Il fatto è imprevedibile, ma di certo scritto e inciso nei dettami del tempo che ci viene concesso. In vita ci comportiamo come riteniamo giusto e, talvolta, in maniera completamente arrivista: è il caso si Mordred, fratello del Re Uther Pendragon e zio di quello che diventerà Re Artù. In King Arthur: Knight’s Tale il paradigma verrà stravolto e, come scoprirete in questa recensione, il protagonista della storia non sarà il famoso Re Artù ma proprio suo zio.
King Arthur: Knight’s Tale è un titolo strategico di stampo tattico, dove la strategia e le nostre scelte saranno fondamentali per concludere vittoriosi le battaglie sul campo.
Tornare in vita
Siamo al tramonto del regno di Re Artù, e Camelot vive i suoi giorni peggiori: Artù è impazzito, invecchiato e sempre più folle, mentre conduce il regno alla deriva politica e storica. Nella sua follia, l’uomo stringe un patto con le forze oscure, abbandonando la luce e diventando un simbolo di morte eterna. Grazie a questo patto vengono alla luce legioni di non morti, miasma corruttivi e quanto di più malvagio possa esserci, gettando Camelot in un’ombra oscura e senza vita.
In questo scenario l’ultima luce del bene che rimane, La Dama del Lago, decide di tentare il tutto per tutto e, in una mossa disperata, fa risorgere Sir Mordrer dalla tomba: il redivivo dovrà distruggere il nipote, Re Artù, e decidere cosa fare del proprio destino: diventare Re a sua volta, o lasciare lo scranno del trono in mano a qualcun altro?
A livello di plot, la storia di King Arthur: Knight’s Tale appare inizialmente banale, ma invece sbalordisce con il progredire dell’esperienza di gioco, cambiando il paradigma base: Re Artù, una volta l’eroe, di fatto è ora il peggiore dei nemici che si possano avere, mentre l’antagonista – quasi per eccellenza – dell’araldica Camelottiana è il possibile salvatore.
Ricostruire Camelot
Fuggito dalle segrete del castello, Mordred potrà affrontare diverse missioni, tutte con ricompense in oro e materiali. Questi verranno usati per ricostruire di fatto il Regno di Camelot e il castello in cui risiederà il Re. Nel castello potrete costruire:
- Il Mercato: classico luogo dove comprare armi, armature e ninnoli. Oggetti che serviranno al potenziamento dei protagonisti, oltre al fatto che potrete rivendere i vostri oggetti che non userete più.
- L’Armeria: qui si potenzieranno le vostre armi, armature, e dove potervi inserire rune, per renderle ancora più performanti.
- La Cappella: in questo luogo toglierete le eventuali maledizioni contratte, e i peccati che in guerra possono essere commessi, in quanto il gioco ha uno spiccato senso della moralità.
- L’Infermeria: in questa sezione potrete curare i personaggi feriti, approfondiremo tra poco in che senso.
- Zona di allenamento: utile per provare combinazioni d’attacco con i vostri eroi.
- La Tavola Rotonda: ultima ma non per importanza. Qui gli eroi si riposeranno e prenderanno comunque esperienza, anche se non saranno in campo con voi, sebbene rimarranno sempre a tre livelli di distanza dal vostro protagonista.
Ogni sezione del castello può essere potenziata e, ad ogni step, si paleseranno nuove opzioni, bonus attivi o passivi, e potrete anche inserire un “guardiano” per ogni sezione (che otterrà automaticamente bonus sul campo di battaglia). Ad esempio, se inserirete in infermeria un personaggio che di base tende a curare i vostri compagni, otterrà un +10% alle cure sul campo di battaglia.
Fuori dal regno ci sono città da riconquistare, luoghi da visitare, e impervie foreste, laghi e montagne. Ogni missione vi porterà in luoghi più o meno famosi del ciclo Arturiano, e sarà una bellissima esperienza per chi conosce questa storia, ma anche un’occasione per imparare. In ogni missione, grossomodo dovrete fare le stesse cose: ci sono una mappa da rivelare, tesori da scovare, trappole da evitare, e il tutto collimerà con lo scontro finale contro un boss.
In combattimento avrete i classici Action Points (AP)che vi consentiranno di compiere azioni come attaccare, muovervi o giocare delle abilità. Una volta in corpo a corpo potrete anche svolgere un numero considerevole di attacchi e combinarli, a vostro piacimento, con le abilità del personaggio attivo. Come sempre, il vostro team base sarà di quattro elementi ma non è da escludere che, nel corso dell’avventura, incontriate o salviate dei personaggi extra che amplieranno il roster: saranno vostri alleati nel corso di quella missione, portando il party a cinque o sei elementi, per poi andare nel castello e restare a disposizione.
Ogni personaggio ha dalla sua diverse abilità: di base possiede tre abilità attive, ciascuna delle quali può avere fino a quattro passive sbloccabili, oltre a 3 o 4 passive speciali che salgono di livello in base al livello del personaggio. Le combinazioni possibili sono tantissime. Inoltre c’è la questione del morale: ogni azione porterà Mordred a scegliere il proprio destino, ovvero renderlo più mago, più guerriero, o una sorta di ibrido, a vostra scelta.
Artefice del proprio destino
In King Arthur: Knight’s Tale conteranno le vostre scelte: a ogni fine missione potrete accentrare il potere su Mordred (e renderlo il despota che era descritto nei libri) o propendere verso un cambiamento dell’animo oscuro che alberga in quell’uomo, compiendo scelte volte al bene del popolo o di Camelot stessa.
Sfortunatamente, al gioco manca qualcosa: un vero sistema di roling, che non avrebbe guastato. La sensazione generale è che il gioco punti alla guerriglia pura, sebbene tenti a volte di intrattenerci con elementi di ruolo appena accennati. Purtroppo le missioni alla lunga risultano tutte uguali e con poca inventiva generale.
I comandi di gioco sono anche abbastanza ostici all’inizio, sebbene l’adattamento con il controller su console non sia riuscito benissimo rispetto al classico mouse e tastiera. In generale si sente che è un gioco pensato per PC. Se siete amanti del medieval fantasy a turni, questo titolo fa sicuramente per voi.