Il mondo degli anime è particolare. Spesso le produzioni che partono dalla controparte cartacea, ovvero il manga, si trovano con gambe all’aria per un semplice motivo: chi crea manga, è lento.
Fullmetal Alchemist sconta proprio questo intoppo, dovendo inventare una storia completamente nuova (che si rivelerà poi diversa dal fumetto) perché ormai aveva superato l’opera originale. Come risolvere dopo? Semplicemente creando Fullmetal Alchemist: Brotherhood, anime che segue alla lettera il manga, portando omaggio a un finale di gran lunga migliore. Ma dopo la scottante bruciatura di Death Note, cosa porterà su schermo il live action dedicato alle avventure di Edward e Alphonse Elric, i due alchimisti?
A differenza di Death Note, che nasce come una rivisitazione statunitense del manga e anime cult giapponese, questo invece è un live action con attori giapponesi, sviluppato in Giappone, e che porta dentro di sé l’anima originale dell’opera. La storia vedrà i due fratelli Edward e Alphonse Elric che, dopo aver perso la madre, proveranno la trasmutazione umana, proibita in tutto lo stato, per riportarla in vita: il fallimento porterà Alphonse a perdere il corpo (costringendolo a legare la propria anima a un’armatura) e Edward a perdere il braccio destro e la gamba sinistra, sostituiti successivamente da degli automail (arti robotici). Parte così il viaggio di Ed, ormai alchimista di stato, e Al, alla ricerca della pietra filosofale, in grado di sovvertire i principi dello scambio equivalente: se nulla si crea e nulla si distrugge, con questa pietra è invece possibile superare questo limite.
La grande difficoltà che il film incontra è quella di condensare in circa 2 ore degli avvenimenti già serializzati, rischiando di mettere troppa carne al fuoco: la scelta astuta di accorpare alcune parti di trama, semplificandole (senza cambiare però il risultato finale) è ben riuscita. Se avete seguito l’anime o il manga, potreste trovare il tutto un po’ troppo accelerato, purtroppo a causa del poco tempo disponibile, ma nulla di esasperante. Al contrario, è sempre difficile abituarsi alla mimica e alla recitazione giapponese dedicata a questi porting live action di anime: vedere un disegno urlare a squarciagola è sempre più realistico di vedere una persona reale farlo in modo davvero troppo esagerato.
Nonostante tutto, i pilastri di Fullmetal Alchemist sono magistralmente portati alla luce in questo film originale Netflix, e tutti i sentimenti come il dolore, la rabbia e la felicità sono palpabili in alcune scene. Dal punto di vista della fedeltà all’originale, stiamo parlando di un’opera visiva giapponese: aspettatevi oggetti, armi, scene e vestiti completamente identici all’originale (talvolta anche troppo, diventando quasi dei cosplay parodistici). Dal punto di vista della lingua, il doppiaggio in italiano è ben riuscito, e accompagna tutto il film.