WestWorld 2×04 – Recensione di “The Riddle of the Sphinx”

Jacopo Romanelli
Di Jacopo Romanelli Recensioni Lettura da 4 minuti

In questa nuova puntata della seconda stagione di WestWorld, ci si rende conto sempre più che il parco creato da Robert Ford non è altro che un grande gioco criptico, dove i primi a voler scappare sono proprio i giocatori. Dopo il focus sulle storie di Dolores e Maeve, la puntata si sposta finalmente sugli altri due pilastri della serie, ovvero Bernard e il Vecchio William. Proprio in questo cambiamento si trovano analogie alle altre storie, in quanto potremmo paragonare Maeve e la sua ricerca della figlia alla disperata ricerca dell’Uomo in Nero della famosa Porta, tanto da arruolare degli alleati sempre più numerosi.

Bernard e i prototipi di host

Bernard, sempre più confuso, entrerà in contatto con degli host ancora in fase di realizzazione, privi di emozioni e coscienza e che celano un segreto che si spinge oltre ogni immaginazione. Infatti questi esseri prendono il DNA e le esperienze degli ospiti e le inseriscono all’interno degli host, creando quindi degli individui con le stesse identità degli esseri umani, senza il loro consenso. Questi host primordiali sembrano essere sia i guardiani che gli operai dietro al progetto segreto a cui la Delos ha lavorato per anni. La semplice creazione di host simili agli umani è solo un piccolo tassello dell’enorme mistero che vi si cela dietro. Probabilmente le sfingi a cui si riferisce il nome della puntata sarebbero proprio questi host, che proteggerebbero il progetto segreto della Delos, e che avrebbero ucciso tutti gli scienziati umani perché non sarebbero riusciti a comprendere la soluzione per arrivare a quel punto. Solo l’animo e l’intelligenza di Bernard potrebbero essere la chiave per scoprirlo.

L’Uomo in Nero torna in scena

Il Vecchio William continua la ricerca della Porta, rivelandosi stanco ma agguerrito. In lui aleggiano tutti i suoi rimorsi, tanto che questo suo cammino vuole spingerlo a distruggere tutto quello che ha creato. Questo viaggio lo porterà ad essere ancora più spietato e villain di come eravamo abituati a vederlo, sparando a chiunque se lo meriti senza battere ciglio. Inoltre porterà con sé una folta schiera di alleati pronti a unirsi alla sua causa, tra cui anche il suo fido Lawrence, che tornerà in grande stile. Con l’aiuto di Lawrence, Grace e Craddock, il vecchio uomo sembra essere sempre meno solo.

Il Maggiore Craddock e il nuovo ordine

Sembra che il principale alleato di William sia proprio il Maggiore Craddock, una volta capo dei Confederati, ora un animo in cerca di gloria e vendetta. Il personaggio infatti rimane stupito quando Dolores riesce a manipolare i suoi uomini e a farli passare sotto il suo comando. Questa alleanza però avrà vita breve, dato che la donna fa massacrare i soldati di Craddock e lui stesso riesce a salvarsi grazie alla pietà di Teddy, in preda alla sua confusione. Perciò il confederato troverà in William l’alleato perfetto, dato che quest’ultimo gli promette di trovare la tanto bramata gloria. Inoltre i due pistoleri sono guidati dall’odio per Dolores, portandoli ad avere un obbiettivo comune, oltre ad un nemico.

Concludendo, sembra proprio che la ricerca della Porta dell’Uomo in Nero, la ricerca della gloria di Craddock e la presenza degli host primordiali, siano tutte cose collegate, e che sicuramente in futuro ci apriranno la strada verso nuove risposte in WestWorld.

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