Durante le riprese di Alien: Covenant, al prolifico Ridley Scott capitò di imbattersi in una sceneggiatura del ben noto David Scarpa e di rimanerne talmente rapito da offrirsi per dirigerne la trasposizione sul grande schermo. Il racconto ispirato a Painfully Rich: The Outrageous Fortune and Misfortunes of the Heirs of J. Paul Getty di John Pearson narrava dei trascorsi più scabrosi di una delle famiglie più note e influenti dell’epoca. In particolare questo, si incentrava su un noto fatto di cronaca con protagonista il nipote del magnate del petrolio John Paul Getty.
Quando nel 1973 a Roma il sedicenne John Paul Getty III viene sequestrato dalla Mafia italiana, la notizia fa il giro del mondo, facendo scoppiare un caso mediatico con risonanza mondiale. Il secco rifiuto da parte dell’uomo più ricco del mondo al pagare il riscatto del giovane rimane impresso tuttora, tanto da meritarsi un film a sé stante che vada ad approfondirne dettagli e retroscena mai resi pubblici alla stampa.
Il ruolo del freddo e spietato miliardario protagonista della vicenda era stato inizialmente assegnato al famoso Kevin Spacey (che nel frattempo aveva girato tutte le sue scene) ma le recenti accuse a sfondo sessuale non hanno di certo risparmiato l’attore, che è stato prontamente rimpiazzato dalla produzione con un altrettanto valido Christopher Plummer. Rigirando le scene con un costo addizionale moderatamente contenuto e una velocità di ripresa alquanto sorprendente, il lungometraggio è fortunatamente riuscito ad approdare lo stesso nelle sale, evitando dunque un eventuale boicottaggio da parte delle masse.
Sostenendo che, se scendesse a patti con i terroristi e pagasse il riscatto di 17 milioni di dollari, istigherebbe altri imitatori a fare lo stesso con i suoi altri nipoti, l’avido anziano decide di cercare una soluzione alternativa affidando il caso ad un suo fidato collaboratore. Da questo momento in poi l’ex agente federale Fletcher Chase, interpretato da Mark Wahlberg, scenderà in campo supportando le forze dell’ordine nelle indagini e affiancando la tenace madre del ragazzo rapito. Un intensa Michelle Williams presta il volto a Gail Harris che all’epoca dei fatti si ritrovò a dover tenere testa al suocero e ai rapitori per riuscire a rivedere il figlio sano e salvo.
Tutti i soldi del mondo alterna perfettamente concitati momenti da poliziesco a sguardi più intimi sulla vita privata dell’uomo e della sua famiglia in contrasto a quelli della sua gloriosa carriera capitalistica. Tutto questo conferisce uno spessore maggiore ai personaggi presenti al suo interno, concedendoci una visione più introspettiva sulla loro psicologia e giustificando in qualche modo i loro comportamenti nel corso della diatriba. La dualità di pensiero dello stesso Getty ci sorprenderà il più delle volte. Se da una parte vediamo uno spietato e lucido calcolatore, dall’altra vediamo anche un premuroso filantropo sotto basso profilo che pensa al grande piano e al futuro dei suoi pochi cari rimasti.
La moltitudine di sotto racconti presenti al suo interno riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, nonostante l’apparente “piattume” della trama di base dell’opera. Sebbene infatti le vicende illustrate siano oramai ben note a tutti, lo sguardo inedito con il quale viene raccontato vale sicuramente la visione.