Ci siamo chiesti spesso come nascono le leggende: un tempo nascevano da racconti per la maggior parte inventati da sciamani e antichi saggi, la leggenda veniva tramandata e, di volta in volta, si aggiungeva un particolare alla storia che pian piano si trasformava in mito. Oggi le leggende nascono e crescono nello sport, nella musica e sul grande schermo: chiaro che quando misceli il tutto quello che ne esce può essere di fatto un risultato strabiliante, anche se «vent’anni a Gotham, Alfred, abbiamo visto quanto valgono le promesse» (Batman V Superman – Bruce Wayne), e di conseguenza potrebbe scaturirne un pastrocchio epico. Space Jam: New Legends, di cui vi proponiamo la recensione, è l’erede del precedente lungometraggio, che vedeva protagonista un Michael Jordan in una rocambolesca missione di salvataggio della terra invasa da alieni “cartooneschi” che approdano nel Toon World di Bugs Bunny e compagni. In questa nuova avventura, sarà LeBron James a guidare i Toon verso la vittoria (o la disfatta)! Scopriamo come se la sono cavata cartoni e umani in questa nuova avventura!
Dal Basket al videogioco
Dominic James (Cedric Joe) è il figlio della leggenda del Basket LeBron James (interpretato da sé stesso): il padre lo vorrebbe come lui ovvero forte e concentrato sul campo da Basket, luogo dove il giovane di dodici anni dimostra un naturale talento, mentre lui è un sognatore, un ragazzo del suo tempo che apprezza sì la vita da cestista, ma non rinuncia alla fantasia che gli ispira il mondo dei videogiochi. Dom è al lavoro su un suo videogioco che miscela il Basket con il “suo stile”, con lo scopo del gioco è sì fare dei canestri, ma con “stile”, ad esempio effettuando una dab move oppure sfruttando un potenziamento e saltare da metà campo per schiacciare e “posterizzare” l’avversario. Insomma, il ragazzo ha talento, mentre il padre la considera una perdita di tempo. Nel Serververso di Warner Bros, dove risiedono tutti i dati dei film e dell’immaginario creato dalla storica casa di produzione, vive un algoritmo che di fa chiamare Al-G Ritmo (Don Cheadle) e che ha in mente di proporre un affare a LeBron per rendere virale la sua esistenza e “uscire” dai confini del suo Serververso. Ovviamente, le cose non vanno come dovrebbero, ed ecco che sia LeBorn che suo figlio Dom si ritrovano nel Serververso, sfidanti in quella che sarà la partita di Basket più importante di tutte. Senza dirvi altro circa la trama, vi possiamo dire che ne vedrete delle belle, passando dal realismo puro, continuando verso una parte cartoon, infine arrivando ad una produzione che sfiora il realismo tridimensionale con una qualità pazzesca. Sebbene la trama non sia chissà quale volo autoriale, ricalca moltissimo eventi e film già visti in passato ma con un tocco moderno che non guasta affatto.
Ready Player Jam
Space Jam: New Legends ricalca quello che è stato Ready Player One, qui la recensione, di Steven Spilberg: nella pellicola compaiono centinaia di personaggi dell’immaginario collettivo creati da Warner Bros, infatti non c’è da stupirsi se vedrete l’Agente Smith di Matrix oppure Batman comparire qua e là, mentre sullo sfondo del tabellone attraversa la strada una DeLorean di Ritorno al Futuro. LeBron “The King” James, quattro volte MVP nel suo regno, deve infatti attraversare tutti i mondi più famosi per trovare i Looney Toons e formare il suo “dream team” pronto a sfidare il perfido Al-G Ritrmo. Don Cheadle si presenta come sempre in forma smagliante, nei panni virtuali dell’algoritmo malvagio, a metà tra un cattivo dei fumetti ed un perfido demone che parla con voce altisonante. Cedric Joe che esce da serie tv e commedie si dimostra ottimale a schermo, capace di far immedesimare qualsiasi ragazzo che sogna di programmare un videogioco e non deludere i genitori… e LeBron James? Ebbene lo stesso cestista dice apertamente nel film «io gioco a pallacanestro: quando uno sportivo recita le cose non finiscono mai bene». Ed invece è tutto il contrario: ricordiamoci infatti ottime interazioni con il mondo del Basket sul grande schermo, star del calibro di Shaquille O’Neal che abbiamo visto in oltre dieci pellicole, principalmente per ragazzi. The King è stato bravo, credibile e non scontato sul grande schermo in questa avventura al fianco di Bugs Bunny, ruolo non semplice perché il coniglietto folle ce la mette tutta per mettere alle strette il nostro campione, ma tra i due scaturisce ovviamente una grande amicizia destinata a durare nel tempo.
Welcome to the Legends
Space Jam: New Legends è un caleidoscopio: nel film ci sono talmente tanti elementi distintivi e richiami all’immaginario pop che servirebbero degli stop and go per coglierli tutti (esattamente come succede in Ready Player One, citato poco sopra). In centoquindici minuti non vi annoierete mai anzi, vi farete delle genuine risate e coglierete i richiami al passato senza rendervene conto. Il film è un razzo che parte e non smette mai di sorprendere, salendo sempre più su. Certo, è un film rivolto ad un pubblico giovane e di sicuro non è niente di impegnato, ma nel complesso, soprassedendo al plot base che è di fatto una rivisitazione di cose già viste, intrattiene e porta con sé temi abbastanza importanti, come la famiglia, gli amici e la capacità che serve a tutti di avere la forza di accettare gli altri per quello che sono, e non per quello che noi vorremmo siano. Space Jam: New Legends non è comunque esente da critiche, fattori che ovviamente hanno influito nella valutazione finale della recensione: non abbiamo apprezzato la rivisitazione di Lola Bunny che da sex-bomb matura e capace di dimostrare che “bella e brava” può esistere, diventa uno stereotipo moderno della donna che fa tutto da sola “perché si!”, poteva restare come prima e nessuno si sarebbe lamentato. Al netto di questa scelta stilistica e di una trama esageratamente semplice, il film non ha particolari problematiche, e come detto è più che godibile da un pubblico di tutte le età. Il film introduce anche un tema interessante: per la prima volta viene evidenziato che “giocare ai videogiochi aiuta”, ed è forse questo il coraggio della pellicola, dove per la prima volta un videogiocatore o un programmatore sono ben visti e non bistrattati gratuitamente.