La celebre agenzia di ricerca americana che si occupa di sondaggi e statistiche sulla popolazione, NPD Group, ha voluto effettuare uno studio su uno dei fenomeni che più ha inciso sul mercato videoludico degli ultimi anni, i DLC. Il titolo della ricerca è “DLC and microtransaction purchasing” e dimostra che il 28% di cittadini USA (sia uomini che donne) tra i 13 e i 54 anni ha comparto dei contenuti extra per videogiochi negli ultimi tre mesi, un numero parecchio alto se si considera la vasta fascia d’età. Lo studio ha fatto emergere che l’utente medio che acquista DLC è in genere un adolescente maschio e che in genere gli utenti sono più propensi a spendere soldi in microtransazioni che in veri e propri DLC.
Questo ovviamente è dovuto anche alla grandissima parte di popolazione che gioca a titoli mobile, proprio questi ultimi infatti propongono diversi tipi di microtransazioni. Il motivo principale degli acquisti dei DLC veri è propri è invece quello di voler stare al passo con gli amici per giocare insieme ai contenuti nuovi. Più della metà degli intervistati inoltre ha dichiarato che se i prezzi fossero più bassi, sarebbero disposti a comprare più contenuti aggiuntivi. Vi lasciamo con una piccola lista che riassume i principali risultati della ricerca:
– Quasi metà di coloro che non spendono in microtransazioni hanno dichiarato di non essere intenzionati a farlo nemmeno in futuro.
– Il 48% di chi ha comprato contenuti extra ritiene che il contenuto non valeva i soldi spesi.
– La metà di coloro che non hanno comprato dei DLC, ritengono che i DLC non valevano i soldi richiesti.
– Il 16% degli intervistati ritiene che i contenuti extra dovevano essere inclusi nel prezzo del gioco completo.
– Il 78% degli intervistati ha dichiarato che spenderebbe dei soldi per comprare armi e power-up.
– Il 77% degli intervistati gradisce le microtransazioni e ritiene che abbiano esteso il divertimento offerto dal videogioco.
– Il 68% ha dichiarato che usare le microtransazioni per creare un sistema pay-to-win è infelice.