Spesso le soluzioni più semplici funzionano. Lo diceva il rasoio di Occam, lo conferma, seppur a stento, Assassin’s Creed Chronicles: India, secondo capitolo della serie Assassin’s Creed Chronicles, lo spin-off in 2.5D del famoso brand di videogiochi raffigurante l’eterna guerra tra Assassini e Templari. Dopo la storia inerente a Shao Jun, allieva di Ezio Auditore, nel gioco AC Chronicles: China, ora ci troviamo tra le mani le avventure di Arbaaz Mir, precisamente nella Amritsar del 1841, in una situazione alquanto spiacevole. Dopo gli eventi della graphic novel Assassin’s Creed: Brahman, Arbaaz deve recuperare il diamante di Koh-i-Noor, un frutto dell’eden. Nel farlo però, dovrà proteggere sia il suo mentore Hamid che la sua amata Pyara Kaur, combattendo nel frattempo i templari.
Una trama non tanto ricercata ma funzionale quella mostrata da questo gioco che, come il precedente e il futuro (Russia, 9 Febbraio), ha dato un punto di vista diverso alla saga di Assassin’s Creed. Il gameplay infatti abbandona completamente il 3D puntando ad un 2.5D Platform, già visto in molti titoli ma, più recentemente, da Batman Arkham Origins: Blackgate. E mentre nel gioco dell’uomo pipistrello, che seppur divertente (e anche molto nostalgico, ricordando un po’ i vecchi titoli del più famoso supereroe) mostrava delle forzature, al contrario nella serie di Assassin’s Creed Chronicles ci calza bene, ricordando un po’ il caro e vecchio Prince of Persia.
Ed eccoci quindi a gestire il nostro eroe fra salti tra tetti, muri, alberi, passaggi in nascondigli e diversivi vari, perché AC Chronicles: India, a differenza dei titoli canonici, punta tutto sullo stealth: non aspettatevi di uccidere i nemici a suon di battaglie all’arma bianca, perché basterà davvero poco a voi per morire, o a loro per uccidervi. Ma ciò che non avrete in forza di combattimento, l’avrete in gadget e accessori, da bombe rumorose, ad un rampino manuale (utile per raggiungere i soffitti), a chakram lanciabili. A tutto ciò si aggiungerà l’utilizzo dell’ambiente circostante, permettendovi quindi di poter sfruttare ogni cassa, colonna o oggetto distruttibile a vostro vantaggio. Il gioco quindi punta tutto sulla modalità stealth, posizionando il combattimento al margine del gameplay.
Seppur quindi il meltin’ pot di dettagli funziona bene, dopo circa un’ora di gioco il gameplay inizia a diventare simile e già visto, complici le poche novità inserite dal precedente titolo. Cambia lo scenario, cambia la storia, ma la sensazione di gioco che ci viene trasmessa è la stessa del capitolo ambientato in China, con i suoi molti pro e i suoi altrettanti contro. Ma potete stare tranquilli, il gioco non prolungherà di molto la vostra esperienza, durando all’incirca 3/4 ore. La sua rigiocabilità però è abbastanza elevata, viste le 3 difficoltà presenti, di cui 2 da sbloccare, i potenziamenti da selezionare e quant’altro; e contando che il gioco esce al prezzo di €9.99, il rapporto qualità/quantità/prezzo è abbastanza conveniente. Tecnicamente parlando, lo stile grafico sfrutta un realismo misto ad una grafica a fumetto che, con i colori tipici dei paesi delle Indie Orientali, lasciano un’immagine calda e colorata. Il sonoro, senza lode ne infamia, vi accompagnerà nel gioco con un doppiaggio totalmente in inglese e ben fatto. In attesa di vedere il terzo e ultimo capitolo dello spin-off, ambientato in Russia, vi ricordiamo che il 9 Febbraio uscirà insieme al pack completo dei 3 giochi che, oltre che per PlayStation 4, Xbox One e PC, arriverà anche su PlayStation Vita.