In-Utilità dei porting e delle remastered

Marco Crippa
Di Marco Crippa GL Originals Lettura da 7 minuti

Negli ultimi anni sono sempre di più le software house che decidono di riproporre edizioni rimasterizzate e porting dei propri giochi, adeguandoli così al costante cambio generazionale di console e PC. Proprio a tal proposito una domanda che si pongono da molto tempo tutti i videogiocatori è la seguente: “Ha davvero senso continuare a sfornare porting e remastered dei videogiochi campioni d’incassi, o è solo un modo per permettere alle software house di guadagnare senza investire ingenti risorse?” Per rispondere a questa domanda credo che ci sia da fare un po’ di chiarezza sulle tre parole chiave che troverete in questo articolo: remake, remastered e porting.

Quando si parla di un remake si intende una versione aggiornata di un titolo precedentemente realizzato che apporta notevoli miglioramenti a tutta la sua struttura, tra cui la grafica, comparto audio e gameplay, dando così vita a un completo rifacimento dell’opera che però cerca di tenere fede alla sua struttura originale. L’esempio più lampante che mi viene in mente al momento è Final Fantasy III. Inizialmente creato nel 1990 esclusivamente per NES, questo titolo è stato poi ricreato sedici anni dopo per Nintento DS con una nuova veste grafica, con suoni e musiche migliorati e con importanti aggiornamenti nel gameplay.

Quando si parla di remastered si intende invece una versione migliorata di un gioco del passato che, sfruttando le nuove potenzialità hardware delle console e dei PC, viene ripubblicato per le piattaforme più recenti con un adeguamento esclusivamente grafico e tecnico; un esempio calzante potrebbe essere The Last of Us Remastered. Uscito su PlayStation 3 qualche mese prima del cambio generazionale, questo titolo è stato poi portato su PlayStation 4 garantendo una risoluzione in 1080p e 60 FPS, senza però intaccare minimamente il motore grafico portante. The Last of Us

Si parla di porting, infine, quando un videogioco nato per una piattaforma viene sviluppato in seguito per una diversa. Sentiamo spesso parlare di porting di giochi mobile, trasformati poi in versioni più complete per console e PC. Come si può intuire, quest’ultima categoria ha un’accezione più ampia delle precedenti e, pertanto, un remake può essere, a sua volta, un porting.

Alla luce di questi chiarimenti possiamo quindi rispondere al meglio alla domanda iniziale: “Porting e remastered hanno davvero senso di esistere?”

Ci troviamo di fronte a un tema caldo che divide da molto i videogiocatori di tutto il mondo. Una delle critiche che posso sicuramente rivolgere alle software house è che queste risparmiano ingenti risorse e tempo che invece potrebbero essere investite nella creazione di nuovi e appassionanti titoli. D’altro canto, queste edizioni permettono a tutti coloro che per mancanza di tempo o di mezzi non hanno potuto giocare questi titoli, di immergersi per la prima volta in un’avventura del passato in una risoluzione più odierna. Sono convinto che l’esigenza di sviluppare delle remastered sia dovuta anche ad una mancanza di retrocompatibilità tra alcune console. Se queste infatti permettessero di riprodurre i videogiochi sviluppati per la precedente generazione, non sussisterebbe la necessità di ricreare una versione aggiornata di questi titoli. Seppur condivida in parte il pensiero di coloro che criticano questa nuova moda delle software house di rimasterizzare i giochi più disparati per ottenere un introito sicuro, rischiando il minimo, mi ritrovo in prima persona ad apprezzare alcune di queste opere, prima tra tutte la già citata The Last of Us Remastered, che è stata una grande scoperta al momento del mio personale passaggio a PlayStation 4. Difatti questo gioco ha fatto la sua comparsa per PlayStation 3 a pochi mesi dal rilascio della nuova console, quando ormai molti giocatori come me si erano già liberati di questa piattaforma in vista del cambio generazionale. Lo stesso vale per Uncharted; in molti nella passata generazione non hanno potuto godere delle avventure di Nathan Drake, ma grazie alla Uncharted: The Nathan Drake Collection hanno potuto recuperare tre grandissimi giochi preparandosi al meglio al quarto capitolo della saga.Uncharted Nathan drake collection

Come non citare poi The Legend of Zelda: The Wind Waker, uno dei migliori capitoli della saga che solo i pochi possessori di Nintendo Gamecube ebbero la fortuna di giocare, prima che venisse ripubblicato in versione HD per tutti gli utenti WiiU. Un’operazione che ha permesso a un pubblico ancora più vasto di conoscere questo interessantissimo capitolo della saga di The Legend of Zelda.The Legend of Zelda: The Wind Waker HD

Ci sono ovviamente molti altri punti a favore di queste edizioni; uno tra tanti è la ricchezza di questi videogiochi: spesso infatti queste remastered sono corredate di tutti i DLC usciti precedentemente per il titolo originale; per non parlare poi del loro costo. Infatti, a differenza dei nuovi giochi in uscita, questi vengono riproposti a prezzi ridotti. Bisogna dire però che vi sono sicuramente remastered e remastered, e che non tutte valgono i soldi spesi. È infatti possibile trovarsi di fronte a titoli non ben ottimizzati per le nuove piattaforme o semplicemente poco curati nel loro rinnovo, ma come per qualsiasi videogioco basta una piccola ricerca in rete per riuscire a destreggiarsi al meglio nell’ampio mercato attualmente disponibile. Trovo quindi ingiusto criticare a priori questa scelta delle software house. Infatti nessuno obbliga il giocatore all’acquisto di questi titoli, ma anzi, queste edizioni permettono a coloro che per i più disparati motivi non hanno potuto giocarli, o che semplicemente rivogliono rivivere le vecchie glorie passate, di acquistare ottimi videogiochi con una risoluzione più attuale a un prezzo ridotto. Posso quindi affermare che porting e remastered hanno per me una loro utilità, questo a patto che vengano ben ottimizzate per la piattaforma di gioco su cui sono sviluppate.

Condividi l'articolo
Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.