Criptovalute e Blockchain: saranno un prossimo step della nostra società?

Giuseppe Scibetta
Di Giuseppe Scibetta GL Originals Lettura da 8 minuti

Un fenomeno centrale negli ultimi tempi è sicuramente quello che ha interessato i mercati finanziari e in particolare l’avvento delle valute digitali. Queste hanno scosso il mercato, facendo confluire non pochi capitali all’interno di questo nuovo mondo. Analizziamo meglio la struttura di esso: un ruolo molto importante indubbiamente è quello della tecnologia che sta al di sotto degli scambi in criptovalute, la Blockchain infatti è l’infrastruttura sulla quale si basa l’ecosistema degli scambi e anche ciò che rende sicuro effettuarli. Tale tecnologia permette di validare dei blocchi di transazioni tramite la risoluzione di codici molto complessi ad opera dei nodi della rete sottostante. Tali nodi sono formati hardware molto avanzati sparsi nel mondo, al servizio dei “Miners”, che attraverso un complesso di unità di elaborazione con una grande potenza computazionale, sono in grado di decodificare dati molto complessi e di validare in questo modo i pacchetti di transazioni. L’applicazione di questa tecnologia si sta ponendo alla base anche di nuovi utilizzi grazie alle minori risorse economiche necessarie per il suo utilizzo e grazie alla sicurezza che essa offre.

Tra tecnologia e speculazione

A differenza della Blockchain di cui i grandi esperti parlano molto bene, e su cui si stanno sviluppando nuovi progetti e tecnologie annesse, le criptovalute sono invece state appellate con toni negativi. Queste ultime sono state definite in primis come un mezzo attraverso il quale riciclare denaro o comunque utilizzato dalla criminalità per gli scopi più svariati. Grazie al fatto che le transazioni sono effettuate nel totale anonimato, queste offrono un ottimo modo per coprire passaggi di denaro di qualsiasi tipo e a qualsiasi scopo. In secondo luogo il fenomeno delle criptovalute è stato tacciato, ed è possibile che lo sia, come bolla speculativa pronta a scoppiare. In mezzo a queste considerazioni si è continuato a sviluppare l’ecosistema, ne sono nate di nuove, e i loro andamenti sino a un certo periodo sono stati molto promettenti per chi aveva investito. Se inizialmente tutto sembrava andar bene con un valore costantemente in rialzo, il periodo nero per il mondo delle monete virtuali non è tardato ad arrivare. Un crollo molto vistoso si è accusato quando notizie di una certa rilevanza hanno raggiunto gli investitori. In particolare la Cina ha deciso di bandire tali valute dal proprio mercato, la Corea aveva precedentemente preso anch’essa una direzione molto ferrea nei confronti delle criptovalute (decisione che poi e mutata per la direzione contraria) e in fine per ultima ma non per importanza, la reazione della SEC che ha deciso di regolamentarle. Queste sono le notizie che più hanno scosso in negativo il mondo delle criptovalute portandole ad un tonfo di notevole entità. criptovalute

Una componente da prendere in considerazione nell’analizzare un andamento simile, sicuramente è quella che inizialmente ha portato le criptovalute ad esplodere: la promessa del mantenimento dell’anonimato, misto alla sicurezza. Le notizie sopra accennate vanno a ledere proprio le basi sulle quali sono nate le criptovalute. Sono state informazioni, che hanno stroncato dal basso investitori e miners i quali hanno visto intaccare il paradiso finanziario a cui avevano avuto accesso. Con la regolamentazione successiva sarebbe stato sempre più difficile concretizzare dei profitti di una così grande entità. Ecco forse “giustificata” la reazione nervosa degli investitori e il crollo in basso delle valute.

Quando i BIG entrano in scena

Ci sono stati anche degli altri aspetti che hanno costituito un po’ un paradosso nelle vicende legate alle valute digitali. Grandi investitori infatti hanno parlato delle criptovalute in modo veramente aspro, per poi recentemente far dietro-front e investire. Uno di questi è Soros il quale si trova a capo di un fondo di circa 26 miliardi, e che ha recentemente deciso prendere parte agli investimenti sulle valute digitali. Che la sua e quella di altri sia stata una mossa FUD (fear, uncertainty and doubt)? Il parlar male di un fenomeno economico da parte di personalità che sono considerate di spessore all’interno del settore economico e finanziario, di certo ha un riscontro rilevante sugli investitori, creando così paura, incertezza e dubbio nei loro investimenti. Il fatto che gli investitori abbiano tentennato e che il prezzo delle critpovalute sia andato giù ha portato al crearsi di situazioni speculative molto ghiotte. Non a caso anche i Rockfeller sono recentemente entrati nel mercato delle criptovalute. D’altro canto la mossa di Soros potrebbe essere letta in un altro modo, riallacciandoci alla sua dichiarazione risalente ad un po’ di tempo fa. Egli alludeva al fatto che questo fosse un un sistema di investimento/speculazione caratterizzato da troppa volatilità. Passata l’ondata principale di assestamento che ha visto per esempio il Bitcoin salire a quota 20.000 e riabbassarsi a quota 6.000 in pochissimo tempo, e sulla scia hanno reagito similmente anche le altre valute, è possibile che ora il mercato vada assestandosi su andamenti meno volatili e quindi meno rischiosi. Questo potrebbe essere il motivo del perchè Soros abbia considerato profittevole fare un investimento sul mercato delle valute digitali ora, piuttosto che in precedenza.

criptovalute

Volontà in contrasto

Chi non si è invece assolutamente schiodato dal suo punto di vista, sino ad ora, è ad esempio Warren Buffet il quale è stato contrario ad investire in questo nuovo mondo sin dall’inizio. Anche Joseph Stiglitz, premio Nobel ed ex Chief Economist della Banca Mondiale, non ha un ottima concezione sulle criptovalute, secondo il quale svaniranno non appena saranno diventate “mainstream” e che è solo la non regolamentazione a creare appeal. E’ sicuramente probabile che il fenomeno lentamente si muova verso un assestamento, come è altrettanto probabile che passata l’ondata di entusiasmo, gli investitori si dirigano verso nuove frontiere speculative, o ritornino a quelle classiche. Però è anche vero che qualcosa si sta iniziando a muovere, attorno a tale ecosistema. In Germania per esempio si sta promuovendo il trading in valuta digitale tramite una nuova applicazione che dovrebbe rendere sicuri i trasferimenti e alle cui spalle c’è la borsa:

BISON renderà semplice il trading di criptovalute. Sarà la prima applicazione per monete digitali al mondo ad essere supportata da una borsa valori tradizionale“, ha dichiarato Ulli Spankowski, direttore esecutivo di Sowa Labs.

Dire quale direzione possa intraprendere tale fenomeno è tutt’altro che facile. Sicuramente nel bene e nel male le criptovalute hanno dato una visibilità enorme ad una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il modo di immagazzinare le informazioni, autenticarle e trasferirle. Non si può scartare l’idea che le criptovalute possano essere impiegate in futuro nelle transazioni di tutti giorni, considerando l’assenza di commissioni, di intermediari (sino ad ora) e di tempistiche/errori durante le transazioni, limitati se non nulli. Non è nemmeno possibile scartare l’idea che vengano considerate in futuro, solamente come un modo come un altro di investire e fare trading.

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Un tipo, che fa cose, le fa di notte, completamente disorganizzato. Un tipo, che aspetta la notte, per assaporarne il silenzio, dedicandosi un po' qua e un po' la, alle cose che ama. Nato su un 486 è andato alla conquista di console e PC ed ora butta giù due righe.