L’azienda statunitense Riot Games, nota per il gioco League of Legends, sta passando un periodo burrascoso per quanto riguarda il fronte legale. Sembrano infatti aggiungersi problematiche di vario genere a quelle già presenti. Il caso stavolta riguarda molestie e discriminazione, e a parlare sono dipendenti ed ex.
Stavolta sembra che uno sviluppatore di League of Legends abbia discriminato e molestato due ragazze (una tuttora impiegata e una dimessa) favorendo un clima maschilista. La cosa davvero grave non risiede nel comportamento (in)umano, ma nel metodo di assunzione della stessa azienda, che favorisce core gamers (che le querelanti dichiarano tipicamente maschili) sessualmente orientati.
L’ex dipendente Jessica Negron afferma che il suo capo le faceva svolgere i propri compiti, senza però dargli un aumento o un cambio di posizione (e verosimilmente un subordinato non potrebbe svolgere determinati compiti manageriali). Melanie McCracken invece parla di discriminazioni sessuali nelle operazioni internazionali di Riot, sotto la supervisione di Jin Oh. Naturalmente l’effetto catena non tarderà ad arrivare, spingendo le altre dipendenti discriminate a farsi sentire a gran voce. Intanto queste due si aggiungo alle già 28 dipendenti intervistate da Kotaku ad agosto.