Sicuramente un’inaspettata sorpresa la prima serie Riot Games, Arcane, per Netflix e ne parliamo volentieri in questa recensione. Chi, tra gli amanti di videogiochi, non conosce League of Legends, il MOBA più famoso e popolare del mondo? Nei suoi dodici anni di vita questo capolavoro è diventato col tempo un’istituzione dell’industria videoludica, collezionando riconoscimenti e un numero esorbitante di giocatori, tanto da diventare il principale gioco di Esport competitiva del pianeta.
I più si stupirebbero poi a scoprire che il mondo creato da Alex Yee e Christian Linke (rispettivamente il creative designer e il creative director di League of Legends) è sorprendentemente ricco e profondo a livello di character development e lore. È infatti una complessa tessitura di rapporti tra campioni (questo il nome dei personaggi giocabili), un universo ampio e ricco che fa da sfondo al gioco, composto da numerose fazioni e culture apparentemente legati da rapporti di alleanza o antagonismo. Dal nobile regno di Damacia al brutale e guerrafondaio impero di Noxus, dalla orientaleggiante Ionia passando alle gelide distese di Frelijord: queste sono solo alcune delle distinte regioni che compongono l’universo di Runeterra.
Era ora…
Era, quindi, il momento di esplorare per davvero il potenziale narrativo del gioco, un’operazione che ha richiesto a Yee e Linke quasi sei anni di lavoro tra una patch e l’altra. Certo è che il progetto può essere accattivante, ma una segreta regola del cinema e della tv vuole che spesso e volentieri film e serie tratte da un videogioco non riescano a raggiungere un adeguato livello di qualità.
È anche vero, però, che Netflix ha già una volta spezzato la maledizione che sembra seguire gli adattamenti di videogiochi per il piccolo schermo grazie a un prodotto di qualità come Castlevania, la serie tratta da un videogame meglio recensita degli ultimi anni. Sull’onda di questo successo, osiamo sostenere in sede di recensione che Arcane sia uno dei migliori adattamenti di un videogioco di tutti i tempi.
Una sorpresa inaspettata
La storia salta su e giù tra la ricchissima e avanzata città di Piltover e i suoi bassifondi plagiati da violenza e povertà di Zaun. Arcane esplora il rapporto tra diversi personaggi (per lo più campioni giocabili) con particolare attenzione al difficile rapporto tra le sorelle Vi e Powder, cresciute tra morte e violenza e tragicamente separate in giovane età solo per ritrovarsi come parte di fazioni avversarie. Mentre il duo di scienziati Jayce e Viktor sono all’apice di una ricerca in grado di cambiare il mondo, il difficile equilibrio tra Piltover e Zaun verrà messo a dura prova dalla noncuranza del primo e dalla voglia di riscatto del secondo.
Prima di tutto Arcane rispetta le aspettative per quanto riguarda l’animazione: negli anni del suo sviluppo, infatti, Riot Games ha deliziato giocatori (e non) con stupendi trailer al massimo della qualità per introdurre nuovi campioni, stagioni, eventi e skin (aspetti bonus per i personaggi). Quello che non ci si aspettava di trovare in Arcane – come già detto in questa recensione – è una storia complessa, ottimamente scritta, arricchita da un notevole lavoro sui personaggi e dalla ricca presenza di easter egg tra un episodio e l’altro.
Divisa in nove episodi della durata media di cinquanta minuti, Arcane si dispiega come un esercizio di character development invidiabile: tutti i personaggi principali vengono esacerbati, le loro motivazioni esaurite, il loro approccio con il mondo perfettamente delineato. Una serie d’azione, sì, ma colpisce la quantità e qualità di psicologia dei personaggi messa a nudo in un progetto che sembrava destinato a soddisfare poco più dei fan del gioco originale. C’è chi come Vi ambisce a far fronte a errori del passato, chi come Jayce è scisso tra ciò che è giusto e ciò che è necessario. C’è poi Powder, ora conosciuta col nome di Jinx, che combatte gli spettri della sua mente travagliata seminando morte e distruzione; e Viktor, il geniale inventore che guarda in faccia lo spettro di una morte imminente.
Il cast di doppiatori pure è impressionante (basti pensare che conta due attrici candidate all’Oscar come Haileen Stenfield e Shoreh Agdashaloo), ma chi fa da padrone in Arcane è l’animazione e il character design: come già detto, Riot Games non è estraneo ad animazioni di qualità, ma questa qualità raggiunge l’apice nella serie (grazie alla collaborazione dello studio di Parigi Fortiche) con un’ambientazione costruita di fino, personaggi riccamente disegnati, un’animazione fluida al top della categoria che si prende comunque la libertà di esplorare altri medium e stili.
Ma, in alla fine di questa recensione ci teniamo a dire che la vera e centrale forza di Arcane è il fatto che può essere apprezzata da tutti. Certo, i fan di League of Legends avranno dei motivi in più per apprezzare questo gioiellino, a cominciare dalla genesi di alcuni dei loro campioni preferiti, tra cui il cecchino Catlyn, l’inventore Heimerdinger e il fuorilegge Ekko, ma i “profani” potranno comunque apprezzare una storia avvincente animata incredibilmente e con un ritmo invidiabile da molte serie d’azione animate e non.