Continuiamo il nostro viaggio nella Westeros del passato, prima ancora che la grande guerra del Trono di Spade inizi e che arrivi il famoso inverno, con la recensione del terzo episodio di House of the Dragon, uscito in Italia in versione originale, insieme alla versione doppiata dell’episodio numero due. Nella precedente recensione non abbiamo potuto parlare abbastanza, causa spoiler, di come la Principessa Rahenyra aveva in effetti risolto l’incidente diplomatico che si stava creando tra il padre Viserys I e lo zio Daemon. Il primo, aveva appena legittimato lei come erede al trono, spodestando proprio il secondo. In risposta, il sanguinario Daemon Targaryen aveva preso possesso di Roccia del Drago (in realtà destinata alla nipote) per farne il suo avamposto per il controllo da vicino di Approdo del Re. Viserys ha mandato il suo Primo Cavaliere a trattare con il fratello Daemon, ma con poco successo. Solamente la Principessa è riuscita a risolvere la situazione arrivando a sorpresa cavalcando uno dei Draghi in possesso della famiglia Targaryen.
La battaglia delle Stepstones
Il terzo episodio è un saggio completo di quello che House of the Dragon ed in generale il Trono di Spade possono fare: scene cariche di pathos, lunghi dialoghi carichi di politica, festeggiamenti e guerre. In questo episodio c’è tutto ed è un trionfo per gli occhi seguire queste vicende. La rivelazione, forse, è come questa storia sia capace di mantenere gli alti livelli della serie madre, nonostante abbia una velocità di narrazione totalmente differente. È vero, c’è ancora molto spazio ai personaggi, ai sospiri, ai pensieri; le scene si prendono il tempo per tutto e la narrazione è sempre lenta, ma in tre episodi abbiamo già vissuto due importanti salti temporali, rimanendo comunque ancorati alla storia, senza risultarne disorientati. Era qualcosa che Il Trono di Spade non ci aveva abituato a fare, essendo ambientata nelle stagioni nel corso di alcuni anni, come se fosse tutto consecutivo. Viene ulteriormente confermata poi la volontà di soffermarsi sui personaggi e torna la parte “strategica” da parte di un rappresentante del Concilio Ristretto, quella che nel Trono era rappresentata da Tyrion Lannister.