#RomaFF13 – La Diseducazione di Cameron Post: Inno Libero

Pierfranco Allegri
Di Pierfranco Allegri News Lettura da 3 minuti
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RomaFF13 - La Diseducazione di Cameron Post

Negli anni ’90, in una cittadina del Montana, la giovane Cameron (Chloe Grace Moretz nella sua migliore interpretazione) viene sorpresa a baciarsi con una compagna durante il ballo scolastico. La zia iper-conservatrice, dietro consiglio del parroco del paese, spedisce la ragazza a God’s Promise, un centro religioso di correzione sessuale gestito dalla crudele Dott.ssa Lydia Marsh (Jennifer Ehle). Insofferente alla disciplina rigida del centro e scettica di fronte al processo di conversione ideato dalla direttrice, Cameron dovrà lottare per mantenere la propria libertà sessuale e personale, aiutata dall’amicizia con altri ragazzi orgogliosi della propria identità.

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Tratto dal romanzo bestseller di Emily M. Danforth, La Diseducazione di Cameron Post ha vinto il prestigioso Premio della Giuria (il premio più ambito nda) all’ultima edizione del Sundance Film Festival. “Mi ha subito colpito e commosso il modo in cui parlava del passaggio all’età adulta senza essere predicatorio o affettato – afferma la regista Desiree AkhavanC’era qualcosa di davvero speciale nel libro, era ricco di ironia e aveva un gruppo di personaggi ben delineati“. La regista iraniana ha deciso di concentrarsi sulla seconda parte del libro, ambientata all’interno del centro, e ha attinto per il film dalla sua personale esperienza presso un centro di riabilitazione, dove è andata per curare un disturbo alimentare. “L’obiettivo di un centro è quello di farti stare meglio, ma che vuol dire veramente stare meglio? E come può Cameron stare meglio negando sé stessa? E’ questo il punto di partenza del film.”

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La Diseducazione di Cameron Post è un film struggente sul rispetto di sé stessi, sul rispetto della propria identità e dell’accettazione dell’altro senza essere patetico o didascalico. La vita nel centro viene raccontata con sincerità, evitando con attenzione una rappresentazione eccessivamente violenta dei processi di conversione sessuale, ma che comunque dimostra il crudele processo di distruzione dell’io attuato nei centri tanto amati dalle frange cristiane più conservatrici.

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E’ un storia eccellente, che di certo avremmo preferito vedere nelle sale già 10 anni prima di adesso, quando avrebbe potuto scuotere dal suo torpore omofobo la cultura occidentale più retrograda e denunciare con miglior tempismo l’esistenza dei centri di “terapia riparativa” creati da Joseph Nicosi (morto nel 2017 nda), psicologo statunitense fondatore del National Association for Research and Treatment of Homosexuality (NARTH), associazione convinta della natura condizionata dell’omosessualità. Considerando poi quanti film pro-LGBT sono usciti in questi ultimi dieci anni, La Diseducazione di Cameron Post finisce semplicemente nel mucchio, anche se il tema rimane comunque (sfortunatamente) attualissimo.

RomaFF13 - La Diseducazione di Cameron Post
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Voto 8
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Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it