Il candidato al Premio Oscar Bradley Cooper esordisce come regista cinematografico portando sul grande schermo la terza rivisitazione dell’iconica love story A Star is Born, una appassionante e travagliata storia d’amore tra due artisti che formeranno una coppia sia sul palco che nella vita.
Ally (Lady Gaga al primo importante ruolo cinematografico) è una giovane cantante con tanto talento, ma poca fiducia in sé stessa, che sbarca il lunario lavorando come cameriera e facendo tributi a Edith Piaf in un locale di drag-queen. Jackson Maine (Bradley Cooper) è una country-rock star con tanti demoni (primo tra tutti l’alcol) e un orecchio che non funziona più per colpa dell’acufene. Una sera, alla disperata ricerca di un locale che vende alcolici, Jackson incontra Ally mentre si esibisce in una delle sue serate e subito l’uomo si innamora del suo talento e della sua personalità pulita. I due subito cominciano una relazione sentimentale e, sotto l’ala protettiva di lui, Ally diviene in poco tempo (anche grazie a un astuto manager) l’artista del momento. Ma mentre la carriera della ragazza è in rapida ascesa, Jackson prosegue nel suo cammino autodistruttivo che metterà a dura prova la loro relazione.
La versione di Bradley Cooper è il terzo remake dell’omonimo film del 1937 con Janet Gaynor e Fredrich March, preceduto dalla versione del 1976 (probabilmente la più iconica, nda) con Barbra Streisan e Kris Kristofferson e ancora prima da quella degli anni ’50 con Judy Garland e James Mason. Una versione del 21°secolo avrebbe dovuto vedere il buio della sala molto prima, con Clint Eastwood alla regia e Beyoncé nel ruolo di Ally, ma dopo vari rinvii produttivi Cooper, selezionato da Eastwood per il ruolo di Jackson, è passato dietro la macchina da presa.
Da subito si può constatare in A Star in Born un problema di ritmo che tradisce una distensione della storia (di per sé non originale) non attenta. Bisogna anche aggiungere che, nonostante il carisma e talento che l’hanno trasformata in una delle icone pop del nuovo millennio, Lady Gaga è un’attrice da poco e nulla. Il che è un peccato, considerando con quanta dedizione Bradley Cooper entra nelle pieghe di un personaggio non particolarmente nuovo ma difficile, che oltre a sottolineare le sue qualità d’attore (anche grazie alla presenza raramente sgradita di Sam Elliot nel ruolo del fratello/figura paterna/manager Bobby sul cui timbro di voce Cooper ha creato la voce di Jackson) ne svela un ottimo talento canoro. Va’ dato credito inoltre a una sorprendente prowess di regista all’attore che cerca, con risultati discreti, una propria visione di un film ormai esacerbato ai massimi livelli dopo quattro versioni. La punta di diamante del film, però, sono senza dubbio le canzoni (tra cui Shallow, manifesto del film, della quale possiamo già prevedere la candidatura come Miglior Canzone agli Oscar) scritte da Lady Gaga assieme a Lukas Nelson di cui vi consigliamo l’ascolto su Youtube.