Lords of the Fallen – Recensione di una crociata su nuova generazione

Lords of the Fallen è un soulslike molo derivativo, ma con una sua metrica, difficoltà e tanta personalità: brutale e crudo, ecco la recensione!

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 12 minuti
8
Lords of the Fallen

Con l’avvento dell’Unreal Engine 5 diamo finalmente il benvenuto alla vera next-gen. A lungo si è fatto attendere, ma finalmente Hexworks ci regala il suo prodotto di nuova generazione, prodotto che torna con un nome già conosciuto: Lords of the Fallen, cugino dell’omonimo già uscito con l’avvento della generazione PlayStation 4 e Xbox One. Sembra come se l’azienda voglia in qualche modo essere pioniera di una novità costante. Ebbene in questa recensione senza spoiler di Lords of the Fallen, troverete quanto di buono e di meno buono c’è in questo gioco: preparate la Lanterna, perché la strada sarà buia.

Axiom e Adyr il dio oscuro

Adyr è stato un Dio di dolore e odio che ha imperversato su Axiom per eoni: alla fine, il bene prevalse e sconfisse il male, rispedendolo nel suo mondo. Questo è Umbral, un posto oscuro, parallelo al mondo di Axiom, dominio degli uomini e della luce. Il male andava comunque controllato e venne istituito l’ordine delle Sentinelle della Luce: prodi guerrieri e guerriere che si avvicendarono nei secoli per sorvegliare i luoghi dove il male poteva trovare uno spiraglio e tornare nel mondo di Axiom.

La corruzione del male tornò e prese proprio le Sentinelle che erano messe a guardia dei portali, corrompendone la natura e rendendo quest’ordine, servo nel maligno Adyr. La speranza abbandonò Axiom per molto tempo, fino all’avvento del Crociato Oscuro, un eroe ignoto, portatore della Lanterna Umbral, capace di vivere nell’ombra per favorire la Luce. Sebbene possa sembrare banale, la trama di Lords of the Fallen è abbastanza complessa e si rivela passo passo una volta che il protagonista sconfigge i boss, ovvero le Sentinelle, che gli si pareranno davanti nel corso del proprio cammino.

Molti dei nemici che affronterete, una volta sconfitti, diverranno NPC con cui scambiare quattro chiacchiere, o con cui potenziare il vostro protagonista. Ad esempio Pieta è una Sentinella che vi permetterà di aumentare le cure a disposizione durante il viaggio a patto che le consegniate la Quintessenza Sacra, una vestigia che troverete sconfiggendo i boss e nemici più temibili. La storia di Lords of the Fallen si impara percorrendo le strade di Axiom e Umbral facendo comparire delle vere scene, semplicemente illuminando le farfalle Umbral con la lanterna. C’è molto da imparare e da conoscere, un elemento interessante del gioco che non smetterà di annoiare.

Crociato Oscuro

La Lanterna Umbral sarà la vostra alleata e fonte di gioie/dolori per tutto il viaggio. Grazie alla Lanterna, potrete illuminare il mondo di Axiom, rivelando magari un ponte o un cancello crollato: finché terrete alta la Lanterna, potrete interagire con Umbral e scavalcare ostacoli o trovare vie alternative. Nel corso del vostro vagare troverete diversi ostacoli fisici, ed è in quel momento che dovrete entrare del tutto nel mondo di Umbral, attivando la lanterna in maniera “definitiva”, se così possiamo dire. A questo punto sarete immersi in un mondo di lordura e demoni, un mondo costellato da ombre bianche che, di tanto in tanto, prenderanno forma divenendo demoni d’ogni sorta che vi attaccheranno.

In alto a destra comparirà inoltre un indicatore a forma di occhio: attorno ad esso inizierà a riempirsi una barra di energia, più aumenta, maggiore sarà il bonus all’acquisizione di Vigore (la valuta del gioco rilasciata dai nemici). Arrivati al culmine di tale barra, l’occhio diventerà rosso e un potente demone con due lame spunterà dal basso – letteralmente dal terreno – per uccidervi. Il demone può essere sconfitto, ma vi consigliamo di farlo solo in fasi avanzate di gioco.

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In Umbral qualsiasi cosa facciate, anche solo il tempo di permanenza in quel mondo, farà spuntare una barra grigia al di sopra del vostro valore di Salute: questa barra è cancellabile, a patto che colpiate i nemici, recuperando di fatto della salute, mentre se il nemico vi colpisce mentre avete ancora del “grigio” perderete istantaneamente quella porzione di vita, e dovrete recuperarla tramite l’uso della croce Sanguinarix (l’equivalente delle pozioni di un qualsiasi Sousl-like).

Per uscire da Umbral vi basterà trovare una Vestigia (il classico Falò) oppure una zona dove avete piazzato la vostra Vestigia portatile, definita Germoglio: riposate e tornerete ad Axiom. Purtroppo qui non compare alcuna animazione ma una barra di caricamento su sfondo nero abbastanza fastidiosa. Presso la vestigia recupererete salute, mana e stamina oltre alla possibilità di potenziarvi spendendo Vigore, quest’ultimo droppato dai nemici o da diversi oggetti. Nota a margine: a differenza dei Soulslike classici, in Lords of the Fallen il Vigore va raccolto da terra al pari di un qualunque oggetto.

