Se vi dicessimo che stiamo parlando di un titolo dedicato alla pesca, probabilmente pensereste da subito che si tratta di uno di quei particolari giochi dedicati agli amanti di questo sport… eppure davanti agli occhi con Dredge vi si parerà un prodotto ben diverso. Un titolo dove le profondità del mare non nascondono solo del sano pesce da portare al mercato per poi essere venduto e sfamare i piccoli insediamenti costieri, ma anche… qualcos’altro. Dredge è stato sviluppato dal piccolo team di Black Salt Games, uno studio originario della bellissima Australia, e alla pubblicazione un publisher che rinomatamente ci vede lungo con i prodotti indipendenti: Team 17.
Ma quel qualcosa… cos’è?
Una routine poco ordinaria
Dredge (letteralmente “dragare” in inglese) ci metterà nei panni di un pescatore appena arrivato in una baia, nelle quali vicinanze per sua sfortuna si è abbattuta una terribile tempesta. Un benvenuto alquanto sfortunato il nostro, perché arriveremo sulle coste dell’isola al centro dell’arcipelago con la nostra barca completamente distrutta e inservibile. Proprio per questo il sindaco di questa cittadina metterà a nostra disposizione una vecchia barca con lo stretto indispensabile… che dovremo pagare, ovviamente. Inizieremo subito a lavorare come pescatori, a procurarci il pesce e di conseguenza i soldi per pagare il nostro debito (fortunatamente non altissimo) con il sindaco, e poi metterci a fare sul serio.
Da questo momento inizieremo a vagare per il mare, incontrare persone che ci faranno richieste, e ovviamente pescare. Semplice no?
Ovviamente no.
Sono molte le difficoltà che incontreremo, e soprattutto il nostro scopo reale diventerà ben presto molto diverso da quello che ci aspettavamo. Prima di tutto per pescare avremo bisogno di canne da pesca, nasse e reti, ognuna delle quali potrà pescare una certa categoria di pesce diversa (solo per le canne ci sono ben 8 tipi di pesce diversi). Come se non bastasse, avremo bisogno anche di un motore che ci permetta di navigare in velocità, delle luci per illuminare il più possibile durante la notte (e sì, il tempo passa), e infine un discreto spazio rimanente nella stiva per trasportare il pescato e gli oggetti che recupereremo. Difficoltà logistiche quindi, che saranno soltanto il semplice benvenuto.
E se vi dicessimo anche che basta anche il piccolo toccare una costa o uno scoglio per arrecare danni allo scafo? Danni che dovremo riparare con moneta sonante? Probabilmente lo avevate già immaginato… ma non pensiate che tenerlo integro sia un gioco da ragazzi, perché non abbiamo ancora parlato delle minacce vere e proprie, ciò che fa di Dredge un gioco peculiare.
La notte è oscura e piena di terrori
Partiamo col dire che l’atmosfera è malsana, parecchio, soprattutto di notte. Se ci troveremo a solcare i mari dopo il tramonto… beh, le cose saranno tutt’altro che rosee. Le acque infatti saranno infestate da creature, spiriti e abomini che non perderanno occasione di attaccarci. Quali sono i segreti che nascondono queste acque? Come i racconti di Lovecraft insegnano, a volte è meglio non sapere… per non impazzire. Già, più tempo passerete in acqua di notte, e più avrete bisogno di riposare per tranquillizzarvi e non lasciarvi sopraffare dalle creature della follia, status che avrà le sue ripercussioni anche di giorno.
Molto di ciò che vedrete in Dredge infatti è liberamente ispirato all’immaginario creato dallo scrittore di Providence, e i fan di questi racconti non potranno fare a meno di notare diversi richiami. Non parliamo soltanto delle creature che ci attaccheranno, ma anche delle aberrazioni che pescheremo noi stessi: i pesci non saranno affatto tutti uguali, e saranno presenti anche delle mutazioni di tutte le specie, orribili sì… ma anche pagate meglio, quindi non sarà il caso di fare troppo gli schizzinosi.
Consapevoli di ciò, tuffiamoci definitivamente nell’arcano: dopo pochi minuti in game, verremo contattati da un uomo misterioso, un sedicente collezionista – simile al classico studioso dell’arcano di Lovecraft – che vive su un’isola non molto lontana dalla baia iniziale, che ci affiderà una missione: cercare dei relitti specifici e recuperare dei particolari oggetti da quelle navi, dragando (significa scavare su un fondale marino rinvenendo oggetti, in questo caso).
Cosa ci deve fare? Perché li vuole? Non avremo risposte a queste domande, ma solo più quesiti. Tuttavia ogniqualvolta glie ne porteremo uno… la nostra nave verrà “arricchita” con un potere arcano davvero utile, come accelerazione o teletrasporto davanti alla sua casa.
Non approfondiremo oltre le tematiche dedicate a lui, ai poteri e alla trama, per lasciarvi il piacere della scoperta.
Un arcipelago da incubo
La mappa di gioco di Dredge è estremamente vasta, e ci vorrà davvero molto tempo per esplorarla tutta, soprattutto stando attenti alle varie minacce di cui vi parlavamo. Come vi dicevamo, molte persone in giro per l’arcipelago vi assegneranno missioni secondarie diverse, alcune collegate in un certo senso con quella principale. In ogni zona ci saranno tipi di pesci diversi da pescare, quindi se volete completare la collezione nel vostro diario (con tutti i dettagli sui vari pesci) dovrete darvi decisamente da fare.
Abbiamo parlato di pesca e dragaggio, ma come funzionano di preciso? Fondamentalmente bisognerà essere rapidi e completare dei piccoli minigiochi, diversi per tipo di pesce o per dragaggio. Più fallirete, e più tempo impiegherete… e si sa, il tempo è denaro, oppure un inesorabile conto alla rovescia verso l’oscurità…
Tornando all’esplorazione, alcune zone e relitti vi permetteranno di dragare in zona, e potrete ottenere dei ninnoli preziosi da vendere a un commerciante specifico, oppure degli utilissimi materiali di potenziamento (che potrete utilizzare per migliorare lo scafo, lo spazio per le canne da pesca e così via), oppure dei gear per la ricerca, che potrete utilizzare per sbloccare modelli più avanzati dei vari strumenti, come motori più veloci o canne in grado di pescare più tipologie di pesce. Questi ultimi possono essere ottenuti anche in altri diversi modi, come ricompense di missione, oppure acquistandoli con denaro.
Tutto in Dredge quindi ha uno scopo, e non si butta via nulla… a meno che non dobbiate sacrificare qualcosa per forza, perché magari avete poco spazio in stiva, o se un pesce è stato infettato da “qualcosa che striscia”.
Una lunga odissea
Sul piano tecnico Dredge fa il suo dovere senza infamia e senza lode, col motore Unity che è stato sfruttato in modo egregio. Ovviamente tutto ciò tenendo conto della grafica minimale del prodotto, che in molti casi si è paradossalmente rivelata un valore aggiunto.
Il gioco riesce a mantenere saldo il suo livello di difficoltà, con sezioni difficilmente leggibili sulle prime (ad esempio cosa fare per andare avanti), e un livello di sfida abbastanza alto per sopravvivere senza un graffio. I due rischi maggiori per il gioco sono la possibilità seria di diventare frustrante, soprattutto quando saremo costretti a ripetere intere fasi e viaggi (il salvataggio è un po’ ballerino), oppure di divenire abbastanza ripetitivo per il giocatore a causa delle meccaniche piuttosto simili di fase in fase.