E3 2018: la console war che vogliamo

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia GL Originals Lettura da 8 minuti

In questi anni le fan base più accanite si sono letteralmente scannate per ribadire la propria superiorità nei confronti dei rivali. Ovviamente anche le grandi società ci hanno messo del loro, con sfottò – che fanno parte del gioco – e che in un certo senso hanno alimentato la tanto discussa console war. Certo, potremmo dire che non è giusto fare questo tipo di discorsi, che il bello è giocare e gioire indipendentemente dall’esperienza. Ma diciamolo chiaramente, questa guerra è dannatamente divertente. Oltre ad accrescere il mercato è un buono spunto per paragonare il lavoro svolto dalle software house e vedere se, effettivamente, quello che si fa è tutto incentrato sull’interesse dei giocatori. Partiamo dal principio però: ci troviamo in una fase in cui Sony con le sue esclusive ormai si è imposta come potenza leader di questa attuale generazione, Nintendo si sta riprendendo grazie sia a giochi come quelli dedicati a Mario e Zelda, ma soprattutto all’ingegnosità architettonica della sua console ibrida. Ultima, ormai quasi per importanza, c’è Microsoft, che dal suo lato potrebbe sfruttare la periferica più potente mai creata ma che non lo fa quasi per sportività.

Come detto precedentemente la console war è innegabile che alimenti il mercato perché, oltre a far discutere i giocatori, è un modo di convincere quest’ultimi ad acquistare una periferica invece di un’altra. Di speculazioni ne sono state fatte a bizzeffe su quale sia l’approccio migliore per vedere la propria piattaforma, parlando sia di strategie di comunicazione fino ad arrivare alla creazione di una community affiatata e unita. Ma la verità alla fine si è dimostrata diversa perché la console war la vince la casa con i giochi migliori. E’ inutile girarci troppo intorno, perché avere i titoli migliori equivale anche a poter offrire esperienze videoludiche di un certo livello. Quindi, tralasciando un attimo il discorso Nintendo che ha deciso di svegliarsi tutta insieme, abbiamo due colossi, ovvero Sony e Microsoft. La prima ha sempre puntato su prodotti di spessore che, nonostante lo spropositato tempo di sviluppo, sono riusciti a soddisfare anche l’utente più esigente: basta nominare Horizon: Zero Dawn, Bloodborne, Uncharted 4, God of War e l’appena uscito Detroit: Become Human, più ovviamente altri titolissimi in arrivo come Spider-Man, l’attesissimo The Last of Us: Part II e l’enigmatico Death Stranding. Dall’altra parte Microsoft aveva cominciato bene la sua battaglia, proponendo videogame bellissimi dal punto di vista tecnico, come Rise Son of Rome ad esempio, o prodotti che non avevano nulla a cui invidiare alla concorrenza come la nuova IP Quantum Break oltre al solito Gears of War che mantiene sempre il suo fascino e ai titoli della serie Forza che continuano a mietere valutazioni astronomiche.

A un certo punto qualcosa però si è rotto, le due esclusive più importanti di Microsoft vengono improvvisamente cancellate e, da quel momento, il buio più totale. Stiamo parlando di Scalebound e Fable Legend, giochi annunciati come punte di diamante della line up del colosso americano ma che, alla fine, sono state tagliate fuori per problemi ancora in parte sconosciuti. Proprio per questo speriamo di vedere un po’ di pepe in queste conferenze, così da poter parlare del parallelismo tra le esclusive delle due case. In tutto questo mare di speranze, di sfondo resta Nintendo che, come ben sappiamo, continua col suo mantra Nintendo Difference. La grande N come già fatto in passato probabilmente non porterà nulla che non sia già pronto o, almeno, in uno stato avanzato dello sviluppo. Purtroppo il grande assente è il famigerato Pokémon, ma che sarà sostituito in grande stile da Pokémon Let’s Go Pikachu e Eevee. Anche per questo dire che Microsoft è in svantaggio è del tutto inutile, anche perché la console della casa di Kyoto possiede ora una cosa fondamentale, i giochi. A suo modo anche Nintendo avrà gli occhi puntati contro perché, come in molti si aspettano, gli utenti vorrebbero vedere un ulteriore cambio di passo, dare un taglio in un certo senso più moderno alle varie produzioni. Restare ancorati al passato su determinati brand, magari reinventarli come accaduto con Zelda e Super Mario, è sempre stato il marchio di fabbrica della società, ma adesso sarebbe arrivato il momento di vedere qualcosa di nuovo. Mostrare nuove IP sarebbe così complicato? Probabilmente quello che manca alla casa di Kyoto è il coraggio di proporre allo zoccolo duro della fan base qualcosa di diverso, forse proprio perché quest’ultimi sono troppo legati ai personaggi d’infanzia. Però indubbiamente c’è bisogno di una ventata di aria fresca, che possa spingere Nintendo su nuovi mari che, indubbiamente, saprà navigare con maestria leggendaria.

In conclusione possiamo dire con certezza che il colosso di Redmond sia nettamente in svantaggio e non penso che un ipotetico nuovo hardware possa risollevare le sorti dell’utenza. Sony dall’altro lato dovrebbe cominciare a divulgare le date d’uscita o, in alternativa, nuove e interessanti IP che possano coinvolgere maggiormente i giocatori, così da continuare a stabilire la sua egemonia all’interno del settore. Nintendo, invece, continua per la sua strada, che può non piacere o meno a secondo dei gusti personali, ma è innegabile dire che la situazione per i fan della grande N sia molto più rosea rispetto a Microsoft. Tirare le somme finali è ancora prematuro perché lo scenario potrebbe anche cambiare in maniera drastica, ribaltando clamorosamente la situazione in qualsiasi momento. La console war è, in parte, un bene per il settore, anche perché aumentando la competitività delle case gli unici a guadagnarci veramente siamo noi giocatori. Purtroppo da questo punto di vista sembra ormai tutto molto piatto con Nintendo ormai isolata nel suo mondo, Sony continua a oltranza a prendersi tutto e dove Xbox avrebbe il sacro santo obbligo morale di fare un corposo cambio di rotta, anche per i suoi fedelissimi che, allo stato attuale delle cose, non possono ritenersi soddisfatti di quanto hanno attualmente su console. Dunque le società devono tornare a darsi battaglia, sfruttando il palcoscenico più importante dell’anno dove, come dimostrato dalle ultime edizioni della fiera, tutti i nodi vengono al pettine.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.