Come se non fosse già scontato dopo le innumerevoli uscite a tema, questo 2021 si riconferma ancora una volta l’anno dei loop con l’arrivo del recente Aeon Drive, un Action-Platform indipendente, che ci ha colpiti in questa sede di recensione al netto di alcune perplessità. Parliamo infatti, di un prodotto che farà la gioia degli speedrunner grazie a viaggi nel tempo e corse a perdifiato per livelli complessi e ben strutturati, confezionando un’esperienza che fa il suo dovere, ma che potrebbe non piacere a tutti.
Una corsa disperata contro il tempo
Nonostante la descrizione presente sugli store digitali per Aeon Drive puntino moltissimo sull’elogiare il gioco per l’ambientazione cyberpunk di New Barcellona, questa è in verità soltanto un contorno alle vicende, fra l’altro neanche troppo ispirato. La piccola storia del titolo è invece incentrata soprattutto e quasi esclusivamente sul sopraccitato concetto di loop temporale, con la blanda narrazione che prende il via dopo un viaggio iper-luce, con la giovane protagonista della vicenda Jackelyne che si ritrova isolata con la sua nave in caduta verso la superficie di un pianeta in un’altra dimensione, quando a un tratto viene cattura dalle forze robotiche della città fantascientifica di New Barcellona. Purtroppo, la nave spaziale – che nel frattempo è precipitata – sta per avere anche una reazione critica al motore iper-luce che si fonderà in appena 30 secondi. Ecco quindi che l’IA della nave trova un sistema per rimandare all’inevitabile: cercare di rubare alcuni secondi da altre dimensioni per scongiurare una catastrofica esplosione. La storia di gioco prende quindi questo incipit stimolante, anche se è principalmente stata costituita per fare da base al gameplay.
30 secondi per vivere o morire
Il gameplay di Aeon drive si è quindi mostrato come piuttosto interessante grazie all’utilizzo costante dei citati loop temporali in piccoli livelli platform dalla discreta complessità. Per sopravvivere e proseguire nel nostro viaggio d’innumerevoli stage avremo però la necessità di utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione visto che il countdown verso la fine del mondo è sempre presente sopra le nostre teste e scorre inesorabile. Per aumentare quindi le nostre chance di completare missione in tempo arrivano in campo due meccaniche fondamentali del titolo, una che è quella delle celle energetiche sparse per i livelli che servono per guadagnare secondi aggiuntivi da sommare ai 30 di base, e l’altra è la lama per il “teletrasporto”. La prima componente, quella delle celle energetiche, consiste nel trovare e accumulare queste risorse sparse per il mondo di gioco e che ricaricano la batteria della macchina per i loop temporali. Questo dispositivo permette alla protagonista di guadagnare 5 preziosi secondi rubati sempre ad altre dimensioni per utilizzo, e sono spessissimo necessari per proseguire all’interno degli stessi livelli e soprattutto per poter ottenere i vari collezionabili.
La lama del teletrasporto è invece una componente discretamente controversa, perché nonostante sia in grado di offrire un enorme grado di sfida e di soddisfazioni una volta compresa appieno, allo stesso tempo non risulta molto intuitiva da utilizzare. Ci spieghiamo meglio: il concept di questo gadget è semplicissimo, si lancia la lama per far traslare la protagonista nel punto nel quale si è conficcata in modo istantaneo, garantendo così spostamenti a 360 gradi con velocità eccezionale. Ovviamente il sistema ha una grandissima importanza in un gioco dove ogni singolo stage richiede 30 secondi circa per essere completato. Le possibilità ludiche offerte da questo oggetto per la traslazione garantiscono quindi al gameplay una profondità inaspettata per un titolo indipendente, con una componente ludica che richiede velocità estrema, abilità e tanta tantissima esperienza per essere compresa appieno.
Quando parliamo di spessore nel gameplay, intendiamo soprattutto la complessità del level design di gioco che permette ai giocatori più abili di sfruttare l’ambientazione e le abilità in proprio possesso per migliorare le prestazioni e i tempi oltre ogni limite. Una delle componenti principali in questo titolo è infatti un sistema di classifiche che mostra in quanti secondi gli altri player nel mondo hanno completato un determinato stage e spinge quindi l’utente a fare di meglio, rigiocando all’infinito un determinato livello. Inutile dire che, come accade in giochi con una curva d’apprendimento sufficientemente alta, vi sono già giocatori che hanno toccato traguardi assurdi, con tempi di completamento che arrivano ad essere quasi impensabili (almeno per noi). Questo grazie e soprattutto per l’utilizzo della sopracitata lama della traslazione che conferisce ai player più abili un tool fondamentale per il completamento di stage intricati in appena una decina di secondi, grazie a veloci cambi di direzione e movimenti di precisione al cardiopalma.
Tuttavia, abbiamo definito tale meccanica come relativamente controversa, perché non facilissima da utilizzare e decisamente poco intuitiva sia con controller, sia soprattutto con la tastiera. Spesso infatti la lama può andare a conficcarsi in luoghi non previsti o tornare indietro proprio nel bel mezzo di un salto con conseguente nostra dipartita. Ne risulta che per quanto non sia un chiaro difetto, crediamo che il titolo avrebbe giovato considerevolmente di una maggiore intuitività nei comandi di tale meccanica con magari un “effetto tracking” maggiore del colpo solo sugli appigli molto grandi in tutte le direzioni.
In questo modo il completamento delle sezioni di gioco risulterebbe meno stressante quando si prova a sfruttare la verticalità degli ambienti. Questa componente potrebbe essere inserita, magari anche con la funzione per poterla disattivare dal menù delle opzioni in modo da non rovinare eccessivamente la sfida ai player più abili che necessitano di maggiore precisione. Nel titolo è anche presente un multiplayer in locale e online che permette a vari player di giocare in cooperativa o in competitivo, per ottenere tutti i collezionabili di gioco il più velocemente possibile, grazie allo schermo che si allarga e segue i movimenti di tutti i player contemporaneamente, o per battere il tempo degli altri compagni.
Un semplice sfondo Cyberpunk
Da un punto di vista tecnico, il progetto dei ragazzi di 2Awesome Studio si difende piuttosto bene grazie a una grafica in pixel art che fa decisamente il suo lavoro, senza problemi di sorta. Quello che ci ha fatto parzialmente storcere il naso è la presenza di un comparto artistico sì interessante, ma dimenticabile su più fronti. L’elemento cyberpunk infatti è esclusivamente uno sfondo alle azioni di gioco e talvolta va pure a cozzare con alcune scelte stilistiche presenti fuori contesto. Prime fra tutte la riproposizione spasmodica dei classici spuntoni medievali che siamo abituati a vedere in migliaia di Platform, ma che a nostro modo di vedere hanno un senso molto limitato in un mondo super avanzato come quello di New Barcellona. Fortunatamente ci sono anche altre formule azzeccate come i nemici robotici e le molte griglie laser da oltrepassare grazie alla lama. Ma non parliamo di una contestualizzazione così ben definita da poter rivaleggiare con altre tipologie di prodotti dalla simile portata.