Durante questa edizione del Romics (fiera del fumetto e non solo, sita in Roma), abbiamo avuto la possibilità di provare con mano e visore Until Dawn Rush Of Blood, esclusiva per PlayStation VR. Non si tratta né di un DLC del famoso Until Dawn, né tanto meno di un suo seguito. Quello che Supermassive Games ci pone di fronte questa volta è una sorta di spin-off, dedicato ad un’esperienza completamente diversa rispetto a quella vissuta col loro primo titolo. Parafrasando gli sviluppatori, siete pronti per la vostra (ultima?) corsa della vita?
Partiamo dal principio: una delle caratteristiche fondamentali per godere al massimo di un videogioco in realtà virtuale è il comfort. Abbiamo potuto constatare con piacere che il PlayStation VR è davvero regolabile nel miglior modo possibile, e riesce ad adattarsi perfettamente alla testa dei giocatori; questo non solo facilita i movimenti, ma previene fastidiosi mal di testa dovuti al peso o alla regolazione a volte troppo stretta di altri visori che abbiamo testato. Questa caratteristica è stata uno dei molti punti a favore, che ci ha fatto concentrare in modo ancora migliore sul titolo.
La demo di Until Dawn Rush of Blood comincia con una semplice e pratica sincronizzazione dei comandi, dopo la quale un giostraio che ricorda molto (oppure è?) il Dr Hill di Until Dawn ci spiegherà in che cosa consisterà la nostra “gita”. Si tratta di uno shooter su binario, nel quale ovviamente dovremo sparare sia a degli oggetti, sia a delle minacce ben più serie. Oltre all’ambientazione assolutamente buia, le analogie ed i richiami al brand presenti sono molteplici, dalle seghe circolari, ai maiali squartati, fino ad arrivare allo psicopatico di turno (di cui non faremo il nome per evitare spoiler).
La parola “binario” non è stata utilizzata a caso, dato che vi troverete sul carrello di una giostra (o meglio, di una casa degli orrori), e che si muoverà solamente in alcune circostanze. esatto, lo spostamento nello spazio non dipenderà da voi, ma con i controller PlayStation Move usati come pistole, potrete illuminare le zone oscure per capire cosa vi circonda… e chi. Il titolo, come l’avventura grafica che lo ha preceduto, è ricco di jump-scare e di figure inquietanti. Queste ultime, sono cresciute a dismisura, e ne avrete un grande assaggio già dopo aver percorso i vostri primi metri col carrello. Quando arriverà il momento di sparare, ci renderemo conto che prevedere l’arrivo dei nemici non è facile come sembra, dato che arriveranno anche da zone completamente buie, e potremmo accorgerci di loro troppo tardi. Il senso di fretta adrenalinica è sempre presente nel giocatore, ed è un bene: questo spin-off grazie al genere shooting, fa vivere al giocatore un’esperienza nuova per il brand, e nella quale non sono le proprie scelte a fare da padrone, ma il vostro più puro istinto!
Parlando di emozioni trasmesse, Until Dawn Rush of Blood riesce pienamente nel suo intento. Anche se purtroppo la demo che abbiamo provato non è stata molto longeva, abbiamo sentito scorrerci nelle vene l’ansia e la necessità cronica di rimanere sul chivalà. Non dimentichiamoci che il tutto è stato vissuto con il PlayStation VR, e che quindi il senso di totale immersione e paura era quasi tangibile. Di certo la versione definitiva del gioco potrebbe rivelarsi come uno degli acquisti più graditi da coloro che saranno in possesso della periferica di realtà virtuale di Sony.