Ci sono storie e favole che trascendono il tempo della loro scrittura: immagini che si imprimono nella memoria e che lasciano un solco indelebile nel cuore di chiunque le veda. Pinocchio, la favola di Collodi, è una di queste: sebbene sia una storia che abbiamo sentito, visto e letto diverse decine di volte, non smette mai di essere attuale e in un certo senso, forse più attuale oggi di quanto non lo fosse anni fa quando l’opera ha visto la luce per la prima volta. Il viaggio di Pinocchio è un’introspezione della vita stessa, uno specchio che ci costringe alla riflessione interiore e che affonda le sue radici nei reconditi recessi del nostro io, spingendoci a pensare davvero a cosa significano umanità e altruismo.
Desideri e bugie
Geppetto è un anziano artigiano che lavora il legno e che vive in una non meglio precisata cittadina italiana: nel suo paese è rinomato per le opere che crea e non passa giorno per cui non venga “vessato” da insistenti clienti che cercano in tutti i modi di appropriarsi (facendo offerte di acquisto) dei suoi orologi a cucù. L’uomo è tuttavia restio a venderli in quanto sono l’ultimo prezioso ricordo della moglie, scomparsa anni prima. Una sera, dal legno di un pino, intaglia la marionetta – che chiamerà Pinocchio – esprimendo il desiderio che quest’ultimo diventi un bambino vero. Quella stessa sera Pinocchio prende vita e inizia una nuova avventura con il suo babbo Geppetto. Nel corso della sua esperienza, Pinocchio verrà raggirato dall’astuto duo formato dal Gatto e la Volpe (quest’ultima vera mente della brigata) e per tentare di sfuggire a questi raggiri dovrà far affidamento sulla sua coscienza, ovvero il Grillo Parlante. Non andando oltre circa la trama, sebbene sia una storia nota a tutti, possiamo certamente dirvi che rispetto alla versione del cartone animato di tanti anni fa, questa nuova interpretazione della favola di Collodi non si discosta molto ne dall’opera cartacea ne tanto meno da quella di Disney: impreziosisce i momenti e rende tutto più attuale.
Dalla matita al computer
Ovviamente per ragioni di modernizzazione, Pinocchio (in originale doppiato da Benjamin Evan Ainsworth) e tutti i personaggi antropomorfi – come il Gatto e la Volpe – sono riprodotti al computer: questo rende bene sul bambino di legno, protagonista della vicenda, ma dall’altro lato rende davvero distopici e strani il Gatto e la Volpe che, sebbene siano realizzati con le più eccezionali tecniche di rendering moderno, risultano quasi impressionanti. Lontani dall’umanità che scimmiottano, vederli camminare in maniera eretta sulle zampe posteriori, agghindati come esseri umani accanto a persone vere, beh fa un certo effetto. Alle persone inoltre non sembra strano che ci siano degli animali antropomorfi che girano per le strade, del resto siamo in una fiaba: questi si limitano ad ignorarli. Tom Hanks nei panni di Geppetto è oltre il credibile: l’attore sembra nato per questo ruolo ed il suo rapporto con il “figlio” di legno è più veritiero che mai. Nel ruolo della Fata Turchina c’è Cynthia Erivo che sebbene compaia poco a schermo, rende benissimo l’idea della fata e, a differenza della versione animata, incontriamo questa creatura magica una sola volta in questo live action. Nota a margine per il Grillo Parlante, interpretato da Joseph Gordon-Levitt che funge sia da narratore che da co-protagonista della scena, sebbene in questa versione abbia un ruolo decisamente più marginale rispetto a quello che accadeva nell’animazione classica.
Antico e moderno
Al pari delle lavorazioni in legno che acquistano valore nel tempo, Pinocchio fa lo stesso: celebre è l’inganno della Volpe che raggirando una mente fresca, potremmo dire fragile come quella del ragazzino di legno, lo convince che non serve essere intelligente o istruito nella vita quando puoi essere famoso, e qui non possiamo non vedere una discreta analogia con il mondo moderno dei social network, capaci di vendere un’immagine piuttosto che una sostanza intrinseca della persona. Fama e gloria sono le promesse della volpe ma alla fine l’unica a beneficiare di tali profitti è proprio lei, ai danni di Pinocchio (anche qui, traete voi le vostre conclusioni). Antico perché il racconto si svolge in un tempo antico rispetto ai giorni nostri, un tempo dove si usava portare una mela al maestro di scuola da parte degli alunni; moderno perché in fondo la realizzazione in CGI dei protagonisti rende il tutto più vivido. Come dicevamo la favola è senza tempo, così come lo sono certe frasi e citazioni dei personaggi che militano in questa vicenda: sta a chi legge o guarda avere discernimento ed intendere ciò che l’autore voleva evidenziare.