Resident Evil come lo conosciamo grazie ad Alone in the Dark

Damiano "Xenom" Pauciullo
Di Damiano "Xenom" Pauciullo News Lettura da 1 minuti

Immaginate un Resident Evil in terza persona? A parte i due capitoli usciti originariamente su Wii, in effetti, è difficile pensare ad un FPS quando si parla di Resident Evil. Eppure, inizialmente, l’idea era proprio quella.

Resident Evil Shinji Mikami, padre della saga horror, ha infatti spiegato di come si sia ispirato alla saga “rivale” per avere il Resident Evil così come lo conosciamo oggi.

Il tutto può essere riassunto così: quando fu annunciata la prima PlayStation, Mikami aveva già iniziato lo sviluppo del primo Resident Evil, realizzando questo horror sfruttando la metà della potenza che avrebbe poi effettivamente avuto la console di Sony. Non per pigrizia, sia chiaro, ma semplicemente perché non era a conoscenza delle specifiche della piattaforma. Per non incappare in rallentamenti o addirittura in un gioco che poi la console Sony non avrebbe retto, Mikami optò per un FPS che non dovesse calcolare i poligoni del protagonista ma soltanto le ambientazioni e i nemici.

Tuttavia, dopo aver giocato Alone in the Dark, capì bene che la PlayStation poteva fare molto di più e spronò il team di sviluppo nel creare un horror in terza persona, creando la saga che oggi ben conosciamo.

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Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.