Esce oggi Il mistero dei Templari – la serie (National Treasure: Edge of History), serie Disney+ con che prosegue la saga del Mistero dei Templari (National Treasure). I due film originali, “Il Mistero dei Templari” e “Il mistero delle pagine perdute”, avevano come protagonista il ricercatore Ben Gates, interpretato da Nicolas Cage, impegnato nella ricerca di tesori perduti nel tempo, un remoto ed enigmatico indizio dopo l’altro. Nonostante i riferimenti alla saga originale, tuttavia, la serie prende le distanze dai vecchi personaggi, presentando dei protagonisti inediti e una trama che può essere seguita e apprezzata anche per chi non ha visto i film dei primi anni ‘2000.
Attenzione, questa recensione contiene spoiler, quindi vi suggeriamo di non proseguire qualora non foste interessati a scoprire lo svolgimento dei primi due episodi.
Il primo episodio inizia, naturalmente, con un prologo riguardo le origini del tesoro: durante l’invasione di Cortez nel 1519, le popolazioni indigene sono riuscite a nascondere ai conquistadores il grande tesoro di Montezuma, per poi dividere l’informazione sulla sua ubicazione in tre indizi contenuti in tre reliquie, perse nei secoli. Nel 2001 una banda di cacciatori di tesori è sulle tracce di una delle reliquie, ormai ritenute poco più di un mito.
Assistiamo al ritrovamento della reliquia (nascosta fino a un certo punto) da parte di Rafael, cacciatore di tesori che viene braccato dagli uomini di un misterioso Salazar, che il giovane avrebbetradito. Rafael riesce a rifugiarsi a casa e affida la reliquia alla moglie che sfugge agli uomini di Salazar insieme alla figlia ancora in fasce.
21 anni dopo la figlia di Rafael, Jess, interpretata da Lisette Olivera, è in un’escape room a tema carcerario con i suoi amici.Emerge già con questa scena la caratterizzazione dei personaggi:Tasha (interpretata da Zuri Reed), dal senso pratico e senza peli sulla lingua, Oren, ragazzo di Tasha dalla battuta pronta, ed Ethan, migliore amico di Jess che forse forse per lei prova anche qualcosa di più. Jess, infine, pur non sapendo nulla sul conto del padre, sembra aver comunque ereditato il suo amore per la scoperta e per l’indagine: assistiamo subito ad un suo sfoggio di abilità mentre risolve il quesito finale dell’escape room.
Jess lavora in uno storage e viene incaricata dal suo capo di trovare un affittuario insolvente firmatosi sotto il falso nome di “Ioil Phasma”. Grazie all’ampio inventario di oggetti antichi e cianfrusaglie nel deposito, Jess scopre che il vero nome del proprietario è Peter Sadusky, massone ed ex agente FBI. Si reca allora da lui per sollecitarlo a pagare il debito, ma quando la vede Sadusky, interpretato da Harvey Keitel (personaggio che già compariva nei film della saga) riconosce il ciondolo che Jess porta al collo, unico lascito del padre. Il simbolo, le spiega, appartiene a quegli uomini che hanno giurato di riportare alla luce il tesoro di Montezuma e lui custodisce un prezioso indizio per il suo ritrovamento. Sadusky vorrebbe consegnare a lei l’indizio, ma quando tira fuori una lettera indirizzata a suo nipote Liam, lei si rifiuta di prenderla. Scoprirà solo a casa che l’ex agente FBI ha messo la lettera nella sua borsa ma, nonostante le insistenze di Tasha e Oren, decide di non aprirla.
Il giorno dopo Jess scopre che Sadusky è morto; i federali sono al deposito e le chiedono della lettera, ma lei nega di averla presa. Mentre viene interrogata Jess “interroga” a sua volta gli agenti a modo suo: entrare nell’FBI è il sogno della sua vita e, forte della sua conoscenza in materia, intuisce che non si tratta di veri agenti federali. Quando torna a casa insieme a Tasha le due trovano l’appartamento a soqquadro, opera, deduce Jess, dei finti federaliin cerca della lettera. L’indizio è stato, tuttavia, provvidenzialmente preso per sbaglio da Oren, che si è lasciato con Tasha il giorno prima e ritorna in quel momento giusto il tempo di riconsegnare la lettera a Jess. Jess decide infine di aprire la lettera, convinta che possa davvero contenere un’informazione di grande importanza. L’interno della busta però sembra essere una semplice foto con Sadusky, suo figlio e suo nipote ancora bambino; sul retro una dedica in cui Sadusky chiede al nipote di perdonarlo. Jess decide allora di ritracciare Liam per consegnarglila lettera, ma quando lo trova lui rifiuta la busta a causa di contrasti con il nonno.
Jess sta per disfarsi della lettera insieme al resto delle cose che aveva prelevato dal deposito di Sadusky, ma poi un dettaglio la fa desistere: riconosce tra le cianfrusaglie nella scatola lo stesso martelletto che Sadusky regge nella foto. Decide allora di recarsi insieme a Tasha nella loggia massonica di Sadusky, dove la foto è stata scattata, per indagare più a fondo. Una volta nella loggia, nella quale per entrare è stato sufficiente spacciarsi per addette alle pulizie e imitare un saluto massonico, Jess prende il martelletto e si posiziona nello stesso punto dove si trova Saduskynella foto. La luce del sole riflessa sul martelletto va a cadere suuna scrivania sulla quale Jess trova una serratura a forma di stella che combacia con la punta del manico del martelletto: una volta inserito e girato il meccanismo si riflette sul martelletto una sfera posta sopra una colonna. Jess la apre e dentro trova nientemeno che una delle reliquie del tesoro di Montezuma, anche se lei non sa di cosa si tratti. La scena lascia qualche perplessità e le deduzioni di Jess appaiono quantomeno forzate, forse per una messa in scena sbrigativa in un momento di pathos come questo.
L’episodio si conclude con una telefonata di Billie, interpretata da Catherine Zeta Jones, che vuole avere la reliquia da Jess, che da parte sua non perde nemmeno un secondo per cercare di negarne il possesso. La ragazza rifiuta il denaro offerto da Billie, che passa allora al ricatto facendo sapere a Jess che ha rapito Oren e minacciando di ucciderlo.
Nel secondo episodio Jess acconsente allo scambio, scegliendo il negozio di souvenir di un museo come luogo dell’appuntamento. Lei e Tasha si recano dall’FBI per denunciare il rapimento: l’agente Ross ascolta scettica la loro storia, ma le ragazze abbandonano l’idea di una denuncia formale per evitare che la reliquia e i loro stessi nomi finiscano negli archivi dell’FBI.
Decidono allora di presentarsi allo scambio e far arrestare Billieper taccheggio per poi accusarla del rapimento di Oren, ma prima di consegnarle la reliquia Jess vuole scoprire se essa nascondadegli indizi legati a suo padre. Capisce che si tratta di un rompicapo e che i simboli sulla superfice possono essere spostati per formare delle combinazioni. Come poi capisca che la combinazione giusta sia “sole, coniglio, terreno, cespuglio” basandosi su dei collegamenti tra questi simboli che creerebbero una storia (il sole riscalda il coniglio che salta sul terreno e si rifugia nel cespuglio) è assai poco chiaro. Ma una volta inserita, la reliquia si apre, mostrando quella che sembrerebbe proprio una mappa. Le ragazze si affrettano a fotografarla anche se stranamente non riesamineranno le foto nei giorni successivi.
Arrivate al negozio di souvenir Jess mette un portachiavi in vendita all’interno della reliquia. Billie si presenta insieme a Oren, trattenuto dai due scagnozzi di Billie. Lo scambio va a buon fine e, come da piano, gli allarmi del negozio iniziano a suonare non appena Billie varca la soglia con il cubo. Peccato che il personale non sia poi così vigile quanto Jess sperava e Billie riesce a farla franca passando la reliquia a uno dei suoi uomini senza farsi notare. Jess passa allora al piano B e denuncia il rapimento ai danni di Oren al poliziotto del negozio, ma basta uno sguardo di Billie e Oren nega tutto: sa che avrebbe ucciso lui e i suoi amici se avesse parlato.
Salvato Oren i ragazzi tornano a casa e decidono di cercare insieme il tesoro. Jess si reca di nuovo nella casa di Peter Sadusky in cerca di nuovi indizi e trova un libro che reca lo stesso simbolo riportato sulla collana di suo padre. Viene però interrotta da Liamal quale racconta della sua ricerca, ma il ragazzo la deride affermando che la ricerca dei tesori è solo un’inutile e rischiosa perdita di tempo.
Tornata al lavoro, Jess scopre di essere stata licenziata e Tasha la convince a farsi assumere come cameriera al bar dove suona Liam. Lì il ragazzo la invita a seguirla di nuovo nella casa di Peter Sadusky e le mostra una stanza segreta in cui sono accumulati anni di ricerca sul tesoro. Le ricerche del padre di Liam – militare morto in circostanze poco chiare – sarebbero iniziate sulla base di un misterioso manoscritto messicano: l’episodio si chiude con Jess che scopre che l’autore del saggio è sua madre.