Cops, una banda di poliziotti – Recensione della nuova serie di Miniero

Ecco a voi Cops, una banda di poliziotti, una nuova serie italiana in due episodi che cerca di unire la commedia di genere al poliziesco.

Leonardo Mesce
Di Leonardo Mesce Recensioni Lettura da 5 minuti
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Cops

Torna la collaborazione tra Luca Miniero e Claudio Bisio per una produzione di Sky Original. Dopo il successo di “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord“, i due hanno deciso di cimentarsi in un altro remake di un film straniero, stavolta finlandese, sempre in salsa italiana, dando origine a Cops, una banda di poliziotti. Questa volta si tratta di una serie in due episodi che cerca di unire il genere comico a quello poliziesco, andando a toccare il tema del lavoro, della solidarietà e di come le persone vengano trattate unicamente in base ai numeri all’interno di un’organizzazione o azienda, anche se questa è statale. La serie sarà disponibile dal 14 Dicembre su Sky e NowTV.

Niente crimini ad Apulia

Cops inizia con il trasferimento del commissario Cinardi (Claudio Bisio) alla centrale di polizia di Apulia, paesino pugliese nei pressi di Lecce. Qui facciamo la conoscenza della squadra di polizia: abbiamo Benny (Francesco Mandelli), un poliziotto con qualche problema di gestione della rabbia e fissato con le serie action poliziesche americane, Nicola o’ Sicc (Pietro Sermonti), ex uomo d’azione oramai ingrassato e devitalizzato, sposato con Maria (Giulia Bevilacqua), poliziotta ben più integerrima. A tutti loro si affianca pure Tommaso (Guglielmo Poggi), centralinista gay del distretto che sta studiando per vincere il concorso da vice-commissario. Scopriamo subito che Cinardi si è fatto trasferire in questo commissariato unicamente per passare in tranquillità l’ultimo anno che gli resta prima del pensionamento; infatti ad Apulia non si registrano dei veri crimini da circa 20 anni, portando quindi i nostri agenti a impiegare il tempo libero che hanno a disposizione aiutando i concittadini con mansioni domestiche.

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Facciamo poi la conoscenza di Tonino (Dino Abbrescia), il paninaro del paese dove i poliziotti vanno tutti i giorni a pranzare, e di Margherita Nardelli (Stefania Rocca), dirigente di polizia che è arrivata giù ad Apulia per conto della sede di Roma per far chiudere la suddetta centrale dal momento che sembra che la criminalità sia sparita. Tra tristezza generale e paura per il futuro, dal momento che verranno tutti licenziati, a Cinardi viene un’idea per salvare il distretto: inscenare vari crimini di piccola entità per far risalire i numeri e far continuare a lavorare tutti quanti. Inizialmente ne parla solo con Nicola, ma successivamente vengono tutti inclusi nelle attività criminali. Le cose sembrano andare bene per i protagonisti, fino a quando per sbaglio non fanno un dispetto alla persona sbagliata, ritrovandosi a dover avere a che fare da un lato con il commissario Nardelli che cerca di capire cosa sta succedendo ad Apulia, e dall’altro con un criminale che da Apulia invece non se n’è mai andato.

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Un’idea carina, ma non realizzata al meglio

Nonostante le basi di questo Cops sembrino buone, la sua realizzazione non risplende altrettanto. Partiamo con i lati positivi però: i personaggi principali sono caratterizzati molto bene, nonostante siano molto basilari a livello di personalità, riescono a farsi sempre riconoscere nelle varie situazioni, probabilmente grazie anche alla bravura degli attori, che alcune volte hanno voluto anche dare idee alla regia, come hanno dichiarato in un’intervista alla quale abbiamo partecipato e che vi lasciamo qui nel caso vogliate leggerla. Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa per gli antagonisti. Senza nulla togliere agli attori che sono stati molto bravi anche in questi ruoli, la scrittura dei personaggi è molto più debole e superficiale per quanto riguarda la storia, i quali non riescono mai, se non in alcuni punti, a splendere veramente e a creare tensione nello spettatore. E questo problema si ripercuote anche in alcune scene: molte situazioni comiche non fanno ridere e molte scene d’azione non hanno abbastanza pathos. Forse complice è il film da cui tutto è stato tratto questo Cops che, a differenza di “Bienvenue chez les Ch’tis“, da cui poi venne girato “Benvenuti al Sud“, non sembra avere lo stesso mordente del film francese, di conseguenza anche il remake non riesce ad avere molto impatto.

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Nasce nel 1997 e fin da piccolo ha una grande passione per l'informatica trasmessagli da suo padre. Ottiene la sua prima console a 4 anni e si innamorerà molto velocemente di quel mondo, ampliando poi i suoi interessi anche verso fumetti, film e serie tv. Grande appassionato del mondo Pokémon e The Legend of Zelda.