Non solo numeri: la storia toccante di un DualShock 4 particolare

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief News Lettura da 2 minuti

Quando parliamo di videogiochi, spesso tendiamo ad analizzare esclusivamente di dettagli tecnici, eliminando quindi tutto il lato umano e culturale nascosto dietro ad un’opera di tale spessore. Così come spesso succede, problemi del singolo non vengono calcolati da alcune aziende poiché minimali, piccoli e quindi di poco conto. Per fortuna al mondo esistono persone come Alex Nawabi della divisione Retail Marketing Operations di Sony Computer Entertainment. Un ragazzo del New Jersey, Peter Byrne, purtroppo ha problemi di invalidità che, per via del touchpad del DualShock 4 della Ps4, non gli permettono più di giocare. E pensare che Peter trovava spesso sollievo a contatto con questo demone moderno chiamato videogioco. Dopo aver contattato l’assistenza Sony, Peter ha ricevuto un messaggio da Alex che, a malincuore, gli ha spiegato che le modifiche da fare erano impossibili da attuare. Per il ragazzo non c’era speranza, non poteva giocare alla sua amata Ps4.grid-cell-31112-1459620378-9

 

Se non fosse che era tutta una bugia, definibile bianca, dello stesso dipendente Sony: Peter ha ricevuto infatti, in poco tempo, un DualShock 4 personalizzato e modificato dallo stesso dipendente, con accanto una lettera. Il controller, ora con un pulsante posteriore facente funzione del touchpad, risolveva così il problema del ragazzo. Nella lettera che potete trovare in calce alla notizia, Alex conferma di voler rimanere in contatto con Peter per avere un feedback, così da poterne costruire uno migliore nel caso servisse. Il pad personalizzato è costato ben 3 DualShock 4 e più di 10 ore di lavoro. Ecco il post di ringraziamento dello stesso ragazzo. Il mondo dei videogiochi non è solo numeri, a quanto pare ogni tanto esistono dei lieto fine.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.