Esplosione: diciamocelo pure, questa parola racchiude spesso e volentieri la trama e le aspettative di chi vede sul cartellone il nome del regista Michael Bay. Nell’ultimo lavoro del cineasta americano, Ambulance, troviamo sia questo suo marchio di fabbrica, sia qualcosa di diverso. Sebbene non ci si discosti tantissimo dai precedenti lavori del mondo action, il nuovo film di Bay risulta patinato, brillante e decisamente accattivante a partire dalle prime fasi. Pronti a salire sull’ambulanza più ricercata di tutta Los Angeles? Ecco la nostra recensione di Ambulance.
Fuggire per vivere
Cominciamo la nostra recensione di Ambulance parlando della trama. Will Sharpe (Yahya Abdul-Mateen II) è un ex militare americano che si è ritirato, e tornato in patria dopo diverse missioni, con a casa sua moglie e un figlio nato da poco. l’uomo scopre che la moglie ha una brutta forma di cancro e per operarla gli occorrono soldi, tanti soldi. Per trovare la somma che gli serve, Will si rivolge al fratellastro (non di sangue) Danny (Jake Gyllenhaal), il quale è un noto rapinatore. Come in un domino gli eventi che si susseguono alla richiesta di soldi da parte di Will sono esponenziali e implacabili: di colpo l’ex militare si ritrova coinvolto in una rapina da decine e decine di milioni di dollari, dato che forte della sua abilità nel guidare viene assoldato da Danny per essere l’artefice della fuga dalla banca che stanno rapinando. “Nessun piano di battaglia sopravvive al primo incrocio di lame” diceva Sun Tsu nel suo libro “L’Arte della Guerra”, ed ecco che le cose si mettono piuttosto male per i nostri anti-eroi che si ritrovano a fuggire dalle forze dell’ordine a bordo di un’ambulanza rubata: insieme a loro in questa fuga incontriamo Cam Thompson (Eiza González) ed il poliziotto Zach (Jackson White). Quello che ne segue è una fuga disperata per tutta la città, che non vi descriveremo ma che vi enunciamo come ricca di suspance ed adrenalina pura.
“ambuLAnce”
Ambulance può sembrare un titolo banale, povero di contenuti, e farlo etichettare come “il solito film d’azione che domani verrà dimenticato”, ma invece, non è così: Michael Bay riesce mediante diversi escamotage cinematografici a rendere lo spettatore parte della vicenda, dipinge una giornata che ricorda molto Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani, mentre il passato e la profondità dei personaggi richiama film degli anni ’80 e ’90: innegabili le similitudini con Die Hard (a proposito, sapevate che è in arrivo il sesto capitolo?) sotto questo punto di vista.
Correndo per le strade di Los Angeles (da qui l’evidenza delle due lettere L ed A nel nome ambuLAnce) ci si rende conto di quanto le scene che vediamo si rivelino delle critiche del regista verso la gestione della città, al comportamento della polizia non sempre onesto, e volto principalmente ai propri scopi personali più che al bene comune (cose di cui in sede di recensione abbiamo tenuto conto). Dalle sfumature inoltre si evince quanto sia brillantemente sporca la città degli angeli che, sebbene ad un primo sguardo possa sembrare un sogno, nasconde un’anima ben più oscura di quella che si potrebbe supporre.
Jacke Gyllenhaal è come sempre un maestro di interpretazione che riesce a rendere Danny il personaggio più vero dei quattro che si avvicendano in questo rocambolesco susseguirsi di eventi: cinico, attaccato più al denaro che alla vita, manipolatore e narcisista, il suo personaggio è un caleidoscopio di eroi e non che si avvicendano sul suo volto. Yahya Abdul-Mateen II si conferma un ottimo action man, dopo averlo visto indossare il costume di Black Manta come avversario di Aquaman, qui lo troviamo in un ruolo che probabilmente gli si addice di più: impossibile non innamorarsi dell’umanità di Will e di come cerchi sempre di fare la cosa giusta nonostante sappia di essere nel torto. Eiza González dismette il ruolo classico della famme-fatale che in genere è affibbiato ad attrici con la sua presenza fisica, ed interpreta Cam, un paramedico con un passato denso di storia, una donna forte che spesso dimostra di essere lei a “portare i pantaloni” sulla scena. Sfortunatamente per lui, Jackson White, non fa poi molto, se non il poliziotto semi morente che si trova nell’ambulanza: il giovane attore al sesto anno di carriera si ritrova a fare il “morto a galla” in un mare di esplosioni, curve mozzafiato e piani strampalati per fuggire dalla polizia di cui fa parte, purtroppo un uomo in balia della corrente degli eventi che speriamo di vedere meglio in futuro.
Adrenalina vincente
Ambulance, come evincerete dal voto di recensione, è un ottimo action movie, sebbene abbia delle pecche: diciamocelo, la durata è decisamente troppo alta, siamo sulle due ore di girato che possono sembrare anche giuste come tempistiche, ma in un film che si suppone tenga lo spettatore con il fiato sospeso avremmo preferito fermarci alla classica ora e mezza di visione. Il tempo che si prende per raccontare i personaggi è ben speso, badate bene, purtroppo ci si perde in passaggi riempitivi che potevano essere superati. Il film è un’ottima critica ai tempi moderni, agli scopi che si perseguono, e al fatto che non sempre chi compie un gesto definito malvagio sta di fatto nel torto, come a dire che i fini talvolta giustificano i mezzi, per quanto disperati siano. La fratellanza, il senso di rispetto e di amore/odio che scorre tra Will e Danny è palpabile: i due sono di fatto fratelli, bianco e nero che disintegrano le barriere raziali mostrandoci la miopia del mondo che li guarda, infatti ogni volta che i due si definiscono fratelli, qualche personaggio non fa che ripetergli “ma davvero? Non sembrate fratelli“. Forse avremmo preferito una telecamera più fissa nelle scene concitate in quanto a volte si perde leggermente il filo e qualche leggero “mal di mare” potrebbe sovvenire in questa odissea. Nel complesso il film è ottimo, probabilmente merita anche più di una visione per cogliere tutte le espressioni e le sfumature dei personaggi, che sono senza dubbio la vera forza del film