Corre l’anno 1988, il mondo si sta pian piano avvicinando al 2000, che sembra tanto distante. Ancora più distante sembra il 2020, anno che Mike Pondsmith immagina come futuristico, fatto di stile e senza sostanza (un po’ come gli anni ’80 sono stati al tempo), grazie soprattutto a opere di Gibson e Sterling, che qualche hanno prima avevano raccontato quello che in futuro sarebbe stato definito come Cyberpunk. E quindi Cyberpunk come GDR nasce così, tra edizioni aggiornate che fino al 2005 hanno conquistato terreno tra i giocatori di ruolo, grazie alla V3.0, ultima uscita almeno fino ad oggi. Perché Cyberpunk 2077 di CD Projekt RED ha cambiato le carte in tavola, spingendo i giocatori a tornare ad amare questa ambientazione, al punto da vedere R. Talsorian Games creare un nuovo manuale ispirato al gioco originale, ambientato nel 2045 (facente funzione prequel del videogioco) e con regolamenti più moderni e freschi. Vediamo insieme la recensione di Cyberpunk Red.
2045 è diverso da 2077
Partiamo dalle basi: il manuale in questione, edito in Italia da Need Games, è un gioiello in termini estetici. 458 pagine (un mattone vero e proprio) colorano i vari capitoli raccontando tutte le informazioni necessarie per poter giocare a Cyberpunk Red. Se non fosse che alcune informazioni sono davvero posizionate a caso – con ripetizioni talvolta inutili – il resto del libro è comprensibile e accompagna i giocatori verso una sessione facile da imparare. Tra le pagine spiccano anche racconti e cronistorie che spiegano cos’è successo tra il 2020, anno di ambientazione della precedente versione, e il 2045, anno in cui si ambienta questa edizione.
Ciò che il mondo di Cyberpunk 2020 raccontava era appunto qualcosa di completamente dilaniato dai cyberware, dalle corporazioni e dall’animo umano: questo lo vediamo nei nuovi racconti, come in Cyberpunk 2077 (videogioco) e Cyberpunk Edgerunners (serie animata). Non manca tutto questo anche in Cyberpunk Red, ma gran parte del palcoscenico è catturato dalla storia del mondo, dalla guerra tra corporazioni (e le conseguenze che porta) con il tutto si avvicina molto ad un mondo al limite del collasso. È difficile da spiegare, considerato che alla fine il concetto è sempre lo stesso, ma nel videogioco è più facile trovarsi dentro ai problemi della gente comune, forse a causa della soggettività che abbiamo con il protagonista, mentre leggendo il manuale l’accento è posto di più sulla storia in larga scala, sul mondo e su quegli attacchi nucleari degli Anni Rossi.
Comunque l’ambientazione rimane calpestabile in entrambe le direzioni, e questo rende il manuale ulteriormente più profondo: se vorrete basare il tutto su come Night City sia divenuta una zona reietta in confronto alle altre città, potrete farlo tanto quanto invece creare il racconto di qualche edgerunner che cerca di mettere il suo nome nell’Afterlife.
Semplice, ma efficace
Il sistema di gioco è molto vicino al predecessore: abbiamo d10 e d6 come dadi da utilizzare, una creazione composta da quelle che in gergo vengono chiamate lifepath, e la possibilità di scegliere la propria carriera in modo molto semplice. La scheda potrete farla venire da sé, seguendo i tiri dei dadi, o farla personalizzata: in entrambi i casi, i personaggi saranno davvero interessanti da scoprire, e questo perché i concetti dietro sono davvero fantastici. Una delle tre pagine delle schede sarà dedicata proprio ai tanto amati Cyberware, classificati alla perfezione e portatori di cyberpsicosi in base a quanto spenderete dei vostri punti umanità.
Ogni classe torna, ce ne sono di nuove, e ogni singolo ruolo dentro a Night City è ben disposto e creato da questi archetipi: ma per fortuna, le cose per il Netrunner sono cambiate. Il sistema moderno del gioco permette una sorta di scalata a piani, dove il netrunner dovrà vedersela con virus di vari tipi e giocare in modo da avere un occhio dentro al mondo virtuale e uno verso il mondo reale. Insomma, se in precedenza questa classe portava solo noie, ora risulta divertente usarla e giocarla.
Quello che abbiamo davanti è quindi una sorta di rifacimento del gioco, con tutte le migliorie messe al punto giusto: il gioco originale, figlio di un’era dove giocare di ruolo era molto di nicchia, risultava arduo rispetto ai competitor, mentre Cyberpunk Red prende queste barriere e le rimuove in modo intelligente (complice soprattutto un’epoca dove parlare di cyberpunk e gioco di ruolo non fa rizzare i capelli di paura).
Vestire i panni di un personaggio in Cyberpunk Red
Premesso che i limiti dentro ad un gioco di ruolo sono principalmente dati dal Game Master e dal gruppo di giocatori, c’è da dire che molte esperienze non rendono bene l’idea dei dannati e pericolosi come Cyberpunk Red. Giocare nel gruppo che andrete a creare sarà divertente soprattutto per le scelte morali, spesso non legate ad un sistema di allineamento ma più ad un sistema di ideali e obiettivi, cosa che con l’evolvere dell’avventura porterà sicuramente ad evoluzioni inaspettate e interessanti.
Dal punto di vista pratico, non è il miglior gioco di ruolo per iniziare l’esperienza verso i GDR cartacei, ma sicuramente se a spingervi sarà l’interesse verso l’ambientazione, avrete una marcia in più nell’avvicinarvi a questo genere. Tutto sommato, una volta masticate bene le regole, giocare sarà abbastanza fluido e veloce. Cyberpunk Red è venduto come Manuale Base, ma esistono anche lo Schermo del GM, in grado di dare le informazioni principali al Game Master in modo veloce e pratico, e una raccolta di regole aggiuntive che potrete applicare ed esplorare. Presente infine lo Starter Kit, perfetto per chi vuole dare una chance al gioco senza investire tutto il capitale necessario per avere ogni singolo libro.