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American Horror Stories – Recensione di un disastroso spin-off

Raramente ci è capitato di ritrovarci innanzi a una delusione così cocente da aver creduto di star osservando solo uno scherzo di cattivo gusto. American Horror Stories è quasi certamente l’anello più debole di un franchise che ha sempre contato comunque di qualche scivolone o atterraggio di fortuna, un vero e proprio sospiro di frustrazione lungo ben sette episodi di cui andiamo a fare la recensione.

Gli amanti del genere (e non solo loro) guardano sempre con attenzione ogni qualvolta che il “re mida” delle serie tv Ryan Murphy presenta una nuova stagione di American Horror Story, la serie antologica che stagione dopo stagione estrapola e restituisce in salsa pop i grandi filoni, archetipi e folklori dell’orrore e della paura made in USA.

Da una casa maledetta della East Coast a un manicomio del Massachusetts negli anni ‘60, da un coven di streghe nella New Orleans voodoo a un circo di fenomeni da baraccone nell’America degli anni ’50, da un hotel infestato di vampiri nella Los Angeles dei giorni nostri a un mockumentary tinte slasher con struttura a scatola cinese nelle spettrali pianure del New England fino ad arrivare a un culto di estrema destra alla vigilia dell’America trumpiana, Murphy (con Balchuk) ha reso omaggio e riadattato per il nuovo millennio l’immaginario di un genere che ha influenzato il mondo.

Un’epopea molto debole

Pare giusto evidenziare che i risultati stagione per stagione sono stati decisamente altalenanti, indicativamente a partire dalla quinta stagione e quest’ultimo esperimento – chiamato invece American Horror Stories -, in cui il regista/produttore presenta una decina di storie auto-conclusive in una sorta di spin/off  della serie originale (il secondo se vogliamo contare pure il più apprezzato American Crime Story, ora alla terza stagione), è di gran lunga il meno riuscito finora.

Un debolissimo sequel/finale in tre puntate della stagione originale del franchiste, AHSModern House, con un solo attore del cast originale. La visione di un film maledetto in un anacronistico drive in che provoca un massacro ammiccante alla serie Demoni di Lamberto Bava con annessa critica alle piattaforme streaming e al ruolo delle sale nel nuovo millennio. Un entourage di insopportabili influencer alla Jake Paul che ricevono quello che gli spetta da un serial killer natalizio interpretato da Danny Trejo (perché?). Uuna blanda e pleonastica rivisitazione di Rosemary’s Baby – Nastro Rosso a New York di Roman Polanski con Billie Loud che sbandiera inutilmente il tema del gaslighting. Una versione breve e poco ispirata del franchiste di Wrong Turn.

American Horror Stories recensione

American Horror Stories doveva funzionare come hours d’ouvre del successivo capitolo della serie originale, American Horror Story: Double Feature, due serie in una, secondo la tradizione delle doppie visioni tanto care agli amanti delle serate horror, ma più che invitare alla visione finisce per farci attendere esasperati l’arrivo della “vera” serie. Si vorrebbe trovare qualche elemento positivo a questa, ma solo i critici più generosi e gli spettatori meno pretendenti troveranno qualcosa da difendere: al di là di una certa banalità nell’esecuzione e nella scelta delle storie, quello che manca di più è quella dose di fantasia caotica, di commistione pop, di sregolatezza che hanno distinto il franchiste dal resto dei suoi competitori.

American Horror Stories è una serie poco generosa, banale nell’esecuzione, noiosa e vagamente snervante nel suo propinarci una serie di storie particolarmente fiacche in rapida sequenza. Il crimine più grave è forse l’aver voluto chiudere definitivamente il capitolo originale della serie, American Horror Story Murder House (dell’ormai lontano 2011 e già riallacciato precedentemente nella nona stagione, American Horror Story: Apocalypse, seguito della fortunata terza stagione American Horror Story: Coven), con un finale sbrigativo, personaggi insulsi e senza darci almeno una parte consistente e accettabile del cast originale. Un consiglio? Se non avete quella necessità di guardare per completezza tutti gli spin-off di un franchise per intero, saltatevi questo esercizio di noia e banalità e aspettate direttamente di vedere American Horror Story: Double Feature, in uscita su Disney+ a partire dal 20 Ottobre 2021.

American Horror Stories

3.5

American Horror Stories sperpera il suo potenziale a causa di storie banali, scelte di regia opinabili e la mancanza cruciale di quell'elemento di originalità stilistica e di registro che hanno fatto la fortuna della serie originale. Indefinitiva, un pasticcio inutile e decisamente evitabile, soprattutto per i più accaniti fan del franchise AHS. Se proprio non sentite il bisogno viscerale di guardare per completezza tutti gli spin-off di un brand, vi consigliamo di volgere il vostro sguardo verso opere di ben altra caratura;s

Pierfranco Allegri
Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it

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