Avrete a disposizione anche il viaggio tra una Vestigia e l’altra, soluzione interessante che snellisce indubbiamente il gioco e rende l’azione più veloce. Tuttavia notate bene che solo le ultime due Vestigia portatili resteranno attive, al piazzamento della terza le prime due si cancelleranno, così dovrete tornare a quelle pre-determinate dal gioco. Al pari di tanti altri, anche la Lanterna Umbral è potenziabile da NPC come Molhu che vi consentiranno di aumentare l’uso del potere della Lanterna: questo oggetto è infatti essenziale anche in combattimento perché vi consente di far esplodere dei piccoli demoni che rendono i vostri nemici immuni al danno ma ancor meglio, perché potrete strappare l’anima di un nemico, scegliendo contestualmente in che direzione spedire quest’anima. Una volta estratta potrete colpirla con tutte le vostre forze perché il nemico sarà inerme per quei pochi secondi.

Preso confidenza con il sistema della Lanterna Umbral, sappiate che un altro modo per finire nel mondo oscuro è quello di morire in Axiom e di colpo verrete portati in Umbral, con tutti i malus del caso di cui accennavamo sopra: questo comporta un po’ come l’avere una seconda vita in Lords of the Fallen ma non pensate di avere vita facile, perché avrete di che sudare! Il combattimento avviene proprio come un souls, con il classico puntatore sul nemico che potrete scegliere di avere attivo o meno, mentre sappiate che i tasti non sono stati nemmeno rimappati: sono esattamente gli stessi di Dark Souls, quindi il feeling di combattimento restituito è lo stesso, con le dovute contaminazioni.

Prendendo a piene mani da Sekiro, Lords of the Fallen ci pone davanti un sistema di combattimento incentrato sulla parata, al punto che una parata perfetta non solo non ci farà subire alcun danno (ecco perché con il progredire dell’esperienza abbandonerete lo scudo in favore di una impostazione con arma a due mani o doppia arma, dipende dai gusti) ma ci consentirà anche di sbilanciare il nemico, avendo a quel punto l’opportunità di infliggere un attacco critico.

Per sbilanciare l’avversario vi saranno richieste un numero di parate perfette che può variare, da una a quattro o anche di più a seconda del boss che avrete di fronte. Una parata non perfetta tuttavia vi consentirà comunque di ricevere meno danno, e quel danno si trasformerà nella vita ingrigita di cui sopra, recuperabile nel caso in cui infliggerete delle ferite al nemico. Parlando di Backstab o colpo alle spalle, in Lords of the Fallen non è presente nel senso stretto del termine: se arriverete alle spalle di un nemico effettuando un attacco caricato con R2 lo sbilancerete al 100% e in quel caso, potrete effettuare un colpo critico.

Il vostro Crociato Oscuro avrà valori quali Forza, Agilità, Costituzione, Vitalità, Radiosità e Inferno: ciascuna potenziabile alla Vestigia e ciascuna influenzerà determinati fattori come il danno, la schivata e il carico che porterete addosso. Non mancano magie e piccoli “miracoli” nel gioco, come anche delle armi da lancio esposte con un valore di munizioni sottostante la stamina, elemento che come sempre, vi servirà per schivare, attaccare e parare.

Crudo e brutale

Lords of the Fallen è un soulslike crudo e brutale, la somma di moltissimi giochi anche del passato, derivativo da Dark Souls di cui – indubbiamente – prende l’essenza di gioco, Sekiro da cui saccheggia la precisione delle parate e bossfight fatte principalmente da quello stile di combattimento, e infine Soul Reaver (il Souls ante litteram del quale si ricorderà chi ha diverse primavere alle spalle come chi vi scrive) da cui prende a piene mani il sistema dei due mondi paralleli e connessi tra loro.

Non fatevi ingannare: Lords of the Fallen ha una sua metrica, un suo stile e personalità da vendere. Nel corso della partita vi troverete appunto in situazioni “spacca mascella” con elementi che riempiono lo schermo di statue immense e scalabili, scenari mozzafiato e zone nascoste che raggiungerete aguzzando l’ingegno, ma che potreste perdervi perché di fatto opzionali.

Il gioco premia indubbiamente la curiosità e chi non ha paura di osare, di sperimentare e di trovare sempre una strada alternativa, forte dell’uso della Lanterna Umbral che va dosata con il giusto metodo. Tranquilli imparerete sbagliando, nulla di strano. Lords of the Fallen non è una pietra miliare del mondo videoludico, infatti ci sono alcune sbavature come il caricamento al riposo presso le Vestigia, l’obbligo di imparare a parere che potrebbe far storcere qualche naso (ma il mercato vuole questo no? ndr), e in generale una scarsa cura di alcuni elementi visivi come il fuoco o il sanguinamento che applichiamo sui nemici.

Sembra come se, di punto in bianco, gli sviluppatori abbiano tirato via le mani dalla programmazione e lasciato alcuni elementi allo stato “iniziale” dei lavori. Nulla di irrecuperabile, per carità ma questo getta serie ombre sul giudizio finale di un gioco che poteva davvero dare di più con poco sforzo.

Lords of the Fallen
8
Voto 8
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.