In seguito agli eventi di Fate/stay night: Heaven’s Feel – I. presage flower, Saber/Artù è data per morta, squalificando così Shirou dalla Guerra Santa per il Graal. Ciò nonostante il ragazzo è deciso a continuare a combattere contro i Madou, una delle Tre Grandi Famiglie, e il suo capostipite, il perverso Zouken e il suo Servant Assassin/Hassan-i-Sabbah. Con l’aiuto di Touka e Ilya, Shirou pianifica un contrattacco per porre fine alla guerra tra maghi e salvare l’adorata Sakura (sorella di Touka adottata dai Madou in Fate/Zero) dalle grinfie di Zouken e Shinji, il perfido Master di Rider/Medusa. La situazione però si fa ancora più complicata quando la misteriosa ombra che ha ucciso Saber e gli altri partecipanti alla Guerra Santa comincia a seminare orrore nella città di Fuyuki. Affetti e ideali verranno messi a dura prova di fronte alla possibilità di una nuova catastrofe.
La seconda parte
Fate/Stay Night: Heaven’s Feel – II. Lost Butterfly è il secondo dei tre film che compongono la trilogia cinematografica di Fate/stay night: Heaven’s Feel, trasposizione della terza route narrativa omonima narrata nella visual novel evento Fate/stay night pubblicata da Type-Moon, concepita da Kinoko Nasu e illustrata da Takashi Takeuchi. La serie Fate, pur con alti (Fate/Zero) e bassi (Fate/Extra: Last Encore), rimane uno dei più riconoscibili e apprezzati anime degli ultimi anni. Fate/stay night: Heaven’s Feel porta la serie alle porte del cinema, mettendo in primo piano finalmente il personaggio di Sakura, il cui rapporto con Shirou è la base per il mood di questo nuovo capitolo. Fate/stay night: Heaven’s Feel – II. lost butterfly punta tutto su un’atmosfera forte a tinte inquietanti, a tratti addirittura psichedeliche, una componente drammatica con elementi di love story che accompagnano gli scontri a cardiopalma che sono la punta di diamante della serie originale.
L’azione è sicuramente più abbondante che nel primo film, ma il tutto è accompagnato da una sequela di tempi morti che per una serie action/fantasy è sicuramente poco adatta. La lunghezza eccessiva (ben due ore) non aiuta il film a mantenere un ritmo omogeneo e l’attenzione è spesso persa. Il personaggio di Sakura, che aspettavamo di vedere sin dall’ottimo prequel Fate/Zero, aiuta a elevare il protagonista Shirou dalla sua monodimensionalità di eroe senza macchia e senza paura, ma rimane incastrata nei stanchi cliché giapponesi del personaggio femminile fragile e traumatizzato.
Le scene d’azione sono buone, ma incredibilmente sporadiche e non ai livelli di altri titoli del franchise, la dimensione horror è davvero minuta e il dramma interiore di Sakura avrebbe meritato più attenzione o almeno più gusto. Considerando tanto più che di spazio ce n’era per poter approfondire il dramma umano di un personaggio sicuramente più interessante dei tanti e mediocri protagonisti.
Fate/stay night: Heaven’s Feel – II. lost butterfly è un film sicuramente modesto, apprezzabile probabilmente solo dai più accaniti fan del franchise. La cui fedeltà, sospetto, era già stata messa a dura prova con il primo film.