Stray Gods – Recensione, una musica può fare…

Vediamo come se la cavano queste divinità dentro a Stray Gods, videogioco dal creatore dell'ambientazione di Dragon Age: ecco la recensione

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 6 minuti
8.5
Stray Gods: The Roleplaying Musical

La vita è un musical, recitava il titolo italiano dell’episodio della stagione 6 di Buffy l’Ammazzavampiri: in inglese invece prendeva il nome di Once More, With Feeling e coronava il sogno di molti fan della Cacciatrice. Non era infatti strano incappare, dentro a queste serie procedurali che mostravano approcci decisamente diversi all’ormai noto binge watching, in episodi tematici che ricorrevano in serie completamente diverse. Ecco allora che l’episodio noir, l’episodio fuori di testa e l’episodio drammatico diventavano punti di svolta di trama, semplici momenti di respiro o attimi per raggiungere la quota di episodi necessari per la stagione (che ricordiamo erano 22 di media, anni fa). Ciò che però brillava sopra a tutto erano gli episodi musical: basti pensare a Scrubs, Grey’s Anatomy, ma anche Psych o il più recente Lucifer. Insomma, non era strano vederne, e proprio grazie a quello di Buffy, è nato Stray Gods: The Roleplaying Musical, gioco di cui vi parliamo in questa recensione.

Dapprima intitolato Chorus, il gioco vede grandi nomi dietro alla realzzazione: a scrivere la storia c’è niente meno che il padre di Dragon Age, David Gaider, mentre alla composizione delle canzoni Austin Wintory, lo stesso di Journey, flOw e Assassin’s Creed Syndicate. Tra gli attori invece abbiamo un cast fuori di testa, fatto di stelle del doppiaggio americano e non solo:

  • Grace – Laura Bailey
  • Persephone – Mary Elizabeth McGlynn
  • Apollo – Troy Baker
  • Freddie – Janina Gavankar
  • Pan – Khary Payton
  • Eros – Abubakar Salim
  • Athena – Felicia Day
  • Minotaur – Rahul Kohli
  • Hecate – Allegra Clark at IMDb
  • Aphrodite – Merle Dandridge
  • Hermes – Erika Ishii
  • Calliope – Ashley Johnson
  • Venus – Lauren ‘Lolo’ Spencer
  • Medusa – Anjali Bhimani
  • Oracle – Kimberly Brooks
  • Orpheus – Anthony Rapp

Una staticità emozionante

Stray Gods propone un gioco di ruolo con scelte totalmente narrativo: sono infatti assenti Quick Time Event – ad eccezione di alcune scelte che vanno fatte entro un tempo limite – e per il resto abbiamo solo dialoghi e posizioni da prendere. Tutto questo è gestito in uno stile a fumetti molto statico, che se nelle prime battute potrebbe stonare con le canzoni, decisamente dinamiche, invece poi acquisisce un proprio stile e propone un approccio interessante.

Non aspettatevi però queste grandi meccaniche di gioco, perché il fulcro di Stray Gods è tutt’altro: il gioco infatti pone tutto nella variabilità delle scelte, nel modo in cui potrete prendere opzioni diverse e proporre soluzioni diverse, raggiungendo poi finali diversi. La rigiocabilità è quindi alta, anche se, come dicevamo, di giocabile c’è poco.

Quando parliamo di scelte, parliamo di risultati diversi, anche nel cantato: come abbiamo fatto intendere, Stray Gods è un RPG musical e quindi le scelte fatte cambieranno in corso d’opera le canzoni. Queste saranno divise principalmente in tre posizioni: quella più emotiva, di colore verde, quella più rabbiosa, di colore rosso, e quella più razionale, di colore blu. Avanzando potrete specializzarvi poi in una di queste, rendendo disponibili scelte di un tipo invece di un altro.

Nelle canzoni queste scelte vi daranno modo di far variare la melodia, magari mettendovi davanti a due frasi che potrebbero portare a eventuali discorsi razionali, a frasi d’effetto che toccano il cuore, o persino a fasi rap molto aggressive per “dissare” l’avversario che avete davanti.

Il gioco non ha quindi gameover di qualche tipo, non propone barre vitali o altro, ma solo scelte da fare, il tutto accompagnato da un comparto sonoro di tutto punto.

Un cast stellare

Per chi non mastica il mondo dei videogiochi, il cast dietro al gioco potrebbe sembrare uno qualunque, ma basta approfondire un po’ per riconoscere delle vere e proprie stelle del doppiaggio e della recitazione videoludica internazionale. Parliamo di Troy Baker e Ashley Johnson, rispettivamente Joel e Ellie di The Last of us, Laura Bailey è la protagonista, che in passato ha vestito molte voci (compresa Abby, sempre di The Last of Us). Andando avanti troviamo anche Felicia Day (Supernatural), Anjali Bhimani (che abbiamo anche intervistato) e persino Anthony Rapp, un veterano del musical (Rent).

Ogni frase diventa allora gioia per le orecchie, perché la recitazione dietro a Stray Gods è senza dubbio una delle migliori mai viste nel videogioco, e le parti cantate mostrano alla perfezione come queste talentuose persone siano in grado di dar vita alle emozioni.

Purtroppo la parte emotiva un po’ si scontra con lo stile grafico, soprattutto in personaggi come Apollo, che avrebbero potuto esprimere molto di più esteriormente e che invece si trovano relegati a aspetti e forme non troppo caratterizzati.

Parlando infine delle musiche e delle canzoni, Stray Gods vanta una soundtrack fantastica, che diventa ancora migliore pensando alle variabili in gioco. Non tutte però si incastrano alla perfezione, soprattutto per quanto riguarda la complementarità tra musica e voce, che in alcune fasi diventano un po’ cacofoniche, ma nulla di troppo fastidioso, anzi un problema che di fronte alla maestosità delle composizioni diventa un granello di sabbia nel deserto.

Stray Gods: The Roleplaying Musical
8.5
Voto 8.5
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Editor in Chief
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.