Una Serie di Sfortunati Eventi 3 – Recensione dell’ultima stagione della serie Netflix

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 6 minuti
8.5
Una Serie di Sfortunati Eventi 3

Chi ha seguito la tragica storia dei fratelli Baudelaire su Netflix fin dal principio di certo avrà sentito dire più volte dal narratore onnisciente Lemony Snicket (che allo stesso tempo è anche un personaggio del racconto) che il racconto sulle disavventure dei tre ragazzi non avrebbero avuto un lieto fine. L’inizio del nuovo anno ci porta quindi paradossalmente a una chiusura. Chiaramente nella recensione saremo ben lungi dallo spoilerarvi cosa all’effettivo accadrà e, come da copione, i risvolti di questa storia saranno tutto fuorché scontati. Anche se al netto di un paio di plot-twist decisamente “telefonati”, Una Serie di Sfortunati Eventi 3 è una buona conclusione per tutte le vicende e per tutte le sotto trame che si stagliano durante la visione. Certo, l’effetto “spiegone frettoloso” è sempre alla porta, tanto che siamo portati a pensare che il materiale compresso in queste ultime puntate fosse sufficiente per offrire al pubblico una nuova stagione districando meglio l’intreccio centrale. Che sia per un fattore logistico dettato dall’età dei ragazzi, che crescono a vista d’occhio? (Basti pensare a Sunny ndr).

Ancora più morti 

Come già detto, in Una Serie di Sfortunati Eventi 3 molti dei nodi verranno al pettine, ma anche molti dei canoni base di questa serie rimarranno saldi, come i continui capovolgimenti di fronte tra ottimismo e disperazione. La seconda stagione ci aveva lasciati con i tre piccoli fratelli Baudelaire finire nell’ennesima trappola del Conte Olaf (Neil Patrick Harris) e a pochi secondi da una rovinosa caduta in una scarpata. Con il classico ingegno e la forza di volontà dei ragazzi, questi ancora una volta riescono a scampare all’ennesimo attentato alla loro vita, ma con Sunny (Presley Smith) ancora in mano del Conte, intento ad accaparrarsi tutta la loro ricchezza. Da questo momento in poi però inizierà una vera e propria valanga, che minuto dopo minuto ci bombarderà di informazioni e, come già detto, di risvolti inaspettati, anche riguardanti l’abbandono (ma anche la morte) di alcuni personaggi che hanno avuto nel corso della storia un ruolo chiave. Si tratta dei buoni? Dei cattivi? Ve lo lasceremo scoprire da soli.

Il materiale trattato è quindi mastodontico e tutto di grande importanza, e forse un paio di puntate in più sarebbero state gradite, come anticipavamo nell’incipit, a chiudere degnamente le varie sotto trame che che si sono aperte prima della/durante la terza stagione.

una serie di sfortunati eventi 3

Tra ghiacci, mari e hotel di lusso

Le location di questa stagione di chiusura rispecchiano in pieno lo stile che ci ha accompagnati in passato, tanto quanto il surrealismo che le caratterizza. Tuttavia in questa terza stagione, complici anche i temi trattati e le azioni che “buoni” e “cattivi” compiranno, si vede un massiccio utilizzo di elementi in computer grafica. Questa caratteristica per forza di cose sarà spesso invadente su schermo, e lo stacco tra gli elementi veri e quelli ricreati è impossibile da trascurare.

Le varie introduzioni hanno però portato all’entrata in scena di nuovi personaggi da ambo le fazioni, ma soprattutto molti di quelli che già conoscevamo saranno rivalutati totalmente, con colpi di scena davvero niente male (come lo Scagnozzo con gli Uncini, interpretato da Usman Ally). Le puntate finali saranno inoltre una sorta di festival, dove incontreremo molti dei personaggi visti (e che sono sopravvissuti, chiaramente) nelle scorse stagioni. Avranno un ruolo determinante?

Una serie di sfortunati eventi 3

Il peggio deve ancora venire

Il finale assoluto della stagione è controverso, in molti si troveranno a giudicarlo positivo o negativo, soprattutto con l’alone di dubbio e le domande che per motivi di trama rimarranno senza una vera risposta. In ogni caso il risultato risulta più che soddisfacente, con la serie che è riuscita a superare lo scoglio della non troppo esaltante prima stagione, per poi riprendersi alla grande con una seconda sempre più intrigante, ed una terza che nonostante tutto riesce a tenere alto il livello, e con il pregio di aver riassunto tutto (per quanto possibile) in poche ore di visione. Una Serie di Sfortunati Eventi 3 in alcuni casi sfocia inoltre in un citazionismo, a volte più velato di altre, con riferimenti ad opere letterarie di spessore che vi invitiamo a riconoscere.

Di certo ad aiutare molto sono state le interpretazioni individuali, con personaggi comprimari che hanno saputo dare vita (e non lo diciamo a caso) alle loro parti, e con i protagonisti che hanno dato tutto per il progetto. Non c’è neanche il bisogno di sottolineare la grande performance di Neil Patrck Harris nei panni del Conte Olaf, che durante la puntata di chiusura in particolare è stato autore di un’interpretazione da standing ovation. Maturità raggiunta anche dai giovanissimi Malina Weissman e Louis Hynes, rispettivamente Violet e Klaus Baudelaire, che riescono a consacrarsi non solo nei loro ruoli, ma anche nelle loro capacità individuali.

Una Serie di Sfortunati Eventi 3
8.5
Voto 8.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.