Ancora Auguri per la tua Morte, scritto e diretto da Christopher Landon e basato sui personaggi creati da Scott Lobdell, è il sequel del film comedy/horror Auguri per la tua Morte, diretto anch’esso dallo stesso regista. La pellicola si presenta come un prosieguo atto a dare una spiegazione e , laddove possibile, una conclusione ad alcuni quesiti aperti nel primo film.
Giù la maschera
La storia di questo sequel riprende esattamente dove l’abbiamo lasciata nel primo capitolo, ma con l’iniziale punto di vista di Ryan Phan (interpretato dall’attore Phi Vu) che si trova a vivere il loop che imprigionava Tree (interpretata da Jessica Rothe) nel primo film. La pellicola però cambia subito direzione rimettendo sotto i riflettori Tree stessa e portando l’intero loop in una dimensione parallela dove l’obiettivo del killer, invece della protagonista, sarà la sua ex-amica Lori Spengler (ovvero Ruby Modine).
Per risolvere la situazione stavolta la protagonista dovrà morire fin quando non riuscirà a trovare il modo di sistemare Sissy, la macchina responsabile del loop fin dall’inizio creata da Ryan e dai suoi due amici scienziati. E come se non bastasse, alcune rilevanti differenze in questa nuova dimensione faranno dubitare Tree riguardo al suo ritorno alla linea temporale di origine.
È il tuo compleanno
Come detto in precedenza, questo secondo capitolo degna di una risposta alcuni dei quesiti rimasti in sospeso dopo il primo, tra tutti è finalmente presente il motivo fondamentale dietro il loop temporale alla base della storia. In più questo secondo film da un senso a uno dei personaggi del precedente capitolo (Ryan) che fino ad ora è rimasto un elemento di sfondo a tutta la trama, mentre qui si trova coinvolto in primis in tutta la storia.
Un altro grande punto a favore del titolo è proprio la storia stessa che, pur utilizzando lo stesso identico mood del primo capitolo, si propone come qualcosa di completamente nuovo riuscendo a prendersi delle libertà sulla sceneggiatura e sulla componente narrativa che, anche se riproposte alla stessa maniera del primo film, non sono ripetitive e anzi risultano anche originali in diversi punti, non dando l’idea di già visto come invece ci si aspetterebbe da un opera del genere.
Tuttavia definire questo film un horror è un grande complimento considerato che la maggior parte delle cose che dovrebbero spaventare vengono invece presentate come enormi cliché che lo spettatore già si aspetta precisamente dove vengono inseriti. In più le varie “scene horror” sfociano in situazioni paradossali dove l’assassino finisce per essere la vittima di una Tree più decisa che mai a porre fine alla storia del loop temporale.
Se il tutto da un lato possa suonare divertente facendo un po’ il verso a saghe immortali dell’horror comedy come ad esempio Scream. Dall’altra parte questi continui cliché smorzano decisamente la voglia che lo spettatore ha di vedere l’horror del film, preferendo di gran lunga i vari momenti divertenti che la pellicola offre.
Esclusa questa macchia però, la pellicola scorre bene e risulta parecchio godibile per tutti i suoi 100 minuti di durata. In più ci sono diversi momenti che riescono davvero a coinvolgere emotivamente lo spettatore, soprattutto per merito dell’interpretazione degli attori che, se nel primo capitolo era abbastanza discutibile con momenti di recitazione davvero a mala pena passabile, questa volta sfoderano delle capacità attoriali espressive e ben formate.
Parlando poi della colonna sonora del lungometraggio, quest’ultima risulta molto appropriata e azzeccata in diverse scene, di fatto gli addetti ai lavori sono riusciti a fare un lavoro decisamente convincente riuscendo a enfatizzare i diversi momenti del film e le emozioni che dovrebbero suscitare.
Soffia sulle candeline
Dulcis in fundo possiamo affermare che l’opera di fatto si presenta come un horror molto leggero, quasi a parodiare il genere, e per questo godibile alla stregua di uno dei capitoli della già citata serie Scream. Di certo si nota l’impegno maggiore e la maturità con cui questo film è stato portato avanti, dandogli anche dei toni più seri e vari risvolti anche molto più sensati rispetto al primo capitolo (questa volta l’assassino ha un movente quanto meno accettabile).
In più è decisamente gradita la scelta di includere un breve flashback di riassunto su quanto accaduto nel primo film all’inizio della pellicola, in modo da non far partire troppo svantaggiato chi non avesse ancora avuto modo di recuperare la suddetta pellicola.
L’opera, per concludere, è decisamente più matura rispetto alla precedente ed è tranquillamente apprezzabile da chi ha voglia di vedere un film horror, ma è troppo suggestionabile per farlo. Per chi invece è reduce da pellicole più pesanti, quest’opera potrebbe essere un modo per distendere i nervi e farsi quattro risate senza rinunciare al piacere del buono e sano jump scare di circostanza.