessariamente confluire verso un unico punto focale. Sì, il finale schiariva un po’ le idee, ma molte questioni rimanevano in sospeso o poco approfondite. Troppi dettagli inventati solo per “fan service” (ne parleremo tra poco) non funzionale alla trama e svariati difetti di sceneggiatura. Questo terzo capitolo, grazie all’intervento di produzione, regia e soprattutto nuovo co-sceneggiatore, è assolutamente più lineare, comprensibile. Diventa nuovamente un film per tutti e non un thriller puro, poco fantasy, godibile (e neanche tanto) solo per pochi ed appassionati eletti.
Gellert Grindewald continua ad assoldare seguaci e la sua volontà di palesare il mondo magico dichiarando guerra a quello non magico trova sempre più supporto, specialmente dai maghi purosangue. Stanno per avvenire nuove elezioni del Comitato Internazionale dei Maghi e Grindewald vuole riabilitare il suo nome da ricercato e poi partecipare alle elezioni, grazie all’aiuto di un affascinante animale magico, il Qilin, di cui entra in possesso. Grazie ad esso può ottenere un vantaggio rispetto agli altri candidati, ma anche vedere stralci di futuro. Silente, insieme alla sua squadra composta da Newt, il fratello Teseus e la sua collaboratrice Bunty, Jacob, Yusuf Kama, e la professoressa Hicks, contrastano il potente mago oscuro.
In questo modo gli animali magici tornano ad essere più protagonisti della saga, in maniera meno forzata rispetto al precedente capitolo, dove erano stati inseriti senza neanche troppa funzione alla storia. Qui lo snodo principale è proprio la funzione di un animale magico, che diventa indispensabile sia a Grindewald che a Silente. Tanto è indovinata la “coincidenza”, tanto rimane difficile pensare che, se la saga continuerà, gli animali possano rimanere protagonisti. Insomma, parliamoci chiaro: questa è la storia della lotta tra Silente e Grindewald e Newt Scamander è poco più che una scusa. Certo, il personaggio di Credence potevano eliminarlo fin dall’inizio, ma ce lo siamo dovuti sorbire per forza. Non tutto Animali Fantastici: I segreti di Silente è perfetto, cosa di cui chiaramente abbiamo tenuto conto in recensione.
Animali Fantastici: I Segreti di Silente, recensione delle recensioni
In queste settimane tutti hanno scritto un po’ di tutto su questo film. In primis, per la preoccupazione che al botteghino non andasse bene come il primo della saga, ma che continuasse la discesa iniziata con il secondo, anche a causa del licenziamento di Johnny Depp. Discussioni sulle possibilità di nuovi sequel, sulla bontà del progetto, sul cast e via dicendo, ma anche molte esagerazioni. È stato definito “un film politico“, ma basta veramente così poco per rendere un film “politico”. Un film che al suo interno presenta un’elezione è politico? Forse è necessario che per una definizione del genere ci sia qualcosa di ben più profondo: qualche disquisizione politica vera, qualche significato che vada oltre la pellicola stessa, una morale.
Ma qui parliamo di qualcosa funzionale alla trama e basta, troppo poco per avventurarsi in temi troppo profondi. Insomma, non c’è complessità.
È stato definito un film “pieno di fan service“, ma dove esattamente? Mettere su schermo Aberforth Silente e Minerva McGranitt è fare fan service? Due personaggi che semplicemente nella saga di Harry Potter esistevano (in realtà per quanto riguarda la professoressa c’è un’incongruenza) nell’epoca dei fatti ed erano collegati a Silente, sarebbe fare fan service? E soprattutto, come è possibile additare questo terzo capitolo con un motivo simile, quando il secondo presentava questa caratteristica veramente ed esageratamente? Con una McGranitt nel passato di Newt Scamander che davvero non poteva esistere, con una Nagini a caso buttata lì e completamente abbandonata, con un assolutamente inutile e fastidioso Nicolas Flamel? Quello era fan service. E poi, sarebbe davvero così un problema? Piuttosto, pensiamo alle cose serie, a quei piccoli dettagli che collegano la saga spin-off alla saga madre in maniera poco invasiva e davvero delicata: lo specchio dei Silente, per esempio.
È stato definito anche “un film inutile” in maniera abbastanza superficiale. Senza fare troppi spoiler, è vero: alla fine del film sembrerebbe un po’ trovarsi al punto di partenza, ma in realtà qualcosa soprattutto di introspettivo rispetto ai personaggi è cambiato, e sono state create davvero le basi del mondo magico per come le abbiamo conosciute nella saga di Harry Potter. Certo, qualche difettuccio evitabile di trama che ha portato a piccole inutilità c’è, ma nessun film, o quasi, ne è salvo.
Quindi, il film almeno è fatto bene?
Sì, conclusi i discorsi sulla trama, quelli sul cast e via dicendo, stiamo parlando di un film ben girato e addirittura con qualche sprazzo di buona scelta registica, dopo che i primi due della saga erano stati relativamente anonimi a riguardo. Sono apprezzabili diversi buoni movimenti di macchina che rendono un po’ solidale la regia alla fotografia e che facciano pensare che David Yates (il regista) avesse concepito delle scene proprio in funzione della fotografia, raccomandando alcuni specifici movimenti non scontati. In tandem con la regia va considerata anche la recitazione, da cui spesso dipende. Come detto, la prestazioni di Mads Mikkelsen sono notevoli e Jude Law come Silente piace sempre molto (specialmente nella scena finale, dove risulta davvero di grande spessore artistico).
Anche Eddie Redmayne risulta meno incordato rispetto ai film precedenti, costretto da un personaggio che è forse uno dei protagonisti meno carismatici della storia del cinema. Le due ore e passa di pellicola si fanno sentire, perché non riescono a mantenere l’attenzione dello spettatore sempre e costantemente viva. Anzi, specialmente nel mezzo, qualche momento di disattenzione può nascere, poiché la trama fa un po’ fatica a svilupparsi e si perde in qualche scena un po’ lunga e relativamente inutile (quella della prigione, esilarante, ma evitabile). Sempre ottimi i costumi, che nel primo capitolo hanno addirittura vinto il primo Premio Oscar di tutta la saga del mondo magico e buona la musica di James Newton Howard, anche se priva di temi che spicchino, a parte quelli originali di John Williams che vengono riproposti. Effetti speciali, naturalmente, all’altezza e sicuri oggetto di Candidatura ai prossimi Oscar. Incredibile, ma positivamente parlando, come in qualche modo una semplice valigia sia potuta essere protagonista in maniere differenti di ben tre film. Per niente semplice.
In conclusione, è un buon film per tutti, che scorre tranquillamente ed intrattiene, che prosegue la storia e forse la chiude. Aggiunge un pezzo di mondo magico non troppo importante, approfondisce ma senza esagerare, dà la possibilità di vedere dei gran bei combattimenti e buoni momenti introspettivi. Però manca quella sensazione del pericolo costante che si avvertiva soprattutto nei capitoli finali di Harry Potter e anche ne I Crimini di Grindewald, dove il lato oscuro della magia era più gravoso sui personaggi e sugli spettatori. In questo terzo capitolo non si sente quasi mai quel pericolo di tragedia imminente che il mondo magico possiede.
Non resta che attendere le future decisioni della Warner sul proseguire o no la saga, sperando che nel frattempo non passino altri quattro anni e dopo Animali Fantastici: I Segreti di Silente, e noi saremo sempre pronti a proporvi una prossima recensione dal mondo magico di J. K. Rowling.