Tutti gli amanti delle storie hanno sentito parlare almeno una volta nella loro vita di D&D, inteso in questo caso non soltanto come mezzo ludico, ma come “tangibile” fautore di racconti meravigliose che puoi sentire sulla tua stessa pelle. La magia dell’intraprendere una campagna in questo leggendario gioco di ruolo risiede proprio in questo, nello sperimentare in modo estremamente diretto una narrazione in cui tu stesso sei il protagonista, anche se non hai nulla sotto controllo. La casualità e l’attenzione restano alla base di un’esperienza che ti avvolge in presa diretta dandoti infinite possibilità d’approccio, sia che si tratti delle storie più classiche che delle più folli in assoluto. Siamo d’accordo sul fatto che sono le persone stesse a rendere speciali le varie campagne di D&D, i personaggi da queste creati, e lo sviluppo progressivo che le varie strade prendono passo passo, anche in relazione al tipo di carattere del giocatore stesso. Le storie più belle, infatti, sono quelle che prendono forma mano a mano ma con la spontaneità che possono dare sia le amicizie storiche, che quelle appena sorte. Per parlare di The Legend of Vox Machina in una recensione è fondamentale tenere a mente tutte queste cose, in un viaggio dalle striature folli e familiari.
Una web series che diventa serie animata
Nella nostra recensione di The Legend of Vox Machina vogliamo partire dal principio. Questa serie tv animata, di recente uscita, è un esclusiva Prime Video e trova le sue radici nella compagnia di Critical Role. Si tratta di una web series cui hanno preso parte alcuni celebri doppiatori che vediamo intraprendere insieme una campagna gigantesca di Dungeons & Dragons. Da ciò, specificamente parlando dalla prima parte di questo viaggio, è stata estrapolata la prima stagione di questa serie animata. Un lavoro di voci che diventa, dunque, esperienza visiva ed espressione figurativa. É proprio l’apporto di questi doppiatori a rendere tutto speciale in effetti, a rendere ancora più distintivi i vari personaggi non soltanto dal punto di vista sonoro, ma anche introspettivo. Le voci implicate nel viaggio sono le seguenti: Laura Bailey, Taliesin Jaffe, Ashley Johnson, Liam O’Brien, Marisha Ray, Sam Riegel, e Travis Willingham, con Matthew Mercer come Game Master.
Al centro di tutto troviamo questo gruppo dal nome Vox Machina, appunto. La primissima cosa che salta all’occhio è proprio il modo in cui questi personaggi sono legati fra loro pur essendo tutti totalmente differenti non soltanto esteticamente, ma caratterialmente. Abbiamo Percival “Percy” Fredrickstein Von Musel Klossowski de Rolo III, un umano esperto nell’utilizzo e fabbricazione delle armi da fuoco con una storia parecchio oscura alle spalle e dai suoi lunghi silenzi, Vax e Vex Vessar, un ladro e una ranger mezzelfi, Scanlan Shorthalt, uno gnomo bardo, Grog Strongjaw il barbaro goliath, Keyleth la druida del gruppo, anche lei mezzelfa e infine Pike Trickfoot, una gnoma chierica.
Di primo acchito, specialmente basandoci sul modo in cui questi vengono introdotti nella storia, parrebbe di trovarci davanti ai peggiori protagonisti possibili, ben lungi da qualsivoglia stereotipo del caso. Piuttosto si tratta di un gruppo scomposto e disordinato di rinnegati sociali totalmente inadatti al ruolo che gli viene dato al principio. Questa resta una delle caratteristiche più interessanti e divertenti di The Legend of Vox Machina, ne abbiamo parlato anche nella recensione di The Witcher, ovvero il suo essere totalmente scorretta e senza alcun filtro. Il nostro gruppo di eroi è sboccato, ama bere, fare sesso, ama il gioco d’azzardo e non ha troppi scrupoli quando si tratta di commettere bagordi.
Proprio per questo ci si affeziona loro nell’immediato, ci si lega fin dalla primissima inquadratura, fin dalla primissima scazzottata e bevuta goliardica, per poi restar loro vicino in tutti gli episodi che seguono. La trama principale in realtà, almeno per quello che abbiamo potuto vedere in questa prima stagione, è piuttosto semplice e risulterà tale specialmente agli amanti del genere fantasy. É il modo in cui viene narrata a essere originale ed unico nel suo genere, sono i dialoghi e le svolte di ognuno di loro, quello che pensano e come decidono di affrontare anche i pericoli più grandi che si parano lungo il loro cammino. Avanzare con gli episodi significa assistere ad una sorta di “storia di formazione” in cui ognuno di loro impara qualcosa sull’altro seguendo la forte amicizia che continua a legarli passo passo. Significa lanciarsi in un’avventura che sa come sorprendere proprio nel modo in cui sono stati caratterizzati i singoli protagonisti disegnati da una scrittura che risulta irrimediabilmente attraente.
Certamente in queste storie avremo modo di conoscere ognuno di loro mano a mano, anche perché c’è ancora moltissimo da dire e scoprire sui loro singoli background. Il fatto che la narrazione si apra in medias res da una parte ci proietta subito dentro a qualcosa che sembra accogliere nell’immediato, dall’altra però ci priva di qualsivoglia tipo d’introduzione per ognuno dei personaggi in atto. The Legend of Vox Machina offre quindi agli spettatori due cose molto importanti, una caratterizzazione dei personaggi estremamente dettagliata, come abbiamo detto anche sopra nella recensione, e un percorso attraverso il quale impareremo a conoscere tutte le loro storie (si spera) e le regole del mondo in cui si muovono. Anche perché si tratta pur sempre di un mondo governato dalle regole di D&D, dai suoi dettagli e da tutte le possibilità (anche classiche) d’approccio. Un mondo che sa anche essere violento e oscuro.
Una storia ben disegnata
Dal punto di vista formale The Legend of Vox Machina si presenta ben realizzata, con disegni e animazioni che si allineano perfettamente con il materiale trattato. Ne fuoriesce un qualcosa che sa come modulare la propria identità fantasy, ammantato da un lavoro unico nel suo genere per quanto concerne il comparto doppiaggio. Si tratta di un elemento, il doppiaggio originale, estremamente caratterizzante anche più della stessa animazione. Il legame fra coloro che hanno creato i personaggi durante la campagna suddetta e le loro voci/interpretazioni si fa sentire parecchio, incrementando ancor di più la fascinazione generale verso questo prodotto. Per quanto concerne la fruizione è bene sottolineare che non si deve necessariamente conoscere né il gioco di ruolo, né la campagna online da cui tutto s’ispira e neanche si deve essere fan del genere di appartenenza.