House of The Dragon – Recensione episodio 8 della nuova serie HBO

Recensione dell'episodio numero 8 di House of The Dragon, la serie spin-off de il Trono di Spade, in uscita su Disney+.

Claudio Baldacci
Di Claudio Baldacci - Contributor Recensioni Lettura da 5 minuti
8.5
House of The Dragon: recensione episodio 8

Ormai House of The Dragon, serie spin-off e prequel de Il Trono di Spade, ha acquisito totalmente la sua dignità e indipendenza. La serie corre da sola, è ricca di nuovi personaggi che godono di molto spazio ed è capace di intrattenere come lo faceva la serie madre, ma con tempi e ritmi molto diversi. Eravamo abituati a quella lentezza costruttiva, ma a volte snervante, del Trono di Spade, per la quale bisognava aspettare intere stagioni prima di vedere succedersi eventi annunciati. Ora, in House of The Dragon, nel giro di otto episodi sono stati coperti quasi venti anni di narrazione. Un bene, per l’interesse che la storia dei Targaryen può darci, specialmente avvicinandoci all’attesissimo arrivo del Re Folle (sicuramente il punto di congiunzione tra le due serie); ma anche un male, perché potrebbe non dar modo di affezionarsi ai personaggi o alle dinamiche familiari, che in questo modo sono costrette a cambiare troppo velocemente.

Un nuovo salto temporale di sei anni

Così, mentre appena due episodi fa raccontavamo di un salto temporale di ben dieci anni, in cui abbiamo anche osservato un parziale recasting, oggi parliamo di un salto di ulteriori sei anni, che ci dà modo di vedere i piccoli Targaryen e Velaryon, diventare problematici adolescenti. Saranno proprio loro il fulcro di questo episodio, che vede due sostanziali avvenimenti: il ritorno di Rahenyra e lo zio, ma ora marito, Daemon da Pentos ad Approdo del Re e la questione della successione al Trono di Legno, lasciato vacante a causa della morte di Corlys Velaryon. Così, prima ancora che inizia La Danza dei Draghi (la futura guerra civile per la successione al Trono di Spade), il fratello di Corlys si contende il Trono di Legno con Lucerys Velaryon, secondogenito di Rahenyra e Laenor Velaryon (ricordiamo che il primogenito è il futuro erede al Trono di Spade).
Ma si sa, la questione della reale paternità dei figli di Rahenyra è ancora da risolvere, poiché i figli di Re Viserys e la Regina Alicent, dalle sembianze più che Targaryen, la mettono da sempre in dubbio, definendoli “bastardi”, da Lord Strong. È proprio Aemond Targaryen, il ragazzo che l’episodio scorso aveva perso un occhio per la conquista di un drago, a creare il prossimo incidente diplomatico che la famiglia dovrà affrontare. Incidente troppo grande anche per Re Viserys, che anche in questo episodio troviamo ancora vivo, ma veramente debole.
Consumato dalla malattia che lo affligge praticamente dal primo episodio e dalle ansie della Corona, rovinato in volto, aiutato dal suo Primo Cavaliere e sostituito dalla moglie Alicent, il Viserys di Paddy Considine (date un Emmy a quest’uomo!) è un personaggio commovente, che dà tutto sé stesso per la sopravvivenza della sua famiglia ed il benessere del suo Regno. La sua è una forza che va al di là della malattia e che riesce a resistere anche alla necessità di annebbiare la sua mente per resistere al dolore. Un personaggio bellissimo, amorevole, che faremo molta fatica a lasciar andare, ma che in questo episodio si rende protagonista di una scena di famiglia dal grande carico emotivo, dove sembrerebbe anche che grazie al suo impegno avvenga una riappacificazione tra Rahenyra ed Alicent. Commovente quando il suo sguardo sorridente va a posarsi sui giovali componenti della famiglia, che sembrano aver ritrovato l’unità. Sembrano…
L’ottavo episodio di House of The Dragon ci regala altri bei momenti, ma il finale ci mette molta fretta di vedere il prossimo, in uscita lunedì sempre su Disney+. Nota di merito a Daemon, che nonostante i dissapori e le nefande azioni passate, aiuta il fratello Viserys nella sua passeggiata verso il Trono, fino a raccogliere la sua Corona caduta e simbolicamente reincoronarlo.
House of The Dragon: recensione episodio 8
8.5
Voto 8.5
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Contributor
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